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13/10/2023 06:00:00

Sicilia, a Forza Italia non va giù l'asse Schifani-Cuffaro

L’asse che si era creato tra il presidente Renato Schifani e Totò Cuffaro pare subire già alcuni contraccolpi.
L’ala catanese di Forza Italia, che fa capo a Marco Falcone, mal digeriva tutta questa ingerenza della Dc. Un allineamento sulle posizioni di Cuffaro, secondo Falcone, che appiattivano il partito azzurro. La gaffe poi sulla riforma della sanità ha fatto il resto.


Carmelo Pace, DC, in un intervento pubblico aveva dichiarato di non conoscere quella riforma perché il tavolo ristretto sulla sanità ancora non si era riunito. La prima a prendere posizione e distanza è stata Margherita La Rocca Ruvolo, presidente della Commissione Ars Salute: “Il primo organismo a valutare le varie proposte che arrivano dall’assessorato per la Salute o dai parlamentari dovrebbe essere la commissione Sanità dell’Ars, non un gruppo ristretto. Le parole di Pace sono gravissime e lasciano pensare che ci sia una cabina occulta attorno alla sanità siciliana, questo non lo possiamo accettare”.
Le posizioni di convergenza di Schifani su Cuffaro non sono piaciute ad alcuni forzisti ma nemmeno all’MPA, che si ritrova a chiudere un accordo con la Lega, e con i patrioti di Fratelli d’Italia.


 La pentola della sanità può scoppiare da un momento all’altro, ci sono troppe fratture tra i partiti, ad evidenziare poi le falle è direttamente Ismaele La Vardera, Sud chiama Nord, che ha indicato tutte le mancate risposte da parte dell’assessore Volo, nonostante le interrogazioni d’aula.
La Vardera ha preso netta e chiara posizione anche sulla politica di Cuffaro e sul ritorno della DC: “Totò, leggo che sei aperto al confronto di chi non la pensa come Te, ebbene avrei volentieri intavolato un dibatto sulle visioni assolutamente distanti di intendere la politica, avrei volentieri parlato di come ritengo inopportuno invitare alti vertici della sanità siciliana come a voler fare intendere chi sono i filo cuffariani intoccabili, vedo alla tua festa solo inviti di gente allineata alla Dc. Avrei volentieri avuto un confronto sul perché ritengo come una persona che abbia avuto una condanna per mafia, seppur riabilitata, a mio avviso avrebbe dovuto lasciare le redini ai quei giovani cui dice tanto di tenere. Il presidentissimo mi ribatterà che non ha ruoli politici, io gli ricordo che è molto più potente chi sceglie le nomine, che non chi siede nei posti chiave. Ebbene in un silenzio stantio di una rivendicazione di Sicilia cuffariana avrei ricordato a Totò le distanze madornali dal suo modo di fare e di intendere la politica”.
Il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, è intanto impegnato a Monza per le elezioni suppletive del Senato della Repubblica. 



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