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25/11/2023 06:00:00

Pantelleria, crocevia di trafficanti di uomini dove mancano i diritti

Pantelleria crocevia di trafficanti di esseri umani. Meta meno “spammata” sui media rispetto a Lampedusa. E su cui si interessa meno anche il governo Meloni. Eppure l’isola che dista appena 35 miglia dalla costa tunisina è terra di approdo e di permanenza, con un hotspot che presenterebbe gravi criticità.

Mente il governo Meloni si fa bocciare dall’Unione Europea l’accordo con l’Albania per “esternalizzare” i migranti in arrivo in Italia, a Pantelleria si registra una situazione piuttosto critica. E’ quello che emerge, ad esempio, dal report Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. Uno studio realizzato nell’ambito del progetto InLimine, e nel quale viene evidenziata nell’hotspot di Pantelleria, luogo di frontiera, l’esistenza di “gravi criticità con riferimento al rispetto dei diritti delle persone straniere in arrivo presso l’isola”. Tra i profili di maggiore criticità figurano “le pratiche di detenzione illegittima e gli ostacoli all’accesso al diritto di difesa; l’inadeguatezza dell’attività di informazione e la totale assenza di assistenza legale; le pratiche di ostacolo all’accesso alla richiesta di asilo; la violazione della libertà di corrispondenza telefonica, alla luce dell’illegittimo sequestro del telefono delle persone in arrivo, che permangono, quindi, in una condizione di totale isolamento”.

Lo studio evidenzia come Pantelleria sia un luogo meno spettacolarizzato ma comunque al centro della gestione dei flussi migratori. E’ un’isola in cui gli arrivi sono significativi. Il numero di cittadini stranieri transitati dal punto di crisi, nel periodo dal 4 agosto 2022 al 18 aprile 2023, è di 4507 persone, di cui 661 minorenni (tra cui minori stranieri non accompagnati) giunti sull’isola nell’ambito di 381 eventi di sbarco . Negli ultimi mesi però gli sbarchi non si sono arrestati, e quelle appena citate sono cifre, quindi, in aggiornamento. È da qui che inizia un percorso che inserisce le persone migranti nella filiera che collega la Tunisia a Pantelleria e Trapani.

Il report evidenzia, in particolare, la situazione che si vive nell’hotspot, parlando di vera e propria “detenzione” e “privazione di libertà”. In seguito ad un periodo di permanenza variabile la struttura pantesca e compatibilmente con le condizioni metereologiche, previa disposizione della Prefettura di Trapani, le persone giunte a Pantelleria via mare sono trasferite a Trapani di regola a mezzo traghetti di linea. A Trapani vengono condotte presso il Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR), snodo di fondamentale importanza nelle politiche di gestione e controllo istituzionale degli arrivi che caratterizzano questo versante della Sicilia. In questa struttura, le persone sono sottoposte a formale fotosegnalamento da parte dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Trapani, responsabile anche dello svolgimento di attività di polizia giudiziaria e amministrativa, tra cui la determinazione della condizione giuridica dei cittadini stranieri.” A Pantelleria, infatti, non è presente al momento l’Ufficio Immigrazione della Questura di Trapani, ma sarebbe in via di apertura una specifica postazione. Infatti, il 10 maggio 2023 la Prefettura di Trapani rappresenta che all'interno del Punto Crisi non vengono ancora eseguite le operazioni di identificazione e foto-segnalamento in mancanza delle dotazioni necessarie per lo svolgimento di tali procedure che sono in fase di reperimento. Situazione che persiste ancora attualmente” rivela il report.
Lo studio parla di condizioni di “illegittima privazione della libertà personale che era stata monitorata anche negli anni precedenti con riferimento alla struttura di primo soccorso e accoglienza adibita presso l’ex Caserma Barone, dove i cittadini e le cittadine straniere permanevano per tempi variabili, in assenza di base legale e di verifica da parte dell’autorità giudiziaria in attesa del trasferimento presso il CPR di Trapani”.

In questo contesto è fondamentale garantire la libertà di comunicazione e corrispondenza ai migranti. Invece il Punto di Crisi non dispone di telefoni fissi. Alle persone migranti verrebbe fornita una scheda di telefonia mobile per consentire loro di effettuare chiamate internazionali. Le persone migranti potrebbero utilizzare i propri telefoni cellulari in orari prestabiliti, al fine di evitare potenziali turbative dell'ordine e della sicurezza pubblica. Secondo quanto riferito dalla cooperativa Misericordia, che gestisce il centro, durante il sopralluogo effettuato dagli operatori, il telefono sarebbe comunque utilizzabile solo alla presenza del mediatore culturale, senza alcuna tutela della privacy delle persone, assenza di riservatezza ritenuta necessaria per evitare che lo straniero possa comunicare messaggi pericolosi per la sicurezza nazionale.
Un centro, quello di Pantelleria, che definirlo di frontiera è poco.