Sanità: il nuovo Nomenclatore Tariffario mette a rischio gli esami oncologici
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Il Nuovo Nomenclatore Tariffario del Servizio Sanitario Nazionale ha messo in ginocchio ancora una volta gli utenti, i Lea stabiliti per legge nel 2017 vivono un contesto attuale completamente diverso rispetto a quando sono nati. E la tecnologia di oggi li rende per molti aspetti obsoleti.
Le nuove tariffe, in attesa peraltro di pronunciamento del Tar del Lazio, sono una voragine dentro la quale sono finiti i pazienti. Anche quando il Tribunale amministrativo si sarà pronunciato la questione di organizzazione sanitaria rimarrà irrisolta. Perché non si tratta solo di tariffe. I Lea non garantiscono oggi le adeguate necessità dei cittadini, quindi bisogna aggiornarli, tenendo conto strettamente dell’ avanzamento scientifico e tecnologico.
Nuove tariffe e altri rischi
Con il nuovo Nomenclatore a rischio ci sono le diagnosi tumorali, sono stati colpiti in massima parte gli esami oncologici. Un esempio su tutti è il prelievo ematologico per verificare il Psa, se questo valore è alto significa che ci sono cellule tumorali. Il rimborso avviene alle aziende sanitarie con un importo inferiore del 55% rispetto al passato.
Le parole di Pietro Miraglia
Il presidente di Federbiologi è chiaro: “Le strutture dovrebbero sostenere un costo maggiore del rimborso per garantire la prestazione, è impossibile”. Nel caso specifico degli esami del Psa l’erogazione del servizio viene pagato dal San 3 euro ma per eseguirlo ci vogliono 6 euro. I laboratori privati convenzionati dunque non arriveranno a coprire le spese per eseguire gli esami, questo significherà ulteriore difficoltà di accesso alle cure e centri medici convenzionati in ginocchio, con la scure dei licenziamenti.
La proposta
Miraglia, in rappresentanza della categoria, ha chiesto al presidente della Regione, Renato Schifani e al governo nazionale, di finanziare le prestazioni di patologia clinica, dato che la legge finanziaria per 2025 permette alle Regioni anche col piano di rientro di aumentare le tariffe con i fondi regionali.
Il balletto della politica
Le voci di opposizione si rincorrono, chiedono le dimissioni della Volo, che cadano le teste dei Manager, ma a parte il balletto delle responsabilità non c’è uno straccio di proposta. Il male della Sanità arriva da molto lontano, tagli che si cumulano da oltre vent’anni e blocco delle assunzioni. Nel frattempo i cittadini rischiano di trovarsi senza prestazioni e dipendenti che possono essere licenziati.
Decreto Tariffe
Nel mese di novembre la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il Decreto Tariffe, ampliando la disponibilità di numerosi servizi sanitari fondamentali, accessibili gratuitamente o richiederanno un contributo ridotto tramite ticket. Il decreto aggiorna un totale di 3.171 prestazioni sanitarie, includendo sia modifiche a quelle esistenti che l'aggiunta di nuove voci. In particolare, sono state riviste o introdotte da zero 1.113 tariffe, pari al 35% del nomenclatore sanitario complessivo. Tra i principali aggiornamenti spiccano nuove procedure legate alla procreazione medicalmente assistita, consulenze genetiche specialistiche e trattamenti innovativi. Con il nuovo piano tariffario, alcune prestazioni, finora completamente a carico dei pazienti, saranno offerte a costo zero o a costi ridotti. Tra i principali cambiamenti: procreazione medicalmente assistita; consulenze genetiche di alto livello; terapie avanzate come adroterapia e radioterapia stereotassica; enteroscopia con microcamera ingeribile per diagnosi intestinali approfondite; trattamenti biologici di ultima generazione.
Nel campo delle protesi, saranno introdotti strumenti all’avanguardia, come: dispositivi acustici digitali; protesi di nuova generazione; sistemi domotici e ausili per migliorare la mobilità; tecnologie per il riconoscimento vocale e il controllo tramite lo sguardo.
Inoltre, il decreto prevede nuove misure dedicate alla gestione di specifiche condizioni patologiche: inserimento di oltre 100 nuove malattie rare nell’elenco delle patologie riconosciute; diagnosi e monitoraggio della celiachia; ampliamento degli screening neonatali; riconoscimento dell’endometriosi come patologia invalidante; programmi di controllo per disturbi alimentari come bulimia e anoressia. Il finanziamento delle nuove tariffe è stato garantito con una copertura economica di 549,9 milioni di euro. Questa cifra è ripartita in 502,3 milioni destinati alla specialistica ambulatoriale e 47,6 milioni per l’assistenza protesica, assicurando i fondi necessari per rendere il sistema sanitario più inclusivo e accessibile.
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