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16/09/2023 06:00:00

A Salemi la marcia in memoria di Marisa Leo: “basta femminicidi”

"L'uguaglianza di genere è ancora lontana, c'è tanta strada da fare e la strada è in salita. Tutte e tutti dobbiamo fare la nostra parte per cambiare le cose affinché questo mondo sia sempre più equo e inclusivo. Essere da esempio per le più giovani e i più giovani con coraggio", sono le parole di Marisa Leo che testimoniano il suo impegno per la parità di genere e nella lotta contro la violenza sulle donne. Ieri sera, a Salemi, i tanti giovani e studenti che hanno marciato per Marisa hanno portato queste sue parole, scritte su una cartellone, lungo le strade della sua città. 

Dietro uno striscione con la frase "Il patriarcato uccide, basta femminicidi" migliaia di persone si sono riunite in piazza Padre Pio e da lì hanno iniziato il cammino, in un commovente e religioso silenzio, lungo le strade di Salemi, per dire "basta" alla violenza contro le donne.

Tantissimi i cittadini di Salemi ma anche di Marsala, dove Marisa aveva tanti amici, ma anche tante altre persone provenienti da diversi comuni della provincia di Trapani, hanno preso parte alla marcia in memoria di Marisa Leo, la donna di 39 anni tragicamente uccisa, in contrada Ferla a Marsala, dal suo ex compagno, il 43enne Angelo Reina, che poi si è tolto la vita. Questo atto di violenza ha scosso profondamente la comunità e l'ha spinta a prendere posizione.

Tra le persone presenti alla marcia, il fratello di Marisa, Mauro con la moglie, oltre a molti giovani, famiglie e rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell'ordine. La straordinaria partecipazione ha dimostrato quanto sia importante oggi affrontare la questione della violenza contro le donne.

E gli studenti e i giovani sono stati i protagonisti di questa marcia per Marisa. Le associazioni antiviolenza e quelle di volontariato, hanno unito le forze per sottolineare l'importanza di affrontare il problema congiuntamente. In un gesto di profondo rispetto, la marcia si è svolta in silenzio, dando risalto alla serietà e all'urgenza del messaggio.

Il serpentone di persone che si è mosso da piazza Padre Pio si è poi riunito in piazza Alicia, di fronte al Castello, dove hanno preso parola il sindaco di Salemi, Domenico Venuti, che ha sottolineato l'importanza di trasformare questo tragico evento in un punto di partenza per un cambiamento culturale significativo.

 Queste le parole del primo cittadino di Salemi: "La marcia di questa sera ha due obiettivi: è prima di tutto un atto doveroso con il quale intendiamo ricordare Marisa, una ragazza che amava la vita. Oggi qui ci sono le associazioni, c'è la scuola, c'è l'Amministrazione ma ci sono soprattutto le persone. Tanti amici di Marisa ma anche molte persone che non la conoscevanoIl secondo motivo che ci ha spinto qui è l'assoluta e imprescindibile necessità che l'orrore accaduto sia un punto di partenza per un cambiamento culturale vero - ha aggiunto -. Il femminicidio di Marisa non deve diventare un fenomeno mediatico: da Salemi dobbiamo fare partire una riflessione concreta che porti a insegnare il rispetto verso gli altri fin dalle scuole. C'è l'esigenza di educare all'amore. Dobbiamo tradurre in azioni concrete quello che questa dolorosa vicenda ci ha lasciato".

Il fratello di Marisa, Mauro, ha espresso la gratitudine per la solidarietà ricevuta e ha sottolineato la necessità di continuare a combattere per la causa che sua sorella amava così profondamente. Ha affermato che è fondamentale coinvolgere gli uomini e lavorare insieme per prevenire futuri atti di violenza contro le donne. E poi gli interventi dei ragazzi, il commovente elenco delle donne uccise dal 1 gennaio del 2023 fino all'omicidio di Marisa, e l'intervento di Luisa Impastato, presidente dell'associazione "Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato"

La marcia di Salemi è stata un potente richiamo all'importanza di affrontare il problema dei femminicidi e della violenza di genere, purché tutto non cada subito nel dimenticatoio solo dopo qualche tempo. 

 E sulla questione femminicidi, c'è l'intervento della deputata all'ARS del Movimento Cinque Stelle, Stefania Campo, che chiede al presidente della Regione Schifani di rendere operativa la cabina di regia prevista dalla legge del 2020 voluta dal M5S.

“Oltre ai messaggi di cordoglio alle parole di condanna contro la violenza di genere, arrivate giustamente un po' da tutte le parti si deve andare oltre e fare qualcosa di concreto, specie se questo qualcosa è a portata di mano, anzi di firma del presidente delle Regione. Mi riferisco all'applicazione della legge contro la violenza di genere, voluta fortemente dal M5S, approvata dall'Ars nel 2020 e rimasta purtroppo lettera morta”, ha affermato la deputata M5S che mercoledì scorso all'Ars ha ricordato al governo, dallo scranno di sala d'Ercole, come fosse veramente assurdo che una norma importante come questa dopo oltre 3 anni fosse ancora in attesa del decreto attuativo.

In Sicilia – continua la Campo - si legifera poco e male, e quando si riesce a farlo bene, le norme spesso rimangono sulla carta, in attesa di decreti attuativi che non vedono mai la luce. Per la legge contro il femminicidio, fortemente voluta dal M5S, e segnatamente dalla collega Zafarana, eravamo arrivati ad un passo dell'applicazione, visto che è stato redatto il decreto attuativo, per il quale però non arrivò mai la firma del presidente Musumeci. Schifani recuperi ora il tempo perso, rispolveri quel decreto e lo firmi prima possibile. I segnali che contano sul fronte della lotta ai femminicidi vanno fatti con le azioni concrete, non con le belle parole”. “La legge – continua – prevede – l'istituzione di una cabina di regia che dia a tutti gli attori coinvolti nelle attività di tutela e sostegno delle donne che subiscono violenza un alto grado di coordinamento, garantendo così protocolli certi e, di conseguenza, l’attivazione di interventi rapidi ed efficaci”

L'osservatorio sul femminicidio – dice Campo - in questi anni non ha mai fornito un dato che sia uno sul fenomeno, mentre non abbiamo contezza di quali siano le associazioni che ne fanno parte, visto che non esiste un registro o almeno un elenco in tal senso. È ora di cambiare drasticamente rotta e modus operandi”. Sempre sul fronte della lotta al femminicidio, questa settimana è stato accolto a sala d'Ercole un ordine del giorno, a prima firma della deputata M5S Cristina Ciminnisi, che impegna il governo ad avviare percorsi di educazione affettiva nelle scuole.