Una vita rubata/5.20 anni senza Denise. Le nuove indagini, il corto circuito mediatico-giudiziario
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Nella lunga vicenda della scomparsa di Denise Pipitone, il 2021 è stato l’anno del riaccendersi delle speranze per la piccola di Mazara, scomparsa il 1° settembre del 2004. Dopo 17 anni, ci sono nuove testimonianze, nuove intercettazioni e nuove possibili piste che hanno portato alla riapertura delle indagini. A finire nuovamente sotto inchiesta sono Anna Corona, Giuseppe Della Chiave e una coppia romana. Il clamore mediatico, poi divenuto un vero "corto circuito mediatico-giudiziario", ha portato all'apertura di nuove indagini e nuove ispezioni mai fatte prima. Tuttavia, dopo qualche mese, sono stati gli stessi giudici ad affermare nell'archiviazione della nuova inchiesta che era stata riaperta più per le continue notizie di stampa che per fatti reali. (Qui la prima parte dell'inchiesta su Denise, qui la seconda, la terza e la quarta).
L’ispezione nella casa di Anna Corona
Una nuova segnalazione ha portato nuovamente all’abitazione di Anna Corona, dove si è cercata una misteriosa botola in un garage. Le telecamere di mezza Italia erano puntate su un garage di via Pirandello, dove Carabinieri e Vigili del Fuoco hanno cercato indizi utili sulla scomparsa di Denise. I carabinieri hanno ispezionato per ore l'edificio disabitato, di proprietà di una famiglia che vive in Svizzera, alla ricerca di tracce di una stanza segreta. Questa scelta investigativa, che sarebbe stata presa dopo una segnalazione precisa (una delle tante giunte in Procura), ha indotto i magistrati a effettuare dei controlli. Nei giorni scorsi, i magistrati hanno riaperto il caso Pipitone: alcuni testimoni hanno parlato di una "botola". I vigili del fuoco hanno ispezionato una cisterna "segreta" all'interno del garage, ma non ne hanno ricavato nulla. Dentro la cisterna, profonda 10 metri, c’era un metro e mezzo d’acqua che i vigili del fuoco hanno aspirato con delle pompe per buona parte del pomeriggio. È stato coinvolto anche il gruppo speleologico dei vigili del fuoco. Non è stato trovato nulla di anomalo né nel garage né in casa, pertanto non è scattato il sequestro dell’immobile in quanto non c’era nessuna prova da preservare.
Gli altri nuovi indagati
Tra gli indagati ci sono Giuseppe Della Chiave, 53 anni, e due coniugi romani: Antonella Allegrini, 63 anni, e il marito Paolo Erba, 71 anni. Della Chiave, già coinvolto nell’inchiesta sulla scomparsa di Denise e poi assolto, è il nipote di Battista Della Chiave, il sordomuto che avrebbe detto di aver visto il nipote a bordo di uno scooter con la piccola Denise in braccio. Per quanto riguarda i coniugi romani, accusati di aver reso falsa testimonianza al pm, il procedimento a loro carico è stato archiviato. Dopo le indagini della Procura, che ha scoperto che si erano inventati tutto, i due hanno confessato di essersi inventati il racconto sulla presenza di Denise nell’albergo dove lavorava Anna Corona.
La lettera anonima: "In macchina con la bimba c'era Ghaleb"
Sempre nel 2021, in una puntata di “Chi l’ha visto?”, si è parlato di una lettera anonima in cui un testimone spiega di aver visto Denise in macchina insieme ad altre tre persone. Il programma di Rai 3, condotto da Federica Sciarelli, ha mostrato un estratto della lettera scritta dal testimone anonimo che spiegherebbe le dinamiche di quanto accaduto e fa il nome di Gaspare Ghaleb. Il testimone dice di aver avuto un contatto tra la sua auto e quella in cui ci sarebbe stata la piccola Denise; si è fermato per controllare lo specchietto e ha sentito una bimba gridare “aiuto mamma!”. Alla guida di quell'auto, scrive, c'era “il tunisino, il ragazzo di Jessica Pulizzi”.
Il "corto circuito mediatico-giudiziario" e le altre false piste
La vicenda riguardo alla testimonianza della signora Allegrini è emblematica di come si possono condizionare e inquinare le prove a causa della sovraesposizione mediatica del caso. Così come lo stesso pm aveva scritto nella richiesta di archiviazione: “la vicenda è descritta così minuziosamente dai media che chiunque – pur senza averne una conoscenza diretta – potrebbe assumere il ruolo di testimone. Ciascun navigatore del web o assiduo telespettatore di talk show a sfondo giornalistico, attingendo notizie dalle innumerevoli fonti aperte, sarebbe oggi in grado di raccontare dettagli, di precisare circostanze e finanche di confermare o costruire circostanziate accuse. Ne è prova la puntuale descrizione fatta dalla Allegrini circa l’Hotel Ruggero II, luogo dove non è mai stata”.
Indagini riaperte in seguito al clamore mediatico televisivo
Nell’ordinanza di archiviazione per i quattro indagati, il giudice Sara Quittino dice chiaramente che la riapertura delle indagini a carico di Anna Corona e Giuseppe Della Chiave è scaturita dalla nuova ribalta mediatica che i media, e in particolare la televisione, hanno riacceso sulla scomparsa di Denise, come già avvenuto in passato. In particolare, nell’ordinanza si fa riferimento al caso di Oleysa Rostova, una giovane russa somigliante alla mamma di Denise, che nell’aprile 2021 si era rivolta a una trasmissione tv per cercare i propri genitori, che – secondo quanto dichiarato – non aveva mai incontrato. Sappiamo poi com’è andata, con la richiesta di verifica del gruppo sanguigno che, ovviamente, non corrispondeva a quello di Denise.
Tony Pipitone presenta istanza di riapertura del caso - Tony Pipitone, il padre legale di Denise e ex marito di Piera Maggio (ora sposata con Piero Pulizzi, il padre biologico di Denise), ha presentato una nuova istanza di riapertura del caso. L'istanza è stata depositata lo scorso mercoledì 29 maggio presso il tribunale di Marsala, accompagnato dal suo legale. Per la redazione dell'istanza, Pipitone si è avvalso della collaborazione della criminologa Antonella Delfino Pesce, della consulente Katia Sartori e dell'investigatore Giuseppe Asaro. "Abbiamo lavorato su aspetti diversi," ha spiegato la criminologa Delfino Pesce a Fanpage.it. "Siamo molto fiduciosi per una futura riapertura del caso." Nell'istanza, oltre a una rilettura degli atti esistenti, sono stati inclusi "nuovi elementi mai sottoposti all'attenzione degli inquirenti." Delfino Pesce ha sottolineato che le nuove informazioni raccolte potrebbero fornire una prospettiva inedita sul caso. "Non posso anticipare nulla perché si tratta di un momento molto delicato, ma posso dire che, insieme a questi nuovi elementi, abbiamo lavorato a una rilettura generale di tutti gli atti, un procedimento di prassi per la riapertura di un caso." Se il tribunale di Marsala accoglierà l'istanza, il caso potrà essere analizzato utilizzando le nuove tecnologie a disposizione degli inquirenti. Secondo Delfino Pesce, per conoscere l'esito dell'istanza potrebbero essere necessari dai tre ai sei mesi. "Abbiamo buone speranze," ha concluso la criminologa.
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