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10/12/2013 06:01:00

L'irregolarità degli aiuti dei Comuni a Ryanair per non lasciare Trapani. I precedenti

 Partiamo da una premessa: il destino di questa terra, della provincia di Trapani, sta a cuore a tutti noi. Da quando Ryanair è arrivata a Birgi l’aeroporto “Vincenzo Florio” è decollato in termini di numeri, sfiorando i due milioni di passeggeri, e il nostro territorio, pur senza una cabina di regia per gli investimenti e i servizi, ne ha comunque beneficiato, chi più chi meno, in maniera molto caotica, ma è stata come una pioggia fortunata che ha bagnato tutti.

Adesso il contratto con Ryanair è scaduto. Per rinnovarlo l’azienda irlandese chiede ai 24 Comuni della provincia ed alla Camera di Commercio (la Provincia di Trapani, come ente, è in liquidazione, e dunque è come se non ci fosse), 3 milioni di euro l’anno, fino al 2019, cioè per 5 anni.

Al di là del tifo, delle speranze di ognuno, della retorica, proviamo un attimo a ragionare in maniera serena e distaccata.

La domanda dalle cento pistole è questa: può una compagnia aerea chiedere, così, a suo piacimento, a degli enti pubblici dei soldi per fare atterrare e decollare i suoi aerei da uno specifico aeroporto, senza un bando pubblico? La risposta è ovviamente no.

E’ illegale. Lo dicono i principi base della Comunità Europea, quelli che vietano gli aiuti pubblici perchè configurano gli estremi della concorrenza sleale.

Rovesciando la domanda: perchè all’aeroporto di Trapani Ryanair va bene e un’altra compagnia no?

Che la cosa sia illegale è risaputa. Tant’è che Ryanair usa il trucchetto. Il trucchetto, da due soldi, è il seguente: gli enti locali non danno i soldi direttamente alla compagnia (anche perché, appunto,  a che titolo li darebbero?), ma ad un fondo X, una nuova società, gestita dalla Camera di Commercio di Trapani. Questa società raccatterà i soldi dei Comuni (250.000 euro dallo stesso ente camerale, 300.000 euro da Marsala e Trapani, e poi, in proporzione, tutti gli altri) e li investirà per fare pubblicità del territorio nei mezzi di Ryanair: la rivista di bordo, il sito (che non a caso è il sito con i banner più cari del mondo), i cartelli dentro gli aerei, eccetera.

Siamo nel campo, anche se camuffato,  degli aiuti di Stato: il vantaggio economicamente apprezzabile  in favore di  un’impresa specifica (Ryanair), proveniente da un’articolazione  dello Stato (Comuni e Camera di Commercio).

Tra l’altro non è la prima volta che accade. Il precedente illustre, che tutti studiano come caso specifico, riguarda la stessa operazione fatta da Ryanair all’aeroporto di Alghero. Cliccando qui potete leggere uno studio dell’Università di Firenze che analizza il contrasto degli aiuti con le norme comunitarie.

Tra l’altro, nel 2002, quando ha attivato il “contratto” con Ryanair, la società che gestisce l’aeroporto di Alghero era in forte perdita, come quella che oggi gestisce l’aeroporto di Trapani, l’Airgest. La Commissione Europea osserva che “in questo contesto, appare ragionevole concludere che,  in  condizioni analoghe, un investitore privato operante  in  un’economia di mercato non avrebbe concluso gli accordi  sottoscritti con Ryanair”.  E ancora, altra analogia con Birgi, “le  condizioni negoziate con Ryanair sarebbero state  concesse  esclusivamente a detta compagnia aerea  e non sarebbero state  offerte ad altri vettori”.

Sugli aiuti illegali l’Unione Europea è andata avanti. La Regione Sardegna è formalmente accusata di aver erogato 30 milioni di euro alle compagnie low cost, e la Commissione Europea ha aperto  ufficialmente una procedura di infrazione, lunga 17 pagine, per violazione dell’articolo 108 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea. Ancora, sembra di leggere quanto sta accadendo a Trapani oggi. A giudizio dell’Ue «gli operatori hanno poi corrisposto contributi finanziari a vettori aerei, e le compagnie beneficiarie del contributo – osserva ancora la Commissione Europea – sono state selezionate sulla base dell’offerta commerciale più attraente e non mediante procedura d’appalto».  Per maggiori approfondimenti potete leggere qui.

Se, al termine della procedura, dovesse essere ribadita la violazione dell’articolo 108 del Testo di Funzionamento dell’Unione Europea, i soldi incassati dovrebbero essere restituiti e in futuro non sarebbe più possibile contare sulle sovvenzioni che fino a oggi hanno consentito alle low cost di fare il pieno di passeggeri.

E a Trapani che sta succedendo? Ne parliamo domani.