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24/05/2023 09:28:00

Cosa accade alla Calcestruzzi Selinunte. Le immagini 

 È stata avviata questa mattina l’operazione di sgombero dell’insediamento abusivo presso l’ex cementificio “Calcestruzzi Selinunte”, al confine tra i territori di Castelvetrano e Campobello di Mazara, occupato da oltre un decennio da lavoratori stagionali stranieri.

Non si capisce bene quale sarà il destino delle tante persone che vivono lì, lavoratori sfruttati nei campi dalla vendemmia alla raccolta delle olive. La Prefettura in una nota dichiara di aver "costantemente seguito al fine di individuare un percorso istituzionale che assicurasse il superamento definitivo dell’“accampamento” realizzato dai numerosi lavoratori stranieri che ogni anno giungono nel territorio di questa provincia".

L’area interessata è costituita da un ex opificio abbandonato all’interno del quale hanno trovato rifugio da oltre dieci anni numerosi lavoratori stranieri che ogni anno giungono nel territorio  fino a raggiungere il consistente numero di 800 presenze, in occasione della campagna olivicola, approntando abitazioni precarie e fatiscenti e vivendo in condizioni di assoluto degrado con conseguenti riflessi sulla salute e sull’ordine e la sicurezza pubblica.

Nella notte tra il 29 e il 30 settembre 2021 l’intero sito è stato distrutto da un grave incendio divampato per cause accidentali nel quale ha perso la vita un giovane originario della Guinea Bissau. Il gravissimo evento non ha indotto gli occupanti ad abbandonare il sito, che è stato, invece, immediatamente rioccupato dai migranti che hanno riallestito nuovamente in pochissimo tempo l’accampamento.

Questo il contenuto della lunga nota della Prefettura, che riassume i termini della complessa vicenda:

Sin dall’8 giugno 2021 è stato istituito presso questa Prefettura un “tavolo permanente” con la partecipazione di tutti gli attori istituzionali coinvolti che si è riunito con numerosissime riunioni, fino allo scorso 16 maggio, al fine di individuare strategie condivise e creare le condizioni per una definitiva risoluzione della problematica. Alle riunioni hanno partecipato, oltre ai Sindaci dei Comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara, le Forze di polizia, i Vigili del Fuoco, l’ASP, la Croce Rossa, l’Assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, il Dipartimento Regionale della Protezione Civile, l’UNHCR, l’EBAT - Ente Bilaterale Agricolo Territoriale della provincia di Trapani, nonché, in alcune occasioni, anche il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala per gli aspetti di carattere giudiziario. Sin dai primi incontri si è posta la necessità di individuare e lavorare per una soluzione alloggiativa alternativa per gli occupanti che consentisse la definiva dismissione dell’insediamento abusivo che, oltre a presentare – come detto - gravissime criticità sotto il profilo igienico-sanitario, favorisce lo sfruttamento lavorativo, il caporalato ed altri fenomeni di criminalità. I lavori del “tavolo permanente” sono stati immediatamente orientati alla programmazione di mirate progettualità attraverso un’attività di impulso, di orientamento e di supporto tecnico a favore dei due citati comuni, presso i quali convergono in massima parte i braccianti stranieri immigrati. Grazie al supporto fornito costantemente dalla Prefettura, anche attraverso il tavolo permanente, i Comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara hanno, pertanto, elaborato dei progetti per la realizzazione di insediamenti abitativi che sono stati già ammessi al finanziamento e sono attualmente in fase di realizzazione. In particolare l’Autorità di Gestione dei fondi europei e dei programmi operativi nazionali, presso il Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha ammesso a finanziamento due progetti a valere sui fondi POC Legalità 2014-2020 – Asse 3 – Azione 3.2, il progetto “Accoglienza nella legalità”, proposto dal Comune di Castelvetrano, e il Progetto proposto dal Comune di Campobello di Mazara, inerente la realizzazione di un ostello per braccianti agricoli immigrati vittime di caporalato presso l’area dell’ex oleificio “Fontane d’Oro”, per un valore di circa euro 1.300.000 ciascuno. L’auspicio è quello di garantire per le prossime campagne olivicole la presenza di adeguate strutture in grado di contrastare il degrado che caratterizza l’insediamento abitativo abusivo ed offrire un’alternativa alloggiativa stabile all’ex cementificio abbandonato che si va oggi a sgomberare.
Nelle more dell’attuazione delle citate progettualità e al fine di ospitare decorosamente i lavoratori stagionali regolari in concomitanza con l’avvio della campagna olivicola, è stato allestito, sia nel 2021 sia nel 2022, un campo presso l’ex oleificio “Fontane d’oro” nel territorio del comune di Campobello di Mazara, composto dai 50 moduli abitativi donati da UNHCR alla Prefettura, che hanno accolto centinaia di lavoratori in un contesto di legalità, grazie alla gestione curata dalla Croce Rossa Italiana e finanziata dall’Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Ufficio Speciale Immigrazione, della Regione Siciliana, nell’ambito del programma Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate).
Nonostante la realizzazione di tale alternativa, un nutrito gruppo di lavoratori extracomunitari, verosimilmente privi dei requisiti per la regolare permanenza sul territorio, hanno voluto mantenere stabile dimora presso l’ex cementificio, rifiutando la possibilità di essere ospitati presso l’insediamento regolare allestito a “Fontane d’Oro”.
Create quindi le imprescindibili premesse e avviati i progetti che dovranno rappresentare la stabile alternativa all’insediamento abusivo, si è concordemente ritenuto in sede di Comitato Provinciale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica che i tempi fossero ormai maturi per effettuare lo sgombero dell’ex cementificio, all’interno del quale si sono evidenziate nel frattempo numerose criticità e situazioni di evidente e diffusa illegalità.
Il Sindaco di Castelvetrano ha quindi adottato, lo scorso 21 febbraio, l’ordinanza di sgombero, che si è resa inevitabile oltre che per motivi di carattere igienico-sanitario anche per le precarie condizioni strutturali del cementificio, accertate dai Vigili del Fuoco nel corso del sopralluogo disposto da questa Prefettura.
Per poter dare concreta esecuzione alla citata ordinanza sindacale e prevenire nuove future occupazioni, si rende necessario adesso coordinare le attività di bonifica del sito, demolendo i manufatti precari realizzati dagli occupanti e provvedendo allo smaltimento dell’immensa quantità di rifiuti, anche ingombranti, ivi compreso l’amianto, accumulati negli anni all’interno dell’area.

