Quantcast
×
 
 
21/02/2024 06:00:00

Sicilia. Sanità allo sbando e senza medici, ma si pagano (profumatamente) i privati...

 Sanità siciliana non solo in bilico ma allo sbando, l’assessora regionale Giovanna Volo sembra non vedere, oltre che non esercitare la delega, i problemi incancreniti della sanità, che poi si ripercuotono sui cittadini.

Nessuna assunzione di responsabilità per la Volo, per Salvatore Iacolino, che è alla programmazione strategica della Sanità, nemmeno per il governatore Renato Schifani.
All’ospedale Villa Sofia di Palermo il caso che si è creato dovrebbe fare tremare tutti, invece ci si limita a dichiarazioni tampone, che non risolvono e che sviliscono soprattutto i medici.
L’annoso problema di carenza organica è stata risolta attingendo a medici forniti dal privato pagati con un budget straordinario.

Nessun bando pubblico ma un appalto con una azienda privata al costo di 110 euro l’ora, quando un medico di pronto soccorso viene pagato appena 20 euro l’ora.

I medici chiamati in urgenza, trattasi soprattuto di ortopedici,  vengono pagati cinque volte in più, in spregio a chi è in corsia senza guardare orari e ferie, accollandosi un carico di lavoro enorme ma con uno stipendio non adeguato.

Villa Sofia così paga un extra che pesa su tutto il bilancio ma la beffa è che questi medici, ingaggiati come l’oro, non possono effettuare alcuna operazione ma prestano solo una consulenza, dunque chi deve effettuare un intervento chirurgico di natura ortopedica viene indirizzato verso altri presidi ovvero verso il privato convenzionato.
Stessa cosa per la guardia medica, servizio che è stato affidato alla ditta “Medical line consulting”.

Si ricorre, dunque, alle aziende esterne per il reperimento di medici che vengono pagati cinque volte in più rispetto ai già strutturati presenti in corsia. Un corto circuito e un imbuto in cui la sanità siciliana difficilmente uscirà vincente. Il pubblico è destinato così a scomparire, la fuga dei medici sarà tutta verso il privato e l’estero, dove a fronte di ore certe di lavoro hanno un compenso maggiore e meno responsabilità.

Nessuno delle istituzioni preposte pare tamponare il problema se non attraverso dichiarazioni che non lo risolvono e che di fatto poi minano il diritto alla salute.
Il dato drammatico poi riguarda tutto il Paese con un sud indietro rispetto alle regioni del nord, i livelli essenziali di assistenza non sono omogenei.
Americo Cicchetti, direttore generale della programmazione sanitaria al Ministero della salute è stato udito dalla relativa commissione.
Cicchetti fa riferimento agli indicatori principali che sono 22 che a sua volta si riferiscono a tre macro-aree: l’attività di prevenzione, l’assistenza distrettuale e quella ospedaliera – in cui la sufficienza si raggiunge con un punteggio di 60 su 100.
Le Regioni che non adempiono ai Lea perdono una parte del finanziamento sanitario governativo. In questo nuovo quadro le Regioni ad avere criticità non sono solo quelle del sud ma pure quelle del nord-ovest come Piemonte e Liguria, del centro come Lazio e Abruzzo.