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04/03/2021 06:00:00

La storia delle case popolari "scippate" a Marsala

La storia che raccontiamo oggi è particolare, delicata, e purtroppo non isolata. Accade nel quartiere popolare di via Istria, a Marsala.


E’ la storia di una casa popolare contesa. Abitata per 12 anni da un nucleo familiare e poi scippata e occupata abusivamente da un’altra famiglia, tutto in una notte. Adesso,, chi abitava in quella casa chiede giustizia. Ma le cose non sono così semplici, e quella che si scatena, purtroppo, è l’ennesima guerra tra poveri.

Storie del genere non sono isolate. Di alloggi popolari occupati abusivamente, scassinati nottetempo, e fatti propri da altre persone illecitamente, anche se pure loro in difficoltà economica. Dicevamo, vicende come queste esistono in via Istria, come negli altri rioni popolari di Marsala. Ma anche di Trapani, Castelvetrano, Mazara. E quella che si crea è una vera e propria guerra tra poveri, in un contesto di miseria e vita fatta di espedienti.

Ma torniamo a Marsala, via Istria, dove negli ultimi anni la situazione si è via via fatta più degradata. C’è una casa in una palazzina popolare abitata da un nucleo familiare composto da sei persone. Nel corso degli anni i figli crescono, si sposano, vanno a vivere con i rispettivi partner. La madre della famiglia nel frattempo muore. Restano il padre e la figlia più piccola, minorenne. Nell’estate del 2020 il padre, assegnatario dell’alloggio, viene a mancare. Resta sola in casa la figlia, appena maggiorenne. Torna in quell’abitazione solo per dormire, è il suo tetto. Nel frattempo trova ospitalità per mangiare e talvolta dormire dalle sorelle e dal fidanzato quasi coetaneo. Non lavora, non ha ancora completato gli studi. Si aiuta come può. In casa sono rimasti gli effetti personali del padre, deceduto da qualche mese. E’ la notte di capodanno, la ragazza non vuole restare sola, e va dalla sorella a passare l’ultimo giorno dell’anno. Non sa che quello sarebbe stato anche l’ultimo giorno nella casa in cui ha vissuto per 12 anni. Al suo ritorno trova la serratura cambiata, e qualcun altro dentro.

Hanno occupato casa. In pochissime ore un altro nucleo familiare è riuscito a scassinare la porta, occupare abusivamente l’alloggio, con tutti gli effetti personali di chi ci stava prima, e poi a cambiare la serratura. La famiglia che ha occupato l’abitazione è molto nota nella zona, e ha anche un bambino piccolo.
Scatta così la contesa. La ragazza resta fuori casa, viene ospitata dai familiari. Nel frattempo scopre di essere incinta, bambino che poi perderà. Scatta la denuncia nei confronti di quelle persone che hanno occupato abusivamente quell’alloggio popolare. Il Comune di Marsala il 5 gennaio invia un avviso di sgombero. Se entro 15 giorni la casa non si libera allora si avviano le procedure per verificare lo sgombero coatto. “Nessuno si è fatto più sentire dal Comune per tutelare i nostri diritti”, dice un membro della famiglia scippata dalla casa in cui ha vissuto per parecchi anni. “Lì dentro ci sono i nostri ricordi e gli ultimi effetti di nostro padre”.


La situazione, però, non è così semplice. “Casi del genere sono, purtroppo, molto frequenti in città. La maggior parte degli alloggi popolari sono occupati abusivamente, e lo sgombero è un problema di ordine pubblico non indifferente”, ci dicono fonti del Comune.
Non è così semplice, dicevamo, perchè l’assegnatario dell’alloggio era il padre defunto. Non è così semplice perchè ad occupare la casa, seppur illegalmente, è una famiglia con un bambino piccolo e per ristabilire la legalità bisogna comunque garantire un tetto sulla testa a questa creatura. Che si spera possa crescere nella legalità.



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