E così l’inizio di questa estate a finis terrae è scosso da una nota stampa degli organizzatori del Mare colore dei Libri che annunciano ciò che non si attendeva ovvero la resa per manifesta non comunicazione con il governo della Città.
Non ne conosco i motivi e le fasi interlocutorie, ma da marzo in Città ci sono manifesti istituzionali per prossime attività (marzo - ottobre 2025) MCL è lì a far bella mostra, e giustamente, sottolineo.
Le poche righe a seguire - poco mi interessa il dietro le quinte tra la politica e l’organizzazione - sono frutto di una considerazione quasi banale: ma sul serio si può privare una Comunità di un appuntamento che connota e anima da quattro anni un tessuto di suo povero e quasi asfittico sul fronte cultura?
Nel 2025 fatico a credere che una classe politica possa aver fatto un passo falso come questo, e con i mezzi che abbiamo a disposizione in tema di comunicazione diffusa è quasi inverosimile di mancate intese e tant’è.
Posso essere vicino a chi cura e coltiva questa rassegna - con altri intenti dirigo un festival che è giunto alla nona edizione in Città e che mantiene un dialogo dialettico con la politica e - pur non essendo incluso nel calendario istituzionale del 2025 - continua la sua narrazione senza se e senza ma - ma la mia domanda è solo una: può davvero la Città tutta fare a meno del Mare colore dei Libri?
La domanda non è alla politica, l’istanza è chiara e forte: Marsala può fare a meno di questi momenti di riflessione e incontro? Se l’eco si perderà tra le contrade del nostro territorio, a parte la solidarietà di circostanza di alcuni, vorrà dire che ci meritiamo questo.
Dal comunicato leggo
“Ovviamente il nostro lavoro e il nostro impegno non si ferma, certamente verrà investito in nuove vie, anche attraverso nuove formule. La quinta edizione de “Il mare colore dei libri”, almeno per quest’anno, probabilmente toccherà altri lidi”.
Cara Micaela, Paolo e Ottavio, no è troppo facile, alzate la posta: ribadite che ci siete per NOI e per il rispetto del vostro lavoro e trovate forme di sostegno diverso - si il tempo è nullo - ma non si potrà sopportare l’ennesima non replica in una città dove ci si abitua in fretta a non avere o peggio a fare spallucce.
La Cultura è Cittadinanza, ed è la Comunità che dovrà dare una risposta chiara a voi, viceversa abbiamo perso tutti.
p.s. ci sarà tempo e luogo per affermare forme di partecipazione attiva e visioni da abitare, oggi serve una leva dal basso che non sia la sola indignazione di facciata, sopratutto per chi resta troppo spesso al balcone a vedere cosa accadrà.
Giuseppe Prode