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19/05/2025 06:00:00

Tre donne vittime di airbag killer. Sono ancora 22mila le auto difettose, 304 nel Trapanese

 Raffaella, Martina e Simona sono le tre donne, vittime degli airbag killer in Italia. Tre nomi, tre vite spezzate da un difetto degli airbag montati su migliaia di auto in Italia. Tre giovani donne che hanno perso la vita per un errore, un guasto tecnico che continua a mettere in pericolo tanti altri automobilisti.

Raffaella, Martina e Simona rappresentano il volto umano di una tragedia che si sarebbe potuta evitare. Le indagini e i reportage hanno messo in luce come quei dispositivi di sicurezza, progettati per salvarci in caso di incidente, si siano trasformati in trappole letali. Questi airbag difettosi, prodotti dall giapponese Takata fallita nel 2017, esplodono con troppa violenza e o rilasciano schegge metalliche, provocando ferite gravissime o, come nel caso delle tre vittime, la morte.

La situazione attuale

Nonostante la gravità della situazione, la strada per la completa messa in sicurezza delle auto coinvolte è ancora lunga. In Italia, infatti, sono ancora 22.173 le vetture che devono essere sottoposte al richiamo per la sostituzione del sistema di airbag difettoso. Un dato che lascia pensare a quanto la sicurezza stradale sia ancora fragile. In provincia di Trapani sono 304 le auto che attendono ancora l'intervento di riparazione. Questa cifra evidenzia un rischio concreto e presente sul territorio, che richiede attenzione e tempestività.

Airbag Takata: Martina prima vittima accertata in Italia
Il 28 maggio 2024 a Catanzaro, Martina Guzzi, 24 anni, ha perso la vita non a causa dell’incidente stradale in cui è stata coinvolta, ma per il malfunzionamento degli airbag Takata installati sulla Citroën C3 guidata dal suo fidanzato. Secondo i periti della procura locale, l’airbag difettoso ha rilasciato con violenza un frammento metallico, causando lesioni paragonabili a ferite da arma da fuoco. Questo incidente rappresenterebbe il primo caso ufficialmente collegato in Italia ai dispositivi difettosi prodotti dalla giapponese Takata, azienda coinvolta in un maxi richiamo mondiale dopo aver causato 27 morti e oltre 400 feriti solo negli Stati Uniti. Proprio pochi giorni prima, il 24 maggio, Citroën aveva avviato un richiamo su oltre 600.000 veicoli, tra cui la C3, invitando i proprietari a sospendere immediatamente la guida per il rischio di esplosioni pericolose dell’airbag. Nonostante il fidanzato di Martina avesse ricevuto la comunicazione e chiesto assistenza, non ha ottenuto risposta. La vicenda mette in luce le difficoltà nella gestione dei richiami e la necessità di maggiore tempestività nelle misure di sicurezza.

Incidente nel Leccese: l'airbag difettoso ha ucciso l'avvocata Simona Blago 
Una consulenza tecnica disposta dalla procura di Lecce ha stabilito che l’incidente stradale che il 29 giugno 2024 ha causato la morte dell’avvocata leccese Simona Blago, 53 anni, è stato aggravato in modo determinante dal malfunzionamento dell’airbag della sua Citroen C3. Il dispositivo di sicurezza, prodotto dalla multinazionale Takata, si sarebbe staccato dal volante durante l’esplosione, colpendo violentemente la conducente tra il collo e il viso. La donna, che indossava regolarmente la cintura e non stava superando i limiti di velocità, è morta a causa delle gravi lesioni riportate.
La vettura rientrava tra le oltre 600mila auto oggetto di una campagna di richiamo per airbag difettosi. Stellantis aveva inviato tre avvisi alla proprietaria del veicolo tra il novembre 2023 e il maggio 2024, raccomandando la sospensione della guida fino alla sostituzione del componente, ma l’intervento non è mai stato eseguito.
Secondo il perito incaricato, ingegnere Antonio Caricato, sebbene una guida più prudente avrebbe potuto forse evitare l’impatto, le condizioni dell’incidente non sarebbero state tali da causare la morte, se l’airbag avesse funzionato correttamente.
Sul caso è intervenuta anche una coalizione di associazioni dei consumatori, tra cui Codacons e Adusbef, che ha denunciato la “fallimentare” gestione della campagna di richiamo da parte di Citroen (Psa Groupe Italia). In particolare, viene contestato l’invio degli avvisi a indirizzi non aggiornati, ignorando quanto disposto dal Tribunale, che aveva ordinato l’uso di ricerche anagrafiche specifiche. Il caso è ora al vaglio della Corte d’appello di Torino. Le associazioni chiedono misure più efficaci per tutelare i cittadini ancora esposti a rischi simili.


