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24/11/2017 06:00:00

Oggi a Marsala l'incredibile storia di Vincenzo Balli sotto scorta per finta

Il surreale raggiro dell'imprenditore palermitano diventa libro - Immagina di vivere la tua vita serena, con la tua famiglia, il tuo lavoro, i tuoi interessi, le normali difficoltà quotidiane, con tua figlia che ha appena tre anni ed è la gioia più grande che ti sia potuta capitare. Una storia e una vita vissuta normalmente e in serenità. Poi immagina di non poter più vivere tutto questo da un giorno all’altro, perché c’è qualcuno, anzi, c’è la mafia che vuole farti fuori, e sei in pericolo costante tu e i tuoi cari. La vita del giorno prima non c’è più, si è trasformata in un incubo che ti avvolge assieme a tutta la tua famiglia. Non puoi uscire di casa se non con la scorta, devi cambiare alloggi, non puoi tenere le finestre aperte, non puoi telefonare liberamente, insomma, di colpo non sei più padrone della tua vita. Questo è quello che è realmente accaduto e che ha vissuto per tre anni Vincenzo Balli, autore, assieme al giornalista Giuseppe Lo Bianco del libro “The Truman Boss” che sarà presentato questa sera alle 21:00 al Megriffe di Marsala.

Vincenzo Balli, imprenditore palermitano, è stato paracadutista della Folgore a Pisa e con alcuni ex militari ha fondato un’agenzia di investigazioni private. Dall’inizio degli anni Novanta ha intrapreso l’attività di organizzatore di spettacoli che lo ha portato a gestire i più importanti eventi svoltisi in Sicilia, fino a quando si è imbattuto nel socio. E da quell'incontro si arriva poi alla storia durata tre anni, duri, dolorosi, che hanno lasciato parecchie cicatrici. Tutto è nato con una richiesta di aiuto da parte di quel socio, Mario Musotto, con il quale condividevano una società di biglietteria elettronica. Musotto, ex carabiniere, gli ha raccontato di essere nel mirino di mafiosi che aveva arrestato in una retata ed era in pericolo di vita e dal momento che erano soci era in pericolo anche lui. 

Vincenzo Balli e la moglie accolgono la richiesta di aiuto con queste parole:”Bene, non ti preoccupare, se la mafia vuole ucciderti noi saremo con te, dovranno uccidere anche noi”. Da quella frase e da quell’aiuto concesso è iniziato l’incubo della famiglia Balli.

Vivevamo blindati nella nostra abitazione e spesso in altre località - le parole di Balli -. Anche le chiamate erano controllate e limitate e quando si superava il tempo prestabilito venivano interrotte”. C’erano le civette dei carabinieri a fare da scorta, le intercettazioni e i messaggi di chi, dall’altro capo del telefono, era preposto alla sicurezza di Vincenzo Balli, della moglie e della figlia.

Nei tre anni abbiamo vissuto a braccetto con la morte e la paura. Ci trasferivano da un posto all’altro, giorno e notte, e tutte le minacce ci venivano comunicate anche nel cuore della notte accrescendo la nostra paura”.

Un giorno a Balli inizia a balenargli qualche dubbio, comincia a mettere sotto pressione il socio e molte cose non gli quadrano, fin quando decide di andare dai carabinieri, dove scopre di non aver mai ricevuto una scorta e di non essere mai stato in pericolo di nulla.

Da qui la denuncia per Musotto e i suoi complici, Daniela Todaro e  Alfredo Silvano che sono stati condannati dalla Cassazione a settembre del 2016, ma purtroppo il lungo percorso della giustizia, con i tre gradi di giudizio, ha in pratica permesso a Musotto e agli altri due condannati in tutti e tre i gradi, di usufruire della prescrizione e di non fare per questo nemmeno un giorno di galera.

Una storia incredibile e surreale che Balli ha voluto rendere pubblica soprattutto per la figlia Lucrezia, oggi adulta, alla quale in quei tre anni, per alleviarle la pesantezza di quanto stava accadendo, ha creato, come se fossero in un grande gioco, la figura immaginaria dell’Uomo del Tempo, il quale era l’unico che poteva stabilire con un sì e con un no, se la famiglia Balli poteva uscire o no di casa per qualche ora.
 



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