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05/06/2025 12:18:00

In Sicilia organizzare un evento è un'odissea. Colpa della burocrazia

Organizzare un evento in Sicilia è diventato un calvario: ciò che nel resto d’Italia si risolve in sei minuti, qui può richiedere fino a sei settimane. A lanciare l’allarme è una rete di circa 60 assessori comunali dell’Isola, riuniti nella rete Reacts, che con una lettera congiunta – indirizzata ai vertici nazionali e regionali – denunciano una situazione definita «paralisi istituzionale.  

 

Il grido d’allarme arriva alla vigilia della stagione estiva: «Molti Comuni stanno rinunciando a organizzare manifestazioni per l’impossibilità di affrontare una burocrazia pachidermica», si legge nella nota. Al centro della questione c’è la mancata applicazione in Sicilia dell’art. 38-bis del Decreto Semplificazioni (DL 76/2020), che consente in tutta Italia – tranne che nell’Isola – di utilizzare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) per spettacoli fino a 2.000 persone, evitando così l’obbligo di autorizzazioni multiple.

Nonostante l’iter per rendere strutturale questa procedura in Sicilia fosse già avanzato – con atti approvati dalla Regione e trasmessi a Roma – il decreto legislativo attuativo non è mai arrivato. «Senza risposte immediate – denuncia Dario Guarcello, assessore al Turismo di Castelbuono – sarà un’altra estate sprecata».

Il paradosso più grave, secondo gli amministratori, è che a bloccare tutto sia lo Statuto speciale della Regione Siciliana: invece di garantire autonomia, finisce per ostacolare ogni semplificazione. A differenza del resto d’Italia, infatti, in Sicilia le licenze per i pubblici spettacoli sono ancora di competenza delle Questure, e non dei Comuni, come previsto altrove dal 1977.

«La nostra autonomia – scrivono gli assessori – è diventata un boomerang: invece di facilitare l’autogoverno, ci condanna a lentezze e ritardi che danneggiano cultura, economia e comunità locali».