Acerra, Raffaella uccisa dall’airbag difettoso
Non è stato l’impatto dell’incidente, ma l’airbag difettoso della sua Citroen C3 a causare la morte di Raffaella Scudiero, 26 anni, deceduta il primo aprile del 2025 alla periferia di Acerra. Secondo le prime ricostruzioni, un componente interno del sistema di sicurezza — un bossolo metallico — sarebbe stato espulso con forza estrema durante l’attivazione dell’airbag, colpendola al collo e provocando una lesione fatale.
Il veicolo, immatricolato nel 2009 e di proprietà della madre dal 2023, rientrava nella campagna di richiamo avviata da Stellantis per la sostituzione urgente degli airbag Takata, noti per pericolosi malfunzionamenti. Nonostante due comunicazioni ufficiali che sconsigliavano l’uso dell’auto e offrivano vetture sostitutive, il richiamo non era stato eseguito.
L’incidente è avvenuto in seguito a una collisione con una Fiat Panda durante un sorpasso, dopodiché la C3 ha urtato un marciapiede. Secondo i testimoni, l’airbag era sgonfio e riverso sul sedile. Sarà una perizia tecnica disposta dalla Procura di Nola a stabilire la dinamica esatta.
Attualmente, l’accusa di omicidio stradale riguarda il conducente dell’altra auto, ma l’attenzione si estende anche al possibile coinvolgimento del costruttore. La vicenda riapre il dibattito sui rischi legati a dispositivi di sicurezza difettosi e sulla mancata adesione agli avvisi di richiamo.

Airbag difettosi su Citroën C3 e DS3: in provincia di Trapani 304 veicoli ancora a rischio
 Sono 304 le auto ancora circolanti in provincia di Trapani che rientrano nella lista dei veicoli soggetti alla campagna di richiamo per la sostituzione degli airbag Takata, difettosi e potenzialmente pericolosi. A lanciare l’allarme è Adusbef, l’associazione dei consumatori promotrice, insieme a Codacons, di un’azione di classe a tutela dei proprietari dei modelli coinvolti.
Si tratta delle Citroën C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019, dotate di airbag Takata che, a causa di un grave difetto di fabbricazione, possono causare esplosioni non controllate al momento dell’attivazione, con il rischio concreto che frammenti metallici del sistema di gonfiaggio colpiscano gli occupanti del veicolo.
Il problema, già noto da tempo a livello internazionale, ha spinto il Tribunale di Torino ad accogliere, con ordinanza del 14 aprile 2025, la richiesta di ammissione all’azione di classe: i proprietari potranno ora chiedere risarcimento per il danno subito a causa del ritardo nella sostituzione degli airbag.
Ad oggi, secondo i dati forniti da Adusbef, 22.173 proprietari in Italia non hanno ancora avviato la procedura di prenotazione della sostituzione, mentre oltre 2.000 automobilisti non sarebbero nemmeno stati informati della campagna di richiamo. Di questi, 304 veicoli si trovano nella sola provincia di Trapani, con il concreto rischio che molti continuino a circolare nonostante l’esplicito ordine della casa madre – risalente a maggio 2024 – di non utilizzare i veicoli coinvolti.
Il pericolo per la sicurezza stradale è altissimo, ed è per questo che l’associazione invita con urgenza tutti i proprietari delle auto interessate ad attivare immediatamente la procedura di sostituzione attraverso l’apposito sito ministeriale, che consente anche la richiesta di risarcimento.
Il trasporto verso l’autofficina autorizzata può essere effettuato gratuitamente tramite carroattrezzi, su prenotazione, come stabilito da una precedente ordinanza inibitoria dell’ottobre 2024 del medesimo Tribunale.
«Il nostro compito – sottolinea l’Adusbef – è quello di informare e tutelare i cittadini, affinché nessuno rimanga esposto a un rischio tanto grave a causa di una mancata comunicazione o di un ritardo tecnico. L’adesione all’azione collettiva rappresenta oggi l’unica via per ottenere giustizia e risarcimento per un comportamento che ha messo a repentaglio la vita degli automobilisti». Per chi possiede una Citroën C3 o DS3 prodotta tra il 2009 e il 2019, è fondamentale verificare subito lo stato del proprio veicolo e procedere quanto prima alla sostituzione gratuita dell’airbag presso la rete ufficiale, per la sicurezza propria e altrui.
 

Tribunale di Torino apre ai rimborsi per i consumatori, accolta l’azione di Adiconsum
Il Tribunale di Torino ha accolto il ricorso di Adiconsum, ritenendo ammissibile l’azione rappresentativa contro Groupe PSA Italia, Stellantis e Automobiles Citroën. Una svolta importante per i proprietari delle Citroën C3 (2009–2017) e DS3 (2009–2019) richiamate nel 2024 per gravi difetti agli airbag.

Cosa è successo
Nel maggio 2024, Citroën intimò con urgenza ai proprietari dei veicoli coinvolti di non utilizzarli più per rischio di “gravi lesioni o morte”. Tuttavia, molti utenti si trovarono senza soluzioni immediate: niente ricambi, nessuna auto sostitutiva e spese extra a loro carico.
Cosa può essere rimborsato
Il Tribunale ha riconosciuto come rimborsabili: Spese per l’auto inutilizzabile (assicurazione, bollo); Costo del noleggio auto sostitutiva, se documentato; Danno da mancato utilizzo (es. impossibilità di recarsi al lavoro); Danno alla qualità della vita; Deprezzamento dell’auto e inganno commerciale (per acquisti post-2016)

Chi può aderire e come
Parte ora la fase di adesione di 150 giorni: i proprietari dei modelli coinvolti possono unirsi all’azione di Adiconsum per chiedere il rimborso. Anche chi non si era attivato finora può partecipare. Adiconsum assiste gratuitamente i cittadini: verifica se l’auto è interessata, prepara i reclami, raccoglie la documentazione e attiva la procedura di rimborso. A Modena e Reggio Emilia, sono già stati seguiti 60 casi con risultati positivi nel 75% delle richieste. L’udienza decisiva si terrà a novembre 2025. Intanto, i consumatori possono rivolgersi ad Adiconsum per ricevere supporto e far valere i propri diritti.