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21/04/2024 06:00:00

Cento giovani scout: "La nostra lettera ai politici e agli amministratori, per cambiare"

 Cordiali amministratori del territorio,

siamo solo 100 degli scout AGESCI della "Zona dei Fenici", ma prima di questo, siamo i vostri giovani di oggi e domani, pieni di sogni e tanta voglia di fare. Proprio per questo nei giorni 16 e 17 marzo abbiamo organizzato un evento di zona con lo scopo di conoscere il nostro territorio provinciale in ambito delle sue possibilità lavorative e non relative alle peculiarità delle varie città e quanto questo effettivamente soddisfi i nostri bisogni e ci faccia crescere. In seguito però a delle circostanze discutibili riscontrate nel confronto fatto tra di noi sul tema, abbiamo riflettuto su alcune problematiche comuni e ci rivolgiamo a voi per discuterne, al fine di trovare soluzioni concrete volte al miglioramento.

Quest’ultime sono:

  • Debolezza dei mezzi di trasporto e infrastrutture:

  • Forse la problematica più quotata tra noi, avvalorata proprio da un “incidente di percorso” avuto dai ragazzi di Alcamo, i quali in data 16/03/2024, non hanno potuto prendere il treno per raggiungere Marsala, luogo d’incontro comune, a causa di un incendio. Il problema non sta però nell’imprevisto naturale, ma nel fatto che, considerata l’impossibilità di salire sul primo mezzo, sarebbe dovuto intervenire un secondo mezzo di trasporto che non è mai arrivato. Serve tempo e impegno per organizzare e portare avanti un’attività con persone di diverse città e, in questo caso, ciò che sta alla base sono i trasporti. Si pregano gli amministratori del territorio di intervenire in maniera attiva su questa grande problematica, affinché le nostre città possano portare avanti queste importanti occasioni di confronto.

  • Sfiducia nei riguardi della “next generation”:

  • Abbiamo ascoltato la testimonianza di un giovane imprenditore, che ha deciso di prendere al volo un treno, dopo essere fuoruscito dalla sua terra, per scappare al nord, laurearsi e stanziarsi. Nonostante però la sua vita fosse “stabile”, la realizzazione di se stesso era ancora distante, ha deciso dunque di ritornare al sud, per raccogliere tutto ciò che la sua terra aveva in serbo per lui.

    Un giovane forse ritenuto folle dalla società per aver lasciato il famoso “posto fisso” per inseguire i suoi sogni, folle perché molto spesso la generazione che ci ha preceduti, crede poco nelle nostre capacità e dunque non ci dà la possibilità di dimostrarle e questa sfiducia si manifesta soprattutto in ambito bancario, monetario in cui ad esempio se si decide di portare avanti una start-up o un’impresa che non sia di famiglia, bisogna che un giovane porti anche le “firme dei nonni della settima generazione” per garanzia. Questa sfiducia porta inoltre ad avere grandi gap generazionali che portano ad una mancata comprensione delle vere esigenze territoriali e dunque anche di investimenti di soldi europei come quelli del PNRR che non vanno ad ottenere il loro più non corretto ma utile, uso.

    Chiediamo dunque di avviare ad esempio più consulte rappresentate da noi giovani, in modo tale da crescere, imparare e comprendersi reciprocamente.
     

  • Noi giovani siamo catapultati in una società dove vale di più la cosiddetta “performance” piuttosto che l’essenza dell’individuo.

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    “Gymnasium” significa palestra, la scuola, la nostra palestra di vita, la quale dovrebbe insegnarci ad essere cittadini di questo mondo, portatori di idee, di spirito critico, ma soprattutto, dovremmo imparare ad accrescere le nostre passioni. Spesso, purtroppo, ciò non accade, perché proprio tutto questo, diventa il nemico dei nostri progressi. 

    Nessuno, o quasi, ci incoraggia qui a coltivare le nostre passioni: uno sport, un hobby, lo stesso scoutismo, sono considerate all’interno delle scuole delle “belle esperienze” ma che sottraggono agli occhi dei nostri educatori una mera perdita di tempo o al limite “una bella esperienza, ma l’impreparazione te la do lo stesso”. Vogliamo che la scuola includa attività che impegnino noi giovani nell’accrescimento del nostro potenziale, della nostra persona, del nostro vivere con l’altro, nella messa pratica di ciò che vada al di là di una preparazione mnemonica da aver pronta per il giorno dopo.

    L’ideale sarebbe che la scuola stessa ci fornisse nuovi stimoli con la conseguente messa in pratica di questi, affinché teoria e pratica possano collaborare per formarci. Come facciamo a far coesistere la scuola, che a quanto pare ci vuole pieni di contenuti a breve termine ma vuoti di esperienze e metodo, e la nostra vita?

     

    "Vi terrete sempre pronti, in spirito e corpo, per compiere il vostro dovere" e ancora “Andiamo e non vai se vuoi che qualcosa venga fatto”, diceva il nostro fondatore Baden Powell.

    Noi siamo pronti a fare tutto ciò che serve per sfruttare al meglio le grandi risorse del nostro territorio nel quale abbiamo tanto voglia di vivere e dal quale non vorremmo “scappare”. Detto ciò, esposte le precedenti problematiche, confidiamo in voi per una risoluzione effettiva di queste. In attesa di un riscontro, rimaniamo pronti a servire, secondo la nostra promessa scout.

    Vostri, scout zona dei Fenici.