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26/10/2010 04:26:30

Rinviato al 20 Dicembre il processo per il sequestro di Denise Pipitone, che compie 10 anni

Nella prossima udienza saranno ascoltati cinque testi, tra cui Antonino Pipitone, marito di Piera Maggio, Giacoma Russo e Maria Francesca Arena, che la mattina del sequestro della piccola, l'1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo, andarono a fare visita alla figlia della sorella di Piera Maggio, Fiorella Marino, che aveva avuto una bambina 45 giorni prima e che abita nella stessa palazzo di via La Bruna della famiglia Pipitone.

La Marino sarà anche lei ascoltata nella prossima udienza. Così, come Francesca Giglio, madre di due bambini, nipoti di Piera Maggio, che avevano acquistato il pane alle 12.05, orario che risulta da uno scontrino consegnato all'epoca ai carabinieri dal panettiere Vito Barraco, ascoltato in udienza oggi: una circostanza che serve a "cristallizzare" l'orario del sequestro; a quell'ora, infatti, Denise era già stata rapita.

9,00 - “Mi manca tanto. Mi manca soprattutto il contatto fisico con mia figlia. Oggi  compie dieci anni e sono già sei anni che non la vedo. E’ una eternità. Mi piacerebbe festeggiare il compleanno come fanno tutte le madri, nelle proprie case, allegramente”. Lo dice Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone la bimba rapita, e mai ritrovata, a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004 quando aveva quattro anni. “Sono rammaricata – aggiunge – per il fatto che è passato troppo tempo dal giorno del sequestro di mia figlia, tempo importante, e ancora non sappiamo niente di lei. Io ripongo tutta la mia fiducia nella giustizia, però è una giustizia troppo lenta. Nessuno capisce una madre a cui manca una figlia. E’ importante che si 48ca1d6bdcf05_zoom.jpgsappia che Denise non è da sei anni che si cerca fisicamente. Non tutti sanno che le indagini che svolge una Procura sono le indagini per appurare la verità qualora ci siano persone che collaborano, qualora ci sia da subito collaborazione. Quella che non c’é stata nel caso di Denise. E in questi sei anni, non c’é nessuno che ha cercato fisicamente mia figlia”.

 

“Non ho perso la speranza – prosegue – ma sono inorridita dal fatto di trovarmi davanti a delle persone, come gli accusati nel processo, che non collaborano per far luce su questa storia e su loro stessi. E dire che parliamo anche di una persona che con Denise ha un collegamento, essendo figlia dello stesso padre. E io, al di là di quella che sarà la sentenza che sarà emessa dai giudici, queste persone le ho già condannate, perché comunque non hanno aiutato a trovare Denise. E chi si comporta così, secondo me, ha qualcosa o tanto da nascondere. Ne sono stata certa sin dall’inizio”.

Riprende oggi davanti al Tribunale di Marsala, il processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone, scomparsa da Mazara del Vallo il 1° settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. L'udienza si tiene nel giorno del decimo compleanno della bambina.

Imputati sono la 22enne Jessica Pulizzi, sorella per parte di padre della bambina rapita, accusata di concorso in sequestro di minorenne, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, 24 anni, italo-tunisino, al quale sono contestate false dichiarazioni al Pubblico ministero. Dieci sono i testi citati dall'accusa per l'udienza, che è la quinta del processo.

 

 

Tra questi, un fratello di Denise, due cugini, uno dei quali è stato l'ultimo a vederla prima della scomparsa, e due cugine di Piera Maggio, madre della piccola sequestrata. Nella precedente udienza, lo scorso 9 luglio, aveva testimoniato la 71enne Francesca Randazzo, nonna materna di Denise, a cui la bambina era stata affidata la mattina del primo settembre 2004. "Mi sono distratta un po' solo quando ho messo giù la pasta per il pranzo - ha dichiarato, singhiozzando, l'anziana - fino alle 11.30, ho visto mia nipote giocare con la bambola, ma quando mancava un quarto a mezzogiorno non c'era più. A quel punto è scattato l'allarme". Un secondo filone d'inchiesta, tutt'ora in corso, vede indagati, sempre per concorso in sequestro di minorenne, Antonino Cinà, la moglie Giovanna D'Assaro, il padre di questa, il pluriomicida Giuseppe D'Assaro, che si è autoaccusato di avere aiutato il genero a gettare in mare il corpo della bambina morta, e Anna Corona, ex moglie di Piero Pulizzi e madre di Jessica Pulizzi.