Marsala, una lettera aperta a Salvatore Inguì
Caro Salvatore,
nei miei ricordi di direttore della scuola “G. Lombardo Radice” ti rivedo da Boy Scout innaffiare le pianticelle del parco di Porticella diventate adulti eucalipti grazie anche alle tue cure. Nel corso degli anni ho seguito le tue vicende umanitarie e per me sei il riferimento istituzionale incontestabile per ogni modalità d'intervento in favore di chi ha bisogno di sostegno morale e materiale. Soprattutto mi è caro saperti organizzatore di manifestazioni e processi aggregativi per valorizzare i talenti che pur esistono latenti in ciascuna persona.
Tale premessa di personale considerazione è motivata dal mio vivissimo desiderio di proporti un progetto per migliorare le condizioni di vivibilità della nostra Marsala.
Per me, il vedere centinaia di giovani immigrati abbandonati all'ozio che è padre dei vizi costituisce una grave manchevolezza nell'accogliere questi ragazzi con le loro storie di sofferenze e di abbandoni.
Mi piacerebbe che sia riconosciuto, affermato, proclamato ed attuato concretamente il principio della operosità, del servizio alla comunità che ci accoglie, il lavoro socialmente utile praticato da tutte le persone che, sbarcando sulle nostre coste sbarcano il lunario senza far niente, consumando birra e girovagando con bici e monopattini tutto il giorno e la sera darsi alle risse con scazzottate e coltelli.
Le attività che possono essere svolte dalle centinaia di ragazzi ospitati e mantenuti a spese nostre sono una molteplicità tra cui scegliere secondo le predilezioni di ciascuno. Per evitare che tale manovalanza nullafacente venisse sfruttata da privati imprenditori di vario genere con compensi irrisori, da fame, dovrebbero essere gli enti territoriali, Comuni Province, Regioni ad assumere l'iniziativa di procurare, nelle forme lecite e tutelate sul piano assicurativo e previdenziale, attività in cui impiegare le centinaia giovani, per parte della giornata, in servizi per il pubblico bene,. Ne elenco alcuni soltanto come esempio, ma potrebbero esserne considerati tantissimi altri come opportunità di dare a ciascun giovane ospite il piacere di rendersi utile alla comunità che lo accoglie e lo mantiene, la soddisfazione di venire valorizzato nel talento che possiede, il senso di appartenenza a gruppi di lavoro che fanno socializzare e fanno pesare di meno la solitudine e l'estraneità.
Curare parchi e giardini, vigilare sui beni culturali e ambientali, curare la manutenzione dei parchi-gioco, il verde pubblico, la cura del territorio urbano e rurale sotto il profilo igienico, estetico ed ambientale. Con dei turni di tre o quattro ore giornaliere potremmo vedere rifiorire la bellezza della città e delle campagne e certamente assistere a meno episodi di risse e violenze.
Affido a te queste mie sollecitazioni nella certezza che non rimarranno lettera morte.
Un abbraccio,
Elio Piazza
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