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18/11/2023 06:00:00

"Il 25 novembre e quello che serve contro la violenza sulle donne"

Gent.mo Direttore
Dopo aver letto l’articolo pubblicato dal Suo giornale dal titolo “Violenza sulle donne, un’emergenza sociale che non si combatte con la retorica”, vorrei proporLe alcune riflessioni.

L’appello a superare ogni forma di retorica e ad evitare le tante commemorazioni o momenti di riflessione che verranno organizzate, la prossima settimana, in tutta Italia e anche nella nostra provincia, è di certo legittimo, ma tuttavia rischia di scadere nel benaltrismo, fenomeno egualmente pericoloso.

Come Presidente della Commissione Pari Opportunità, di cui fanno parte Associazioni ed Enti da tempo impegnati, a vario titolo, sulle tematiche delle pari opportunità, mi permetto rappresentare che anche i segni, i gesti, le iniziative come le tavole rotonde, le presentazioni di libri sul tema, i dibattiti, gli eventi di formazione ed aggiornamento, servono, perché a dire il vero, tutto serve.

Non c’è qualcosa che “serve di più” e altro che “serve meno” per il contrasto alla violenza sulle Donne. Serve parlarne, sempre di più, serve far sapere alle donne vittime di violenza che devono denunciare e allontanarsi dal loro aguzzino nel caso in cui la violenza avvenga in famiglia.
La violenza di genere è un fenomeno, non un’emergenza, di tipo culturale, perché è conseguente ad un’educazione patriarcale ed a una visione della società maschilista, poco sensibile alle reali istanze delle Donne che lavorano, che rivendicano un ruolo sociale e politico che non sia solo quello di madri, moglie e compagne (angeli del focolare per intenderci).

Il recente film della Cortellesi - inaspettato successo di botteghino - la dice lunga sull’attenzione che il fenomeno della violenza sulle Donne suscita. Purtroppo, quelle immagini in bianco e nero non fanno riferimento al passato ma sono attuali e rispecchiano una condizione, soprattutto psicologica, che tante donne vivono tutti i giorni.

I segni servono e svilirne la portata è allo stesso modo controproducente e rischia di divenire pericoloso. Perché un segno, una manifestazione, un dibattito, sono momenti di condivisione, ma anche di assunzione di responsabilità e possono essere strumento per una reale ed efficace convergenza di intenti, di visioni e di strategie perché la comunità tutta, assuma contezza della gravità del fenomeno.

Serve la rete tra le Istituzioni, le Forze dell’Ordine, le Associazioni, i C.A.V. , la Scuola, i Professionisti che a vario titolo possono essere punto di riferimento e stimolo per cambiare il modo di pensare di quegli uomini che considerano le donne e spesso anche i figli , una loro proprietà.
Serve la Rete con i Centri Sociali, i centri di aggregazione, i rappresentanti di ogni Fede Religiosa per raggiungere le periferie, sia quelle geografiche che quelle sociali.

Poiché siamo convinte che anche i simboli sono importanti, le Commissioni Pari Opportunità insieme agli Assessori/e alle Pari Opportunità della Provincia di Trapani, hanno scelto di illuminare di rosso, per la giornata del 25 novembre, un edificio istituzionale; per Marsala sarà Palazzo VII
Aprile, sede del Consiglio Comunale.

È un solo segno, ma sarà visibile, sarà lì. A Marsala come in altre città.
Sappiamo che c’è ben altro.
Ma intanto lasciamo un segno.
Magari da quel segno nascerà altro.

Giuliana Zerilli