Al fine di programmare tali complesse attività e determinarne i costi, questa Prefettura ha tenuto ulteriori riunioni del tavolo permanente e, su richiesta del Sindaco di Castelvetrano, è stato ottenuto anche un generoso contributo straordinario sia da parte del Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione sia da parte della Presidenza della Regione Siciliana - Dipartimento Regionale di Protezione Civile, necessario a sostenere l’Amministrazione Comunale nell’oneroso impegno finanziario connesso alle operazioni di bonifica che saranno effettuate in danno dei privati proprietari delle aree occupate.
In esito a tale complessa attività di programmazione effettuata con il coordinamento della Prefettura e con il supporto del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, l’intervento di demolizione dei manufatti e delle opere abusive presenti nell’area dell’ex cementificio “Calcestruzzi Selinunte” sarà effettuato dal 4° Reggimento Genio Guastatori – Battaglione “Simeto” dell’Esercito, mentre i rifiuti presenti nella zona saranno rimossi e smaltiti dal Comune di Castelvetrano che si avvarrà dell’impresa che in atto cura il servizio di igiene ambientale in quel territorio.

In seguito allo sgombero, i lavoratori regolari che non avranno altro ricovero potranno temporaneamente trovare ospitalità presso l’insediamento ancora attivo presso l’ex oleificio “Fontane d’Oro” nel territorio del Comune di Campobello di Mazara.

L’operazione odierna è il frutto di una lunga ed articolata preparazione, finalizzata non solo al mero sgombero del sito occupato, che si sarebbe potuto effettuare rapidamente, ma altresì e soprattutto alla contemporanea realizzazione di una valida alternativa alloggiativa che ha richiesto tempi inevitabilmente più lunghi e che costituisce il risultato di una sinergia istituzionale costantemente finalizzata all’affermazione e al ripristino della legalità in un territorio nel quale le Istituzioni hanno saputo dimostrare la forza ed il valore di un’azione congiunta e di un’attenzione costante nel contrasto alla criminalità di ogni genere.