"Lavoro, figli, futuro: ecco perchè vado via da Trapani e dalla Sicilia". Il video
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Una lettera di addio a Trapani e alla Sicilia, pubblicata su Tp24, scritta di getto e con il cuore in mano è diventata un caso mediatico. A scriverla è Beatriz Borges, brasiliana poliglotta e giornalista del El Pais, che ha scelto di seguire il cuore e vivere in questo pezzo di Sicilia. Qui è diventata mamma ed è proprio la difficoltà di poter crescere nel migliore dei modi i suoi bimbi che ha portato lei e suo marito a decidere di lasciare Trapani.
“Crescere i figli qua era una decisione che io vedevo proprio a lungo termine – racconta Beatriz - Io pensavo che sarei riuscita a trovare una sistemazione, un lavoro decente, una cosa stabile. Ma non è accaduto. Ci ho provato anche a Palermo. Non è stato possibile”. Una famiglia sana e unita con difficoltà economiche serie, come tanti nel post pandemia.
Beatriz spiega che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la chiusura della mensa, che ha significato una gestione dei piccoli incompatibile con gli orari di lavoro. Non avere la mensa a scuola, “per una mamma che lavora, significa dover prendere il figlio prima o portare il pranzo e lasciarlo riscaldare sul termosifone (dela scuola ndr) che è quello che stiamo facendo adesso. E anche per chi ha l’Isee basso, avere difficoltà a pagare questa mensa privata che si sta organizzando a scuola per ora”.
Il servizio mensa scolastica ha un costo di 4 euro a bambino per chi ha un Isee basso e regolarmente dichiarato in piattaforma entro il 31 gennaio, come specificato dal servizio on line “Ristocloud” dedicato. Beatriz ha un Isee basso, ma non abbastanza per rientrare nella “scontistica”.
Ma la mensa non è l’unica remora che l’ha spinta a scrivere il post sui social. Trapani non ha una società sostenibile, ancora. “Io sono la persona che cambia strada per non vedere l’immondizia vicino alla scuola Pagoto” spiega a malincuore Beatriz, e poi c’è la rassegnazione di chi non fa nulla e non denuncia.
Le reazioni sui social sono tante e le opinioni divisive. C’è chi concorda e chi dissente con una testimonianza simile ma con esito diverso, come quella di Maria Antonietta Angileri: “Sempre sbagliato generalizzare cara ragazza! ...sono d'accordo su alcuni aspetti descritti da lei, ma in questa terra, certo bistrattata da molti suoi figli, ci sono tante persone oneste che il lavoro se lo sono anche costruito da sé, con tanti sacrifici e sudore, onestamente e senza compromessi ...io faccio un brindisi a questi coraggiosi, che hanno deciso di darsi un futuro senza abbandonare le proprie radici e cercano ogni giorno, di cambiare qualcosa per migliorare.......ma senza scappare!!! Ognuno fa le sue scelte, certo! ... ma denigrare tutti e fare di tutta l'erba un fascio, non è mai corretto ...io sto dalla parte dell'erba che resta e combatte ...per amore. Ve lo dice una che ha lasciato il Nord Est, dove aveva un lavoro (mai cercato, ma a cui è stato offerto)”
E alla fine Beatriz, in modo pacato conclude: “Ci sono molti che riconoscono la veridicità delle mie parole, vedendo cosa c’è per strada. Ma sono comunque rassegnati. Io sono una persona molto positiva. Ho trovato difficoltà però a trovare persone come me, che vogliono cambiare la realtà. Ho trovato molti stranieri, non persone di qui. Mi dicono ma chi sei tu per voler cambiare il mondo? Io non sono nessuno, e no sono riuscita a cambiare nulla. Infatti me ne vado -conclude Beatriz -. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, ma dobbiamo far vivere i nostri figli. Non possiamo vivere di progetti sociali e di sogni”.
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