L'inchiesta sulla cooperativa "Nido d'Argento" e l'imprenditore che ha ideato "Borgo Parrini"
L'inchiesta della Procura di Palermo su corruzione e favori per ottenere commesse pubbliche nel settore dei servizi sociali ruota attono alla cooperativa Nido d'Argento e al suo fondatorte e ideatore Giuseppe Gaglio, promotore del "Borgo Parrini" dove avvenivano anche gli incontri tra i funzionari collusi.
L'inchiesta travolge diversi imprenditori e funzionari di diversi comuni siciliani tra i quali Marsala, con la funzionaria Maria Pia Falco e l'ex dirigente Nicola Fiocca. E sono dodici in totale le misure cautelari eseguite, con tre persone finite in carcere, sei ai domiciliari e tre sospese dal servizio nel blitz dei carabinieri della Compagnia di Partinico.
Chi è Giuseppe Gaglio - L’elenco degli arrestati in carcere vede in prima fila Giuseppe Gaglio, 61 anni, di Partinico, ideatore e promotore del fenomeno “Borgo Parrini” che, con un vero e proprio “boom”, ha attirato migliaia di turisti per ammirare casette ricoperte di mosaici e maioliche che ricordano il lavoro di Gaudì. Gaglio è legale rappresentante e presidente del Consiglio d’amministrazione della società cooperativa “Nido d’argento”. Sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione del Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e del Procuratore aggiunto Paolo Guido, ad avvicinare e corrompere i pubblici ufficiali affinché ottenesse appalti nel settore del sociale da diversi comuni siciliani: dall’assistenza agli anziani ai centri estivi. Fino al 2022 è stato presidente del Consiglio direttivo e rappresentante dell’associazione “Borgo Parrini” dove ci sono stati gli incontri con “funzionari e dirigenti collusi”.
"Borgo Parrini" - Gaglio è l'iniziatore del percorso di recupero e rilancio, come detto, del Borgo Parrini. Un luogo abbandonato fino a quando Gaglio non acquistò una delle case e la rese molto attrattiva. I pochi abitanti del borgo si preoccuparono di abbellire le loro case e presto, tra colori, murales e mosaici il borgo divenne quello che è oggi, un luogo frequentato da molte persone, turisti compresi. Sui muri di alcune abitazioni si leggono frasi di Gandhi e Mandela e le parole dello stesso Gaglio: «Io compongo frammenti di poco conto che insieme riprendono vita sprigionando bellezza e speranza». Proprio Borgo Parrini trova spazio nelle carte dell'operazione anti-corruzione dei carabinieri.
Nido d'Argento - "Al centro dell'inchiesta c'è la Nido d'argento, una coop del terzo settore trasformata in una gallina dalle uova d'oro per Gaglio e i suoi complici. Come? Collezionando appalti pubblici grazie a una rete di funzionari compiacenti. Massimiliano Terzo, braccio destro di Gaglio, era il deus ex machina di questo sistema. "In ogni posto, un amico", era il suo motto. La cooperativa nata nel 1997, lavora esclusivamente nell’ambito sociale. Si occupa di assistenza igienico personale nelle scuole, asili nido, servizio educativo domiciliare, servizio domiciliare per anziani e disabili, gestione centri diurni e case di riposo. Nel tempo ha ampliato le sue attività impegnandosi in progetti per il contrasto alle «nuove povertà». Da piccola realtà del sociale nel giro di pochi anni diventa una delle più grandi cooperative in Sicilia con un fatturato annuo di circa 13 milioni di euro e oltre 1.250 dipendenti.
Il sodalizio criminale - L'inchiesta descrive un vero e proprio sodalizio criminale. Francesco Chiavello, dipendente part-time del Comune di Partinico, era in realtà il "disbrigo pratiche" della "cricca Gaglio". "La cooperativa è di chi ci lavora e di tutti e tre che collaboriamo", diceva a Terzo, ammettendo di non essere in grado di gestirla da solo. "Penso che quanto ti sei preso tu, ti sei preso tu, mi sono preso io e ti sei preso tu". Un altro "socio" era Giuseppe Chiaramonte, "l'uomo del cashback", specializzato nel reperire denaro contante per mazzette, regali e cene.
I funzionari compiacenti - Michela Scalafati, dirigente della Città Metropolitana, e il marito Giovanni Dalia, avevano invece favorito la coop a Palermo, dove si occupava del trasporto di studenti disabili a prezzi gonfiati. "Lui gonfia", ammetteva Scalafati con il marito. "Questo mese, sai quanto ha fatturato? 400mila euro. Con gli stessi numeri di ragazzini che aveva prima. Ma è pazzo, secondo te io posso rigiustificare i suoi introiti?". Un collier di smeraldi, cene in ristoranti di lusso e persino un regalo per il marito l'hanno convinta a chiudere un occhio.
Politica e favori - A Gela, la politica era fondamentale per il sodalizio. L'ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo è accusato di aver ammansito il commissario di gara Antonio Geraci per 2mila euro, aggirando la presidente. Gaetano Di Giovanni era invece "il deo", in grado di assicurare liquidazioni di fatture e appalti, addomesticare gare e "sistemare commissioni". A San Cataldo, Aldo Raimondi ("Aldo Gnam") aveva garantito alla Nido d'argento una commissione di gara compiacente in cambio dell'assunzione di una sua amante.
La funzionaria e l'assunzioe della figlia - Una funzionaria del Comune di Balestrate, Maria Rita Milazzo, secondo gli inquirenti, avrebbe favorito una cooperativa, la "Nido d'argento", in cambio dell'assunzione della figlia. La Milazzo avrebbe fornito alla cooperativa informazioni riservate su bandi di gara e finanziamenti, consigliando anche su come impostare i progetti per ottenere i fondi. Avrebbe inoltre aiutato la cooperativa a suddividere l'appalto per i centri estivi in modo da favorirla.
Le intercettazioni - Le intercettazioni telefoniche e ambientali degli inquirenti hanno portato alla luce diverse conversazioni compromettenti tra la Milazzo e Massimo Terzo, un dipendente della cooperativa. In una di queste conversazioni, la Milazzo dice a Terzo: "Ti volevo chiedere ma c'è possibilità di lavorare per mia figlia?". E Terzo risponde: "Allora noi dobbiamo vedere intanto come funziona... cioè... se noi riusciamo ad acchiapparne qualcuno sì, certo!".
Le parole del presidente di Legacoop Sicilia - «È importante - ha commentato a proposito dell'operazione il presidente di Legacoop Sicilia Filippo Parrino - che, nel caso in cui vengano confermate le accuse, vengano applicate le massime condanne in modo da inviare un chiaro segnale che la corruzione non sarà tollerata nel settore della cooperazione sociale, né in nessun altro settore».
Riguardo all'indagine che ha portato agli arresti della funzionaria del comune di Marsala attualmente in servizio, Maria Pia Falco, e l’ex dirigente Nicola Fiocca, il sindaco Massimo Grillo dichiara: “La mia Amministrazione, venuta a conoscenza delle indagini in corso su fatti che risalivano già ad anni precedenti la mia amministrazione, nel maggio 2022 aveva provveduto al trasferimento, in via prudenziale, della dott.ssa Falco dall’ufficio dei servizi sociali in cui operava ad altro settore.
Così come previsto dalla normativa vigente il dirigente al personale ha oggi provveduto alla sospensione della funzionaria dal servizio. In questi anni la mia Amministrazione è stata impegnata in prima linea per garantire il massimo della legalità e della trasparenza delle procedure anche avviando percorsi di rotazione di funzionari e dirigenti".
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