Il caso Pizzolato, dal podio olimpico all'accusa di stupro di gruppo
Dal podio olimpico al banco degli imputati. E con un’accusa pesantissima. Quella di avere violentato una ragazza in gruppo. Antonino Pizzolato, pesista, due volte medaglia di bronzo alle olimpiadi, originario di Salaparuta è imputato per stupro di gruppo al Tribunale di Trapani.
Il 28enne è accusato di aver abusato di una turista finlandese assieme ad altri tre ragazzi della provincia di Agrigento nell’estate 2022. Il processo è iniziato a febbraio, ma solo adesso il nome degli imputati, e del più noto tra loro, è diventato di dominio pubblico. Pizzolato, già in passato, era stato squalificato perchè aveva costretto i suoi compagni di squadra a guardare i suoi video hard. Pizzolato rischia di vedere finire la sua carriera, e di accompagnare alle medaglie olimpiche il peso di una accusa pesantissima. Un’accusa che ha ribadito in aula la ragazza finlandese davanti ai giudici.
Lo stupro di gruppo Siamo a Trapani, sul lungomare Dante Alighieri. E’ estate, luglio 2022. La giovane, oggi 29enne, si trova in vacanza in Sicilia con altre due amiche connazionali. La ragazza conosce Nino Pizzolato in un ristorante. All’epoca dei fatti Pizzolato aveva già al petto una medaglia di bronzo vinta un anno prima alle olimpiadi di Tokyo. L’atleta non è da solo, con lui ci sono tre coetanei Davide Lupo, Claudio Tutino e Stefano Mongiovì.Le turiste finlandesi e i ragazzi siciliani fanno subito amicizia. Parlano, bevono insieme e si spostano in un locale sul lungomare per continuare la serata. Ballano, bevono ancora. Le amiche della ragazza finlandese sono stanche, decidono di tornare al b&b. La loro amica invece resta con Pizzolato e gli altri. La obbligano a bere ancora. La convincono a seguirli al residence in cui dorme uno dei tre, Davide Lupo. Vanno in stanza. La ragazza è ubriaca, non è lucida. I quattro giovani fanno sesso con lei, contro la sua volontà, secondo quanto racconterà la giovane ai carabinieri e ai magistrati. “Mi sono addormentata e quando mi sono svegliata in tre erano su di me, uno guardava. Ho provato a liberarmi ma mi tenevano ferma la testa. Mi sentivo soffocare ed ho avuto paura che potessero farmi del male” ha raccontato.
Il suo racconto continua: “poi sono riuscita a spingerne uno, mi sono rannicchiata. E hanno smesso”. La giovane quindi ha chiamato i carabinieri, ha raccontato tutto, e ha raccontato tutto, in un fiume di lacrime, alle amiche.
L’indagine lampo La mattina dopo i carabinieri sono già sulle tracce dei sospettati. Un testimone, intervenuto per soccorrere la giovane, aveva permesso alle forze dell'ordine di individuare in breve tempo uno dei 4 presunti responsabili dello stupro. Inoltre la ragazza ha riferito che durante la cena qualcuno ha detto che Pizzolano era un atleta, era campione di sollevamento pesi. La giovane, ancora scossa, la mattina dopo si piazza davanti a un pc con i carabinieri. Scovano sui social Pizzolato, lei lo riconosce. E nel profilo c’è anche una foto di quella serata al ristorante. I quattro giovani accusati di stupro vengono individuati in poche ore. Ma non subiscono nessuna misura cautelare. Una decisione che per l’avvocato Nicola Pellegrino, che difende la vittima, è risultata paradossale: “Non sono ai domiciliari né si è ritenuto che il gruppo potesse fuggire o reiterare la violenza su un'altra donna" aveva detto nelle battute iniziali del processo aperto a Trapani a febbraio.
Il precedente La Fipe, la Federazione italiana pesistica, ha ribadito «il proprio rispetto assoluto per il lavoro della magistratura» assicurando l’impegno «a trasmettere tutte le informazioni necessarie alla Procura federale». La Fipe, però, manifesta sostegno a Pizzolato, «auspicando che l’accertamento dei fatti possa portare al pieno riconoscimento della verità».
Ma già in passato la federazione era intervenuta su Pizzolato. Nel 2018, infatti, l’atleta, allora giovanissimo, era stato squalificato per 10 mesi perchè al centro di preparazione di Roma perchè aveva intimidito e mostrato video hard ad altri compagni tra cui minorenni. Pizzolato, atleta della Polizia, aveva saltato gli Europei di Budapest, e nei suoi confronti la Polizia aveva aperto un procedimento disciplinare. Ma oltre alla squalifica non successe nulla. Pizzolato ha gareggiato a Tokyo nel 2021. E ha gareggiato alle Olimpiadi di Parigi, nell’estate 2024. Sul podio, con la bandiera italiana alle spalle, e con il bronzo al petto, Pizzolato era salito già da imputato con una accusa pesantissima alle spalle, più pesante, certamente, dei 384 chili sollevati a Parigi.
Il caso Bucca Il caso di Antonino Pizzolato è simile a quello di Emanuele Bucca, l’arbitro di scherma di Mazara del Vallo, sotto processo per violenza sessuale ai danni di una ragazza all’epoca dei fatti 16enne, il 13 maggio del 2021, a Riccione in occasione dei Campionati italiani Cadetti e Giovani Scherma.
Secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore, Luca Bertuzzi, e partite su denuncia della presunta vittima oggi maggiorenne, Bucca avrebbe agito approfittando della condizione di inferiorità fisica della ragazza, mentre si trovavano in una camera d'hotel, a Riccione, durante i giorni di gare. La 16enne aveva respinto gli approcci e aveva poi raccontato tutto ai genitori. L’arbitro mazarese sta affrontando un altro processo di primo grado per fatti analoghi, con la medesima accusa di violenza sessuale su un’altra minore. La ragazza si è costituita parte civile contro l’arbitro. Le due ragazze inoltre sono testimoni vicendevoli nei rispettivi processi. Bucca al momento è sospeso in attesa della definizione dei procedimenti.
Bucca è un arbitro di fama internazionale. Ha diretto match alle olimpiadi di Tokyo 2020. Nel 2022 ha patteggiato un mese di stop a seguito dell’episodio di molestie ai danni di una giovane collega perpetrato qualche mese prima. Una sanzione decisamente blanda da parte della Federazione Scherma che non ha tenuto il pugno duro davanti a certi comportamenti. Così come la Fipe, nel caso di Pizzolato, ha permesso all’atleta di gareggiare nonostante le pesantissime accuse.
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