Negli ultimi giorni, la questione del caro vacanze e dello sfruttamento dei lavoratori stagionali in provincia di Trapani, ed in particolare nelle mete turistiche, come le Egadi o San Vito Lo Capo, ha dominato le cronache, suscitando polemiche tra turisti e operatori del settore turistico. In risposta a queste critiche, la Confesercenti di Trapani ha inviato una lettera alla redazione di Tp24, offrendo chiarimenti e difendendo le imprese locali.
Confesercenti sottolinea che, mentre le segnalazioni dei turisti hanno attirato l’attenzione mediatica, si rischia di ignorare il comportamento virtuoso della maggior parte delle imprese turistiche che operano nel pieno rispetto delle regole e offrono servizi di alta qualità. L’associazione di categoria ricorda l’importanza di monitorare le condizioni di lavoro dei dipendenti, evidenziando che molti esercizi rispettano la contrattualistica di settore nonostante le difficoltà degli ultimi anni, come la crisi energetica e le problematiche legate all’aeroporto di Trapani - Birgi.
Nel caso specifico delle lamentele di un turista a Favignana, Confesercenti spiega che i prezzi più elevati sull'isola sono giustificati dai maggiori costi sostenuti a causa dell’insularità e della stagionalità dell’economia locale. L’associazione respinge inoltre le accuse di diffuso lavoro nero e condizioni precarie per i dipendenti, affermando che la maggioranza delle imprese opera nel rispetto delle norme e dei contratti di lavoro.
A dimostrazione del loro impegno, Confesercenti ha recentemente firmato un nuovo contratto collettivo con i sindacati dei lavoratori della filiera del turismo, che prevede tutele per i lavoratori stagionali, comprese la sicurezza sul lavoro, la copertura previdenziale e assicurativa.
La provincia di Trapani, nota per le sue splendide spiagge e le affascinanti località turistiche, sta vivendo una situazione preoccupante nel settore del lavoro stagionale. Recenti segnalazioni e denunce da parte di lavoratori e sindacati hanno portato alla luce una realtà fatta di paghe basse, lavoro nero e condizioni di lavoro al limite della legalità.
Il settore della somministrazione in bar, ristoranti, hotel e altre strutture turistiche sembra vivere in un "mondo parallelo" dove le normative vengono spesso ignorate o reinterpretate in modo da sfavorire i lavoratori. Questo crea un mercato del lavoro che si auto-regola verso il basso, con stipendi reali che spesso non raggiungono nemmeno la soglia di povertà.
Una delle lavoratrici che ha deciso di raccontare la propria esperienza è Anna, che ha descritto una situazione di sfruttamento e irregolarità diffusa. "Lavoro in un ristorante del centro di Trapani e la mia paga oraria, che include straordinari e festivi, è di soli 7 euro. Parte del mio stipendio mi viene pagata in nero, il che significa che non posso nemmeno contare su un salario regolare e sulla copertura previdenziale che mi spetterebbe".
Secondo i dati della CGIL, controlli effettuati dall'Ispettorato del Lavoro nel 2023 hanno rivelato che tre aziende su quattro presentavano irregolarità nei contratti e nelle condizioni di lavoro dei dipendenti. Questo fenomeno non riguarda solo Trapani, ma è diffuso in tutta la provincia, colpendo particolarmente le località turistiche più frequentate come San Vito Lo Capo, Marsala e Favignana.