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31/07/2023 06:00:00

La bellezza è la cura. Alice incanta Segesta per il concerto della ripartenza dopo il fuoco 

 "Sia lode all'inviolato" canta Alice. Ma qui tutto è violato, tutto è nero. La stessa artista è costretta ad interrompersi: "Scusate - dice - questo odore acre mi fa tossire". Eppure bisogna andare avanti. E non per la legge dello "show must go on", no.  Ma per una legge ancora più importante, che riguarda tutti noi. Non può vincere la violenza, non può vincere il fuoco. 

E così, Segesta, c'è. Con un lavoro da record, a pochi giorni dall'incendio che la notte tra il 24 e il 25 Luglio ha devastato il parco archeologico,  si è riusciti comunque a dare il via alla stagione degli spettacoli del Segesta Teatro Festival, che comincia proprio con un appuntamento sold out: Alice che canta Franco Battiato.

Vincitrice della Targa Tenco come migliore interprete per l'album "Eri con me", Alice è la cantante che più di tutti, oggi, può (deve) interpretate il repertorio del grande musicista siciliano da poco scomparso. Nella scaletta tutti i brani più intensi di Battiato, con momenti altissimi, come "Prospettiva Nevski", "La stagione dell'amore" o, all'inizio "Io chi sono", quasi a dare voce allo smarrimento dei tanti presenti. Nella formazione in trio con Alice  era accompagnata da Carlo Guaitoli al pianoforte e dal timbro caldo del violoncello di Chiara Trentin.

"Ogni centimetro del parco è stato raggiunto dal fuoco - spiega prima del concerto il direttore Luigi Biondo - ma grazie al lavoro dei mesi precedenti, alcune parti, come il teatro, sono state risparmiate. Il fuoco ha distrutto quasi tutto, ma non lo spirito di Segesta, che non muore e rinascerà con nuove energie". 

La devastazione del paesaggio intorno ha reso il concerto qualcosa di magico ed irripetibile. Sulle macerie, ancora una volta, ieri come oggi, Alice e Segesta hanno ricordato che non c'è altro rimedio che la bellezza per dare salvezza a questa terra. Anzi, che la bellezza è proprio la "Cura", per citare uno dei brani più applauditi, saggiamente inserito nei bis (insieme al pezzo, scritto da Battiato per Alice, che la consacrò a Sanremo, quaranta anni fa: "Per Elisa"). 

Salendo con la corriera che arrancava tra i tornanti dal "campo base" dell'accoglienza all'anfiteatro, circondati dal nero delle colline bruciate, l'odore acre di cenere nelle narici,  il pensiero andava fisso ad un verso di uno dei brani in scaletta: "Com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire". Però, nell'incanto di Segesta, davanti ad un'ammicante luna siciliana, sotto un cielo "primordialmente puro ed immutabile", la consolazione è arrivata: difficile, si. Impossibile, no.  Rinasceremo dalle nostre ferite. E torneremo ancora, ancora e ancora ...