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12/10/2023 15:21:00

Messina Denaro, chiesti 13 anni per Andrea Bonafede 

Andrea Bonafede, il cugino omonimo"presta identità" di Matteo Messina Denaro, potrebbe affrontare una condanna di 13 anni di carcere secondo la richiesta avanzata dalla procura di Palermo. L'accusa non lo vede più come un semplice favoreggiatore del capomafia, ma come una pedina chiave nel complicato scacchiere organizzato da Messina Denaro per gestire la sua latitanza.

L'indagine ha preso avvio da un pizzino trovato nella casa della sorella di Messina Denaro, Rosalia, con la scritta "Adenocarc. Il 3 novembre lo so", che faceva parte del diario clinico del capomafia. Questo ha portato all'arresto del latitante e ha spinto il procuratore aggiunto Paolo Guido insieme ai sostituti Gianluca De Leo e Piero Padova a cambiare l'accusa da favoreggiamento a associazione mafiosa per Bonafede, che lavorava come manutentore nel comune di Campobello di Mazara.

Bonafede godeva della massima fiducia di Messina Denaro, tanto che il capomafia ha chiesto il suo aiuto in un momento di estrema difficoltà. Quando Messina Denaro ha scoperto di essere malato di tumore il 3 novembre 2020, Bonafede ha agito velocemente. Ha attivato una nuova scheda SIM e l'ha inserita in un vecchio cellulare precedentemente usato dalla madre e dalla suocera. Da quel momento in poi, il percorso medico di Messina Denaro ha subito un'accelerazione.

I carabinieri del Ros, sotto la guida del procuratore Maurizio de Lucia, hanno tracciato i movimenti dei telefoni il 5 novembre, quando entrambi gli apparecchi si sono collegati alla cella che copre l'ospedale di Mazara del Vallo. Il 6 novembre, i due cellulari sono stati nuovamente localizzati uno accanto all'altro. Questo è il giorno in cui Andrea Bonafede ha utilizzato l'identità di Messina Denaro per accedere all'ospedale per una visita medica.

Dal 9 novembre, i contatti si sono interrotti. Le linee dei telefoni sono rimaste mute per giorni. Il 13 novembre, Messina Denaro è stato operato per la prima volta presso l'ospedale Abele Ajello, due mesi prima dell'altro intervento alla clinica La Maddalena di Palermo. Il 14 novembre, una nuova utenza intestata a Bonafede è stata attivata. L'operaio è stato coinvolto anche nella successiva fase di assistenza a Messina Denaro.

Il 26 ottobre si passerà alla difesa, rappresentata dall'avvocato Tommaso De Lisi, che dovrà anche esprimere la sua opinione sulla richiesta delle parti civili di costituirsi come parti lesionate, dopo che l'accusa è stata cambiata in associazione mafiosa.