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10/05/2019 17:47:00

La politica fatta tra la gente e i territori, quella sui social e la faccia di tolla

La politica deve stare tra la gente e affrontare le criticità che emergono dai territori. Lo abbiamo ripetuto non si quante volte, lo ripetiamo sempre. Perché oggi in questa grande contrapposizione tra le fazioni politiche, che urlano, che si rincorrono sui social, manca l’idea.
Manca la capacità di fare sintesi, di farsi interprete di quelle che sono i piccoli problemi della quotidianità, prima di parlare di spread, magari, è opportuno parlare di ferrovie.

E non cito la linea ferrata a caso, lo faccio perché il video realizzato a Marsala da Davide Faraone, senatore dem, ha creato tante polemiche e uno strascico che ha dato voce ai coraggiosi, sempre e solo, sui social. Non è una colpa essere stati al governo, non è una colpa essere stati sottosegretari, è una colpa non ascoltare il grido di quei cittadini che hanno chiamato per sollecitare un intervento. Sarà risolutivo? Sicuramente no.

Dobbiamo, però, deciderci se vogliamo il politico vicino la gente e pronto a raggiungere i territori oppure quello che appare sui social, perennemente in pubblica piazza che con il sorriso vi lascia contenti ma vi lascia poche speranze. In politica si fa bene e si fa male, si sbaglia anche, perché non ci sono automi ma uomini e donne.  La incapacità a comprendere questo equivale all’esaltazione di un populismo che impera, innalzato a buona politica e elevato a capacità. Non ci sto.

Chiedere il conto, oggi, a Faraone, per i due anni da sottosegretario, equivale a non conoscere tempi, ruoli e modo di operare del Governo. Ricercare le responsabilità in chi è stato al governo solo due anni e non presentare il conto, ad esempio, a chi ha governo quaranta anni, o gli ultimi venti, equivale a sconfessare se stessi e a non conoscere la storia, recente, della politica italiana.
Libertà! E’ questa l’etica politica e la morale, che dovrebbe seguire ogni cittadino. La libertà di poterci essere, anche da politico, per sollevare una questione.

Perché in questo tempo di propaganda incessante esserci, con la propria faccia, è già una vittoria. Alla boria intellettuale, a chi si sente depositario di verità assolute e di giudizi frettolosi, si risponde con la sensibilità del metodo, senza alcuna pretesa. E in questo mare dove i pesci sembrano andare tutti verso nord, c’è chi nuota, e bene, controcorrente.

Si fa più fatica, ci si scontra con altri pesci, ci si stanca ma non si rincorrono compiacenze che durerebbero meno di una settimana.
Magari si è scomodi, certamente si è veri, audaci, coraggiosi, talvolta incoscienti, ma attaccati ai territori… perché la vera militanza è la vita associata fuori le aule istituzionali. E allora siamo tutti faccia di tolla, almeno lo sono anch’io.

Rossana Titone

 



Native | 2024-04-25 09:00:00
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