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06/07/2025 06:00:00

Lettera all'assessore alla Cultura di Marsala, città che "non" legge

Tra le cose più noiose in estate, incappare nella visione di un premio su uno dei tanti canali della nostra amata RAI - diciamo che i tempi liturgici di una cerimonia, spesso non aiutano il torpore e per fortuna l’orario era ancora umano - e ventaglio alla mano ho resistito a vedere il Premio Strega 2025 da Villa Giulia in Roma (per chi non conoscesse il Museo Nazionale Etrusco, per un prossimo tour nella capitale che vada alla scoperta di questo tesoro). 

Verso la fine, senza neppure tanta emozione (gli outsider al più finiscono nella cinquina finale se va bene) la proclamazione del vincitore ovvero Andrea Bajani, e tra le dichiarazioni di rito questa che riporto


 

“Dedico questo Premio ai libri , alla letteratura , contro la semplificazione.

Siamo in un momento di grande violenza diffusa, e alla violenza si risponde spesso con la semplificazione . I libri possono restituire la complessità delle cose , e credo che di questo abbiamo bisogno”.


 

E questa nota domenicale la porgo con rispetto al nuovo Assessore alla Cultura della Città di Marsala, viviamo tempi complessi e sopratutto inutilmente veloci nei cambiamenti - spesso non si ha il tempo di sedimentare, di riflettere, quasi che l’urgenza nel dare risposte sia sinonimo di contemporaneità, e quel che è peggio pensare di semplificarla la complessità del quotidiano, banalizzandola. 

Le affido le parole di Bajani, e ci indica una via che è la necessità dei libri e del mondo che gira intorno a loro. 

Gentile Assessore, siamo Città che Legge da anni - ma forse in pochi se ne sono accorti e non per Sua responsabilità - i noiosi rapporti (ne scelga uno a caso) sui dati lettura oramai sono oltre il sostenibile quanto a percentuali e numeri ma con questi dobbiamo ragionare e magari Lei con questa delega di peso potrà - nel tempo che resterà a questa amministrazione - gettare le basi per interlocuzioni a livello regionale e capire come uscire da questo cul de sac, o almeno provarci.

Ragiono da uomo che briga con la cultura e i suoi derivati e comprendo che a livello teorico sostenere un festival o una fiera di libri non sposti un voto in termini elettorali, molti di più come consenso se si ragionasse per il bene comune con una attenta analisi di sistema e visioni a medio-lungo periodo alle necessità, e mi permetto un consiglio ovvero la lettura di un libretto prezioso_Jean Giono L’uomo che piantò la speranza e crebbe la felicità -.

E quella speranza erano alberi, all’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale che lasciò milioni di morti e terre devastate. Ecco dal generale al particolare, e anche un Comune può invertire una rotta dando indicazioni forti e chiare con politiche culturali necessarie, investendo sui libri e i suoi mondi contigui - queste sì urgenze non più procrastinabili -. Comprendo che la politica scelga - chi vince governa e dà la rotta - ma a volte tocca andare controcorrente e pazienza se qualcuno non sarà soddisfatto, ma il bene della collettività è superiore a tutto. 


 

L’incipit del libretto e mi accomiato da Lei e la lascio ai suoi uffici


 

“perché un carattere umano riveli qualità veramente eccezionali, si deve avere la buona fortuna di vederlo in atto per molti anni. Se le sue azioni sono spoglie di tutto egoismo, se sono motivate da incondizionata generosità, se è proprio certo che non cova idea di ricompensa e se, in aggiunta, ha lasciato i suoi segni visibili sulla terra, allora non si può sbagliare”.


 

Ad astra per quanto farà e buon lavoro


 

Giuseppe Prode