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19/07/2024 06:00:00

Francesco Todaro da Monopoli: “Affidare la depurazione alle piante”

 Ci scrive Francesco Todaro da Monopoli, in Puglia, dopo aver letto il nostro articolo sul depuratore di Marinella di Selinunte e delle sue condizioni pericolose per l’ambiente (ne abbiamo scritto qui).

Il signor Todaro è un tecnico di impianti a basso impatto ambientale, che ha contattato la nostra redazione per suggerire un tipo di depurazione completamente diversa da quella che fino ad oggi siamo abituati a concepire.

Gli abbiamo fatto qualche domanda.

 

Che tipo di depurazione è? Che differenza c’è con i metodi ormai consolidati degli impianti comunali?

 

E’ la fitodepurazione. Per depurare le acque reflue vengono utilizzate delle piante. Anche se dalle nostre parti può sembrare rivoluzionario, si tratta di un sistema già in uso su larga scala in America latina, Cina, Vietnam, Thailandia… Le piante, attraverso le loro radici, “bevono” i reflui, senza il concorso di alcun procedimento chimico o meccanico.

 

Che tipo di piante? Ed in caso di reflui cittadini, accumulati in una grande vasca di raccolta, praticamente come verrebbero utilizzate?

 

Per esempio, il vetiver. Ho fatto personalmente delle prove con gli scarti della molitura delle olive, le cosiddette acque di vegetazione, ed il vetiver le assorbe. E cresce, regalando verde e ossigeno, come dimostrano le nuove radici bianche. Per grossi quantitativi si potrebbero utilizzare delle specie di zattere che permetterebbero al vetiver di pescare il proprio nutrimento, rimanendo in contatto col  refluo da depurare. Sono piante in grado di assorbire praticamente qualsiasi refluo (anche scarti di detersivi o metalli pesanti).

Le frontiere della fitodepurazione sono infinite. Sul web si trovano tutte le informazioni che occorrono. Se si cominciasse davvero ad interessarsi a questo tipo di procedimento, ne guadagnerebbe l’ambiente e si risparmierebbero tanti soldi.

 

E quando queste piante diventano troppo grandi, che succede?           

 

Si potano. E le parti tagliate si possono smaltire come qualsiasi rifiuto verde.

 

Di seguito riportiamo le foto del signor Todaro della prova fatta con le acque di vegetazione. Si vede come la pianta, dopo l’assorbimento, sia cresciuta. Da notare, come si diceva, le nuove radici bianche.

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