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05/10/2023 06:00:00

Rifiuti, il pasticcio siciliano. Schifani fa dietrofront sugli impianti. La situazione in provincia di Trapani

 Il governo regionale guidato da Renato Schifani si ingarbuglia da solo sulla gestione dei rifiuti in Sicilia.
E così a pochi mesi dall’approvazione di una norma, sostenuta dalla maggioranza, il governo chiede di ritirare quella stessa norma.

La norma, approvata a luglio, prevede che in Sicilia non si possano realizzare impianti di smaltimento rifiuti entro un raggio di tre km dai centri abitati, anche se i piani regolatori prevedono queste strutture nelle aree interessate.
Nel frattempo la Regione ha iniziato a bocciare quasi tutti i progetti per impianti di smaltimento e gestione dell’immondizia presentati negli ultimi anni. La legge approvata dall'Ars la scorsa estate costringerà pure a una revisione del Piano Rifiuti, già in corso per poter inserire la previsione dei termovalorizzatori. Da una settimana c'è il via libera del governo nazionale e così in Sicilia ora cambia questo paletto fondamentale.
Una vera rivoluzione. Prima il limite dei 3 km era valido solo per chi intendesse realizzare impianti su verde agricolo o vicino al verde agricolo. Adesso si estende a qualsiasi area. E l’effetto è quello di costringere la Commissione tecnica specialistica a dichiarare non conformi tutti i progetti per impianti di smaltimento o gestione (tritovagliatori e non solo) presentati con le vecchie regole e ancora non esaminati.
La norma aveva attirato le critiche dei sindaci che, ad esempio, stavano predisponendo impianti di raccolta rifiuti, come le isole ecologiche, all’interno delle aree urbane.


A queste disposizioni si dovrebbero adeguare anche i nuovi termovalorizzatori che la Regione vorrebbe realizzare.
Adesso il governo Schifani tenta di tornare sui suoi passi chiedendo alla sua stessa maggioranza di abrogare una legge che ha approvato.
In una nota l’amministrazione regionale annuncia i suoi passi: “Il governo Schifani – si legge – presenterà una proposta di legge abrogativa della disposizione sulla distanza dai centri abitati degli impianti di gestione dei rifiuti, prevista nella legge regionale 9 del 2023. La decisione è stata presa in seguito all’incontro tra il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e l’assessore all’Energia, Roberto Di Mauro. Con successivi provvedimenti saranno disciplinate puntualmente le questioni inerenti al settore dei rifiuti”.
Un gran pasticcio per la giunta Schifani, che non riesce a mettere mano concretamente ad una seria riforma sui rifiuti.
L’isola non ha impianti per lo smaltimento dei rifiuti. E questo “intoppo” ritarda ancora di più i tempi per una eventuale costruzione degli impianti. Con costi enormi per i siciliani, perchè i rifiuti devono necessariamente essere spediti all’estero.
Quest'anno, infatti, mandare i rifiuti all'estero avrà un conto salatissimo: 45 milioni, verso la Danimarca.
“Con 45 milioni di euro si sarebbero potute costruire decine di stazioni di compostaggio per la valorizzazione dell’umido che oggi rappresenta oltre il 50% della raccolta differenziata, oppure acquistare impianti per il recupero dei rifiuti indifferenziati che attraverso sistemi a zero emissioni garantiscono la produzione di energia elettrica, invece il Governo della regione continua a perseguire la peggiore delle gestioni possibili”. Ha criticato il Movimento 5 Stelle.
Intanto ai comuni “virtuosi”, cioè quelli che fanno il 65 % di raccolta differenziata stanno per arrivare dei regalini. Si tratta di fondi, irrisori, come premio per aver superato la soglia europea. Il governo regionale ha assegnato 2 milioni di euro da ripartire ai comuni che nel 2021 hanno superato il 65% di differenziata. 


Qui, l’elenco completo in Sicilia.


Ovviamente vanno più soldi ai comuni con più abitanti. In provincia di Trapani sono stati previsti 43 mila euro per Marsala, 28 per Mazara, 26 per Alcamo, 18 per Castelvetrano. Non c’è Trapani, che a quanto pare non ha raggiunto la soglia di “bravura” due anni fa.

 In provincia di Trapani la Srr Trapani Nord ha un nuovo presidente, si tratta di Massimo Fundarò, che sull'impiantistica dice che la provincia di Trapani non è messa male come il resto della Sicilia. E' quasi finita la discarica di Borranea, in cui ci sono lavori in corso che termineranno a gennaio e che consentono di smaltire molti più rifiuti. "Abbiamo due progetti che ci consentirebbero di chiudere la filiera, quello del trattamento meccanico biologico, e l'impianto di compostaggio di Calatafimi", spiega Fundarò. "La provincia di Trapani sarebbe così autonoma, non avrebbe bisogno di portare rifiuti fuori, e questo comporta meno costi e quindi una diminuzione della tassa sui rifiuti per i cittadini". 

 

 



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