Scavi archeologici al Decumano Massimo di Marsala

Questa ormai più che decennale operazione di indagine ha rivoluzionato le opinioni cristallizzate nella letteratura archeologica sulla storia di questo importante centro della Sicilia occidentale nel percorso delle trasformazioni tra tarda età imperiale ed epoca medievale.
Si tratta di un impegno al quale non sottrae energie Rossella Giglio, dirigente della Soprintendenza ai Beni culturali e Ambientali, che nel merito dice: «La presenza di un asse viario lastricato, il più importante della città, ha definitivamente acclarato la consistenza monumentale della Lilibeo romana e la volontà da parte di Roma di conservarne l'importanza sotto il suo controllo».
«Gli scavi - continua - hanno dimostrato che, alla fine dell'impero romano, la città non subisce la totale distruzione da parte vandala ma si trasforma sotto il nuovo impulso politico, edilizio e religioso del Cristianesimo che occupa gli spazi pubblici e vi impianta chiese e necropoli».
«Quello che voglio sottolineare - aggiunge ancora l'archeologa della Sovrintendenza - è che la dedizione e l'attenzione che si devono ad una così importante ricerca e la caratteristica specifica dello scavo archeologico, non meritano polemiche, per di più inesistenti, poiché i professionisti incaricati sono collaboratori di fiducia della Soprintendenza ai Beni culturali da più di venti anni; già un magistrato aveva lastricato un tratto del decumano, e l'iscrizione di Stertinius, ancorché mutila, deve essere ancora attentamente vagliata dal punto di vista storico ed epigrafico».
Infine traccia un quadro per i prossimo lavori: «Il lavoro dei mesi futuri sarà, quindi, decisivo - conclude Rossella Giglio - per stabilire quali saranno le prospettive e le direttrici di sviluppo per la costruzione del parco archeologico di Capo Boeo a Marsala».
L'attuale progetto di ricerca, finanziato dal Comune, intende realizzare una connessione organica tra le precedenti indagini - svoltesi dal 1999 fino al 2008 - con i nuovi ampliamenti che consentiranno di mettere in luce e destinare alla fruizione il decumano della Lilibeo romana.