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21/06/2024 06:00:00

Case abusive in Sicilia, il rischio sanatoria e le demolizioni a rilento

L'abusivismo edilizio in Sicilia rappresenta una piaga che influisce pesantemente sull'ambiente e sul territorio. La gestione delle costruzioni illegali lungo le coste vede posizioni contrastanti tra diversi comuni, leggi in evoluzione e un dibattito acceso su come affrontare il problema.  

Sanatoria e stop 
La proposta di una sanatoria per le case abusive costruite entro 150 metri dal mare, presentata da Fratelli d'Italia, ha bloccato le demolizioni a Erice, mentre a Carini le villette continuano a essere abbattute. Due comuni guidati dal Partito Democratico, ma con approcci diversi: a Carini, il sindaco Giovì Monteleone ha demolito 19 case sul mare solo quest'anno, restituendo la spiaggia alla collettività. A Erice, invece, la sindaca Daniela Toscano ha sospeso le demolizioni in attesa dei risultati parlamentari sulla proposta di legge, causando malcontento tra i cittadini che hanno già visto le loro case abbattute.

A Erice, dal 2019 al 2022 sono state demolite circa 25 villette sulla costa, ma le operazioni si sono fermate a causa della proposta di sanatoria. I proprietari delle case demolite si sentono ingiustamente penalizzati rispetto a chi ha potuto evitare la demolizione grazie al blocco imposto dalla possibile legge. La sindaca Toscano nega che ci sia stato un diktat da parte degli uffici comunali, attribuendo la sospensione delle demolizioni ai contenziosi legali in corso. Tuttavia, molti cittadini percepiscono che basti un semplice annuncio di sanatoria per bloccare tutto, alimentando ulteriormente il malcontento.

Il dilemma della retroattività
La legge siciliana che vieta le costruzioni entro 150 metri dalla costa è al centro di una controversia legale che sarà decisa dalla Corte Costituzionale. Il caso della signora C.A. a Sciacca, che si è vista respingere la richiesta di condono per una casa costruita nel 1982, solleva questioni di legittimità costituzionale. La legge regionale 78/76 vieta la sanatoria delle opere realizzate dopo il 1976, applicando retroattivamente il vincolo dei 150 metri.

La signora C.A., attraverso i suoi avvocati, sostiene che si debba applicare il limite dei 100 metri stabilito dal precedente Piano Comprensoriale n. 6, poiché il suo immobile, pur trovandosi entro i 150 metri, dista comunque più di 100 metri dalla costa. Inoltre, mette in dubbio la legittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge regionale 15/91, che ha applicato retroattivamente il vincolo dei 150 metri. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha ritenuto fondate le obiezioni di incostituzionalità e ha sottoposto la questione alla Corte Costituzionale. La decisione della Corte potrebbe avere un impatto significativo su migliaia di proprietari di immobili abusivi in Sicilia, influenzando il futuro dell'assetto urbanistico e della tutela del paesaggio.

Il Decreto Salva-Casa e le polemiche
Il recente decreto Salva-casa, promosso dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, mira a snellire e sburocratizzare il sistema edilizio italiano, ma ha già sollevato forti polemiche. Legambiente ha criticato la norma come un incentivo a nuovi abusi edilizi, mentre Salvini difende il provvedimento come una misura per risolvere situazioni di incertezza giuridica. In Sicilia, il tema è già stato discusso all'Assemblea regionale, con una proposta di sanatoria per le case abusive al mare costruite prima del 1985.

La Sicilia, con circa 200-250 mila immobili abusivi realizzati tra il 1976 e il 1984, è al centro della "cementificazione selvaggia". Secondo i dati, negli ultimi anni si è registrato un incremento del 9% delle case abusive. La situazione è critica non solo nell'Isola, ma in tutto il Sud Italia, dove le abitazioni costruite illegalmente superano il 40% delle nuove costruzioni.

Il decreto Salva-casa introduce nuove tolleranze costruttive, variabili dal 2% al 5% a seconda della superficie dell'abitazione, e amplia il perimetro delle tolleranze esecutive. La misura include anche permessi per installazioni di tende da sole e porticati all'interno degli edifici, semplificando ulteriormente le procedure edilizie. La doppia conformità viene limitata ai casi di abuso più gravi, permettendo di ottenere il permesso di costruire e presentare la segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria se l'intervento risulta conforme alla disciplina urbanistica vigente.

Il decreto prevede incentivi per i comuni nell'attività repressiva e nella rimozione delle opere abusive, oltre a ridurre gli oneri amministrativi per i cittadini. Tuttavia, resta da vedere l'impatto effettivo di queste misure sulla gestione dell'abusivismo edilizio in Sicilia e sulle future politiche di tutela del territorio.