Il mito dell'egemonia culturale, che il centrodestra addebita alla sinistra. Il concetto lo elaborò Antonio Gramsci ne "I quaderni dal carcere" durante la sua prigionia nelle carceri fasciste dal 1926 al 1934. Descrive l'ambito di competenza di un’attività intellettuale e morale, allo scopo di ottenere il consenso degli altri gruppi. Essa non s'impone solo con la forza della sovranità politico statuale, ma si realizza diffondendo i propri valori e la visione di società intesa come "senso comune".
La cultura deve essere ricerca e conoscenza, è il terreno fertile per l'autonomia del pensiero, il senso critico e la libertà individuale. È un'arma contro l'ignoranza indotta e l'omologazione da diffondere attraverso le istituzioni come la scuola. Si rammenta che all'epoca il 50% della popolazione era analfabeta, nella restante parte il ruolo della donna era relegato allo studio sulla difesa della maternità e dell'infanzia, tanto che fu creata l'Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell'Infanzia nel 1925. Altro strumento per la divulgazione delle idee erano i mezzi di comunicazione: in Italia nel 1924 ci fu l'avvento della radio che, unitamente alla stampa quando non venne sopressa perché critica con il regime, fu censurata bruscamente. Da ciò si evince che l'astrazione va contestualizzata al ventennio e che nel dopoguerra i mezzi di promozione delle idee dei partiti di centrodestra che adesso sono al governo e invocano il loro diritto all'egemonia culturale non sono mancati: da quelli dei giornali di partito, il Secolo D'Italia dell'MSI, l'Opinione del PLI, La Voce Repubblicana del PRI e Il Popolo per la DC, e altri di area come il Giornale, il Foglio e La Verità.
Riguardo agli istituti scolastici, il centrodestra DC-PRI-PLI ha governato la nazione fino al 1994, al 1995 considerando il primo governo Berlusconi. Nei successivi trent'anni, sono stati a Palazzo Chigi FI-Lega-AN/FdI dodici anni, un anno M5S-Lega, quattro anni governi tecnici -Dini,Monti,Draghi-. Gli altri tredici a guida DS/PDS/PD in coalizione con Mastella, Cossiga, Parisi, Alfano e Verdini, tutti temibili bolscevichi. Una supremazia che si è imposta sicuramente è l'ora di religione cattolica obbligatoria, abolita nel 1984 con il concordato siglato da Craxi, fautore di una politica laica, che rese i 60 primi facoltativi, nei quali si approfondisce, tuttavia, principalmente il cristianesimo. Rispetto agli altri mass media, il cinema con Squitieri, Zeffirelli, Avati e Barbareschi, nella letteratura, Pirandello, Ungaretti, Malaparte, Buttafuoco, Giordano Bruno Guerri, Veneziani, Vespa, non sono ad appannaggio della sinistra, ma si comprende che l'occupazione sia un retaggio culturale della destra-destra.
Vittorio Alfieri