Il fenomeno delle morti sul lavoro in Italia continua a destare allarme. Nei primi sette mesi del 2024, il numero delle vittime ha raggiunto quota 577, con un incremento del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando i decessi erano stati 559. Questo dato preoccupante, evidenziato dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, mette in luce l'urgenza di interventi più efficaci in termini di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Aumentano le vittime - Secondo Mauro Rossato, presidente dell'Osservatorio, è fuorviante parlare di "emergenza", poiché le morti sul lavoro rappresentano ormai una drammatica costante. La rilevazione di 577 decessi, di cui 440 avvenuti durante l'esercizio delle proprie mansioni e 137 in itinere, segnala un fallimento strutturale nella gestione della sicurezza sul lavoro. Tra le vittime, una su cinque è di origine straniera, un dato che riflette ulteriormente le disuguaglianze nel mondo del lavoro.
Le Regioni più colpite - L'Osservatorio ha anche analizzato l'incidenza delle morti sul lavoro, un indicatore che permette di comprendere meglio dove il rischio è più elevato. A fine luglio 2024, la "zona rossa" include sei regioni con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (18,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori). Queste regioni sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Molise, Umbria, Sicilia ed Emilia-Romagna. La Sicilia, in particolare, si distingue negativamente con 39 decessi registrati, un numero che pone l'isola al quarto posto a livello nazionale. Ecco le regioni ai primi posti della classifica, concentrate nella "zona rossa" del grafico, che evidenzia le regioni con il più alto indice di incidenza di morti tra gli occupati.
Le Regioni con il maggior indice di incidenza di morti sul Lavoro:
Valle d'Aosta: Indice di incidenza 52,8 - Numero di casi: 3 - Percentuale sul totale: 0,7% - Occupati annuali: 56.814
Trentino-Alto Adige: Indice di incidenza 31,5 - Numero di casi: 16 - Percentuale sul totale: 3,6% - Occupati annuali: 507.708
Molise: Indice di incidenza 28,2 - Numero di casi: 3 - Percentuale sul totale: 0,7% - Occupati annuali: 106.314
Umbria: Indice di incidenza 27,7 - Numero di casi: 10 - Percentuale sul totale: 2,3% - Occupati annuali: 361.596
La Sicilia al quinto posto della classifica - La Sicilia occupa il 5° posto in questa drammatica classifica con un indice di incidenza di 27,6, un dato molto elevato che la posiziona nella zona rossa del grafico. La regione ha registrato 39 casi di morte sul lavoro, il numero più alto in termini assoluti tra le prime cinque regioni.
Questi 39 casi rappresentano l'8,9% del totale nazionale.Con oltre 1,4 milioni di occupati (1.410.776), la Sicilia ha una forza lavoro considerevole, ma il numero elevato di morti sul lavoro suggerisce gravi problemi di sicurezza. La presenza di regioni come la Valle d'Aosta, il Trentino Alto Adige e il Molise nei primi tre posti, nonostante abbiano un numero di occupati relativamente basso, evidenzia un elevato rischio per i lavoratori in queste aree. Tuttavia, la Sicilia, con il maggior numero di casi assoluti tra le prime cinque, mette in luce una situazione particolarmente preoccupante in termini di sicurezza sul lavoro, con una forte necessità di interventi per migliorare le condizioni lavorative e prevenire ulteriori tragedie.
I lavoratori più a rischio - Un altro dato allarmante riguarda l'età delle vittime. I lavoratori più anziani, soprattutto quelli sopra i 65 anni, risultano essere i più esposti al rischio di morte sul lavoro, con un'incidenza di 75,2 decessi per milione di occupati. Anche la fascia d'età compresa tra i 55 e i 64 anni presenta un alto rischio, con un'incidenza di 28,9. I lavoratori stranieri, che costituiscono una parte significativa delle vittime, subiscono un rischio di infortunio mortale quasi triplo rispetto ai colleghi italiani: 43 morti per milione di occupati stranieri contro i 15,9 degli italiani.
Settori più pericolosi - Il settore delle costruzioni continua a essere il più pericoloso, con 79 decessi registrati nei primi sette mesi del 2024. Seguono le attività manifatturiere, con 55 vittime, e il settore dei trasporti e magazzinaggio, con 46 decessi. I dati evidenziano un quadro preoccupante, con le denunce di infortunio in crescita dell'1,7% rispetto al 2023. Al 31 luglio 2024, sono state presentate 350.823 denunce, contro le 344.897 dell'anno precedente. Tra i settori con il maggior numero di denunce, le attività manifatturiere guidano la classifica con 42.782 casi. La situazione richiede interventi immediati e mirati per migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro, un impegno che deve coinvolgere istituzioni, datori di lavoro e lavoratori stessi. Solo attraverso un’azione coordinata si potrà sperare di invertire questa tragica tendenza e garantire un ambiente di lavoro più sicuro per tutti.
Qui l'indice di incidenza morti sul lavoro per Regione
Cinque operai morti a Brandizzo, caposquadra distratto dal cellulare prima della tragedia - Le indagini sulla tragedia di Brandizzo, avvenuta il 30 agosto 2023, che ha causato la morte di cinque operai travolti da un treno in transito, hanno portato alla luce nuovi inquietanti dettagli. Secondo le ultime ricostruzioni, il caposquadra di RFI, Antonio Massa, era probabilmente distratto dal suo telefono cellulare pochi minuti prima dell'incidente fatale.
Una delle novità più rilevanti emerse dall'inchiesta riguarda uno screenshot di WhatsApp, consegnato il 28 novembre agli inquirenti. L'immagine mostra che Massa avrebbe cambiato il suo stato su WhatsApp, pubblicando un link a un articolo di Facebook appena quattro minuti prima dell'impatto mortale, avvenuto alle 23:48. Questo dettaglio rafforza l'ipotesi che il caposquadra non fosse completamente concentrato sulla sicurezza degli operai che stavano lavorando sui binari, e che la sua distrazione possa aver contribuito alla tragedia. Gli investigatori stanno ora esaminando se questa distrazione possa essere stata la causa della mancata comunicazione con i colleghi e della successiva catena di eventi che ha portato alla morte di Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e il marsalese Giuseppe Saverio Lombardo. L'analisi dei tabulati telefonici e delle registrazioni delle chiamate sta cercando di chiarire se ci siano stati altri elementi di distrazione o omissioni di protocolli di sicurezza.
Inoltre, si indaga sulla possibilità che Massa abbia sottovalutato la pericolosità della situazione o abbia fatto affidamento su informazioni errate. I dati raccolti finora sembrano indicare che l'incidente potrebbe essere stato evitato se il caposquadra avesse seguito rigorosamente le procedure di sicurezza, evitando l'uso del cellulare durante una fase così critica del lavoro. La Procura di Ivrea continua a lavorare per chiarire ogni aspetto della vicenda e individuare eventuali responsabilità penali. Al momento, sono state bloccate le comunicazioni del treno coinvolto, mentre il macchinista ha attivato la frenata di emergenza solo 135 metri prima dell'impatto, un margine di tempo che purtroppo non è stato sufficiente per evitare la tragedia. L'inchiesta è ancora in corso, ma questo nuovo sviluppo pone ulteriori interrogativi sulla gestione della sicurezza nei cantieri ferroviari e sull'uso dei dispositivi mobili durante il lavoro, temi che saranno cruciali nelle prossime fasi dell'indagine.