E per una sera torna a vivere il Monumento ai Mille di Marsala...

anni, è tornato a vivere. Il merito è degli artisti e degli architetti provenienti da tutto il mondo, che hanno lavorato per realizzare un'installazione artistica all'interno della "pancia" del monumento e hanno messo in scena una singolare ed emozionante performance davanti a centinaia di persone ieri pomeriggio dalle 19 in poi.

 Singolare l'utilizzo delle nasse, con le quali è stato costruito un arco che attraversa il monumento. Poi, in quella che doveva essere la prua del "Piemonte" e del "Lombardo" è stata realizzata una composizione artistica. Ma l'aspetto più emozionante è stata la performance, con  la musica degli Akkura e una coreografia che ha coinvolto gli spettatori presenti.

Ma il vero spettacolo erano le tantissime persone che come bambini si aggiravano dentro il Monumento ai Mille. Per loro era la prima volta "dentro" la pancia di quel mostro che avevano visto fino ad oggi solo di passaggio nel cuore del lungomare di Marsala. Le persone ieri si sono riappropriate di questo monumento, lo hanno fatto loro. Il gruppo di lavoro guidato da Francesco Ducato ha dato dimostrazione che la creatività e la volontà delle persone è migliore della cattiva politica.

Alla manifestazione è intervenuto il Sindaco di Marsala, Renzo Carini. Ha ringraziato tutti gli intervenuti per il contributo di creatività e di innovazione che hanno portato a Marsala ("e che io stesso stentavo a capire" ha ammesso) e ha ripetuto la solita tiriteta sul completamento del Monumento. L'Amministrazione aveva annunciato che il 12 Maggio scorso sarebbero cominciati i lavori per completare il monumento secondo il progetto ("Mille Luci") dell'architetto Ottavio Abramo. Tuttavia è ancora tutto fermo. "Per colpa della Regione" dice il Sindaco. Che però omette di dire che l'Amministrazione non ha i 4 milioni di euro necessari per il progetto e che il primo stralcio prevede, per 400.000 euro, solo la sistemazione dell'area.

Ma forse è meglio che il progetto di Abramo non si realizzi. Le centinaia di persone che hanno invaso ieri l'area del "salato" hanno dimostrato di volere non una terrazza per i cocktail o un parquet con le luci a led. Vogliono solo riappropiarsi di uno spazio, di un luogo e anche di una storia. E questo, se solo l'amministrazione volesse, sarebbe già possibile da subito.

L'installazione è stata preparata dai 13 artisti che hanno partecipato al workshop internazionale Ephemeral Arts Connection. La finalità era quella di concepire e realizzare un’opera d’arte effimera ed una performance dentro un’opera incompiuta "affinché - spiegano gli organizzatori - questi luoghi siano riutilizzati come spazi d’arte che generino occasioni per esprimersi al talento internazionale e diventino nuovi motori culturali ed economici per il territorio".

Gli artisti selezionati hanno ricercato in ambito concettuale e sperimentale sull’idea di “effimero” con esperti internazionali in arti effimere come l’architetta Bea Goller (Germania, Spagna), hanno utilizzato metodi digitali e materiali di ultima generazione con il direttore di MAG LAB (Materials Advanced Architecture Generative Laboratory) Aref Maksoud (Syria), e approfondito la pratica e della “performative art” con l’artista norvegese Marita Isobel Solberg.