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20/02/2010 05:41:50

Nuovo rinvio per il piano casa siciliano. Ma c’è l’ombra di una maxi sanatoria….

Sul Piano casa infatti è venuto fuori che questa maggioranza surrettizia si è impantanata per le diverse opinioni ovvero fazioni che la contraddistinguono”. Lo afferma Rudy Maira, capogruppo Udc, commentando l’ennesimo rinvio dell’esame del piano casa regionale a causa delle divisioni nella maggioranza che sostiene il governo di Raffaele Lombardo. “Credo che al leaderismo a cui guardavano in tanti per dare forma ad un governo che non è espressione del voto popolare – aggiunge l’esponente della Vela – si sia sostituito una sorta ricettacolo di cacicchi che difendono interessi più o meno legittimi”.
''Il rinvio alla prossima settimana della discussione in Aula del testo normativo sul Piano Casa risponde a un'esigenza oggettiva: bisogna consentire ai gruppi politici e al governo regionale di approfondire nel merito il testo normativo, cosi' da elaborare una sintesi che possa trovare un ampio consenso, senza pero' stravolgere il senso logico e pratico della legge''. Cosi' invece il capogruppo del Pdl-Sicilia all'Assemblea regionale siciliana, Giulia Adamo, ha motivato la richiesta a Sala d'Ercole di rinviare a martedi' prossimo la discussione del disegno di legge sulla riqualificazione del patrimonio edilizio. Richiesta poi accolta dal presidente dell'Ars, Francesco Cascio.
Il governo ha proposto una normativa rigida, il Pdl Sicilia e il Pd hanno puntato i piedi per allargarla. Ora ci sono ben 400 emendamenti da affrontare con seri rischi che questo piano casa in salsa siciliana rischi di diventare un mega condono.
Tra le proposte del centro, l’incremento anche per strutture turistiche e capannoni industriali, con aumenti di cubatura fino al 50% e la possibilità di costruire sulle terrazze nei limiti di un solo piano di altezza. A favore del coinvolgimento degli edifici produttivi ancheUnioncamere Sicilia.

Chiesta dal PdL l’estensione del piano casa agli edifici in fase istruttoria di sanatoria e a quelli che sorgono su fasce di totale inedificabilità, accanto ad assi stradali a rischio idrogeologico, a patto di migliorarne la sicurezza. Il dibattito sull’iter della legge regionale ha causato spaccature nel centrodestra, tra PdL Sicilia e sede centrale.

Negativo il parere della Cgil, contraria ad ampliamenti che non rispettino i piani urbanistici dei comuni. Interventi ai quali dovrebbe essere anteposta la realizzazione di circa 60 mila alloggi popolari secondo i criteri della bioedilizia per risolvere la tensione abitativa.

Più cauti i geologi che, attraverso i loro correttivi, hanno apportato aggiunte in merito al rischio idrogeologico e sismico. Lanciata anche la proposta del geologo di zona, che attraverso il presidio del territorio ne sappia leggere preventivamente le dinamiche, e del libretto del fabbricato per il monitoraggio dello stato di salute della struttura dell’edificio, con particolare attenzione a crepe sui pilastri, intonaci, ferri dell’armatura e terreno di sedime delle fondazioni, perché tutto quanto presente in esso è soggetto a variazioni nel tempo.

Si fa intanto strada l’idea del maxiemendamento, che potrebbe introdurre la demolizione e ricostruzione per le imprese artigianali, commerciali e agricole, oltre alla trasformazione di capannoni industriali dismessi in strutture turistiche o residenziali.

Dovrebbero restare esclusi dagli incentivi volumetrici gli edifici soggetti a sanatoria e quelli che sorgono nei centri storici. Confermate le norme sull’uso di energie alternative, mentre si discute ancora sulla possibilità di avviare i lavori ricorrendo alla Dia, Denuncia di inizio attività, in alternativa al permesso di costruire.
Ma il vero scontro, al momento, è sulle intenzioni del governo di allargare il piano casa anche alle imprese, lo si snatura. Un capannone industriale abbandonato che oggi deve essere demolito e non vale nulla può cambiare la sua destinazione d’uso, essere ricostruito e allargato, può diventare anche un albergo…
La resistenza a questa modifica viene dagli ex di An. Il vicepresidente della commissione nazionale antimafia, Fabio Granat ha dichiarato: “L'accordo nella maggioranza in Sicilia, che prevede sul nuovo piano casa da sottoporre all'aula dell'Ars fra l'altro l'estensione dei benefici alle imprese, non ci convince né nel contenuto né nel metodo”, dice Granata che nella nota diffusa chiede l’apertura di un nuovo tavolo di confronto politico e sostiene di “interpretare il pensiero dei parlamentari del Pdl Sicilia che provengono da An. Per tale ragione, a nome dei deputati e della delegazione di governo che fa capo all'area degli ex An, chiedo ufficialmente a Lombardo di riavviare immediatamente il confronto politico, lavorando ad un testo condiviso e coerente”.

Dichiarazioni subito sbugiardate dai deputati regionali del Pdl Sicilia. “Le proposte migliorative del gruppo Pdl-Sicilia al ddl sul ‘Piano Casa’ sono chiare: in difesa del territorio e delle attività produttive, contro ogni scempio edilizio e ipotesi di sanatoria. Non comprendiamo francamente i reali motivi che inducono alcuni parlamentari ad arroccarsi su posizioni pretestuose e preconcette” dicono i parlamentari regionali Alessandro Aricò, Carmelo Incardona, Carmelo Currenti, Livio Marrocco e Toni Scilla. “Invitiamo - sottolineano i parlamentari regionali - tutti coloro che continuano a mostrare imbarazzo o fastidio nell’accettare il principio del recupero delle strutture industriali che si trovano all’interno di aree urbane, a spiegare compiutamente perché nella nostra terra, a differenza di come avviene in altre regioni d’Italia, chi produce ricchezza e sviluppo - concludono - deve essere penalizzato e non incentivato a fare di più e meglio, nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti”. Schermaglie? Forse, fatto sta che tutto rimane fermo.

Il maxiemendamento, che estende tra l’altro la possibilità di aumentare la cubatura anche agli edifici con destinazione industriale, commerciale ed artigiana, e non solo a quelli destinati ad uso abitativo, non piace nemmeno al Pd, che ha promesso di non votare il disegno di legge se il governo non tornerà sui suoi passi. “Sì al piano abitazioni. No alle estensioni ed agli ampliamenti generalizzati proposti da chi ha il solo scopo di affossare la legge. Siamo pronti a discutere in aula la legge sul piano casa che deve riguardare esclusivamente il miglioramento della qualità e della sicurezza abitativa come previsto dall’intesa sottoscritta con lo Stato dalla conferenza delle regioni”, dicono il segretario regionale Giuseppe Lupo e il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici.
Riguardo al piano casa, per i democratici questo non può riguardare “modifiche normative di natura urbanistica né tantomeno interventi su edifici adibiti ad uso non abitativo”. Anche su questo il Pd sembra intenzionato al confronto, ma solo su uno specifico disegno di legge. “Fino a ieri le nostre valutazioni erano condivise dal governo ed in particolare dal presidente della Regione che ha reso dichiarazioni pubbliche in tal senso. Se il governo ha cambiato opinione – concludono Lupo e Cracolici - lo riteniamo un errore che rischia di compromettere l’approvazione della stessa legge”.