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28/03/2011 06:00:33

Abusivismo costiero a Marsala. Finalmente si demoliscono le prime case. Ecco quali sono...

Si va verso l’abbattimento, dunque, se non ci saranno altri intoppi. Dopo un 2010 molto travagliato sulla questione abusivi a dicembre è arrivata la valutazione tecnica - economica con cui si stabilisce la somma da impegnare per le demolizioni: 190.000 euro di cui 108.075,48 per lavori a base d’asta e 81.824,52 per spese amministrative.  Da qui, il 21 febbraio scorso, il settore Territorio e Ambiente  approva il progetto esecutivo per l’abbattimento di un primo gruppo di 22 immobili abusivi, già acquisiti al patrimonio comunale, e il relativo bando di gara.

IL BANDO. Finalmente si sono trovati i soldi, perché era questo uno dei problemi del sindaco Carini. Nel 2007, fresco di elezione, in una situazione di stallo aveva provato un percorso alternativo. Dare in concessione gli immobili abusivi, già materialmente in possesso del comune, agli stessi proprietari dietro pagamento dell’ICI maggiorata del 20%. Poi, magari, una volta racimolati i soldi le case si sarebbero buttate giù comunque. Come andò a finire? Che su 509 proprietari solo 20 presentarono la richiesta ma senza avere i requisiti necessari. Adesso si sono trovati i soldi, o magari c'erano già e si era un po' miopi, e la somma è già stata inserita in bilancio: 20.000 in quello del 2010, 170.000 nel 2011.
I lavori previsti dal bando dovranno concludersi entro otto mesi dalla stipula del contratto e  sono volti a “ripristinare lo stato preesistente alla realizzazione dei corpi di fabbrica abusivi ed acquisiti al patrimonio Comunale. In particolare è prevista la demolizione, il trasporto a pubblica discarica del materiale proveniente dalle demolizioni, la fornitura e lo spandimento di terreno vegetale per sistemare e livellare le aree residue”. La somma a base d’asta inserita nel C.s.a. è di 108.075,48 euro, di cui 106.130,12 soggetti a ribasso e il resto per oneri di sicurezza.

LA LISTA. Le 22 case da abbattere fanno parte di una lista, redatta dall’Ufficio abusivismo del settore Territorio e Ambiente, che comprende 509 immobili non soggetti a sanatoria e suddivisi per tipo di abuso. I 22 in questione fanno parte solo della prima tornata, e speriamo non l’ultima.  La maggior parte degli immobili che verranno abbattuti in questa prima tranche si concentrano nel versante nord della città, come risulta dalla relazione del settore Territorio Ambiente, diretto dall’ing. D’Orazio, che elenca proprietari e ubicazione degli immobili.
Genna Giovanni 23/03/36, C/da Spagnuola; Rallo Francesca 25/07/48, C/da Spagnuola; Imperiale Antonietta 04/03/22, Via Lungomare Mediterraneo; Giacalone Pasqua Giuseppa 04/01/40, C/da Spagnuola; Rallo Rosa 24/11/50, C/da Berbaro Rina; Buffa Antonino 22/03/15, C/da Birgi Sottano; Salone Vincenzo 24/08/52, C/da Birgi Sottano; Di Nicola Antonino 22/02/26, C/da Birgi Sottano; Errera Vincenzo 12/07/43, C/da Spagnuola; Errera Giuseppe 23/11/46, C/da Spagnuola; Scalia Giovanni 24/04/49, C/da Spagnuola; Genna Gioacchino 17/04/46, C/da S Teodoro; Russo Antonino 03/02/20, C/da S Teodoro; Angileri Rosa 22/02/29, C/da Spagnuola; Chiolo Leonardo 26/11/24, C/da Birgi Sottano; Licari Giuseppe 22/02/36, C/da S Teodoro; Sciacca Salvatore 01/01/14, C/da S. Teodoro; Noto Vincenzo 25/11/52, C/da Marausa; Noto Maria Rosa 01/01/56, C/da Marausa; Canino Mario Antonio 29/08/49, C/da Marausa; Barraco Pietro 13/04/51, C/da Berbaro Rina; Gandolfo Antonino 24/08/31, C/da Fossarunza.

L’ITER. Lunghissimo, farraginoso. La lista dei 22 è stata redatta dall’Ufficio abusivismo nel luglio 2009 dopo anni di blocchi vari e sentenze del Tar e della Corte di giustizia amministrativa, che però non  hanno lasciato dubbi sulla natura abusiva degli immobili esaminati.  Una ad esempio, dalla quale affiora palesemente la riluttanza delle varie amministrazioni a prendere di petto il problema abusivi. È il caso di un ricorso al Tar del proprietario di un immobile abusivo la cui richiesta di sanatoria negli anni ’90 è stata rifiutata dal Comune. La sentenza arriva solo nel 2010 e  sulla questione il Comune decide di non immischiarsi non presentandosi dinnanzi al Tribunale amministrativo per difendere il proprio operato. L’immobile è stato poi dichiarato ugualmente abusivo. I dubbi però li hanno avuti in Consiglio comunale in tutti questi anni. Una volta dichiarati abusivi gli immobili  e redatta la lista rimaneva da decidere se demolirli o riutilizzarli per fini collettivi. La palla è spesso rimbalzata in Consiglio che avrebbe dovuto decidere sulla riutilizzazione o meno. Da quando, nel 2009, sono state individuate le 22 abitazioni abusive, il Consiglio ha spesso deciso di non decidere rimandando la questione. Il presidente Oreste Alagna ad un certo punto ha detto che la competenza non era del Consiglio ma dell’Amministrazione. Replica Carini, il Consiglio ha solo il compito di valutare caso per caso la riutilizzabilità dell’immobile, nient’altro. E si è anche interpellato l’Assessorato Regionale Territorio Ambiente. Il parere dalla Regione arriva ad aprile 2010 ed è univoco: “l’interesse pubblico a tutela della fascia di rispetto (150 m dalla battigia) prevale su qualsiasi altro interesse volto al mantenimento dell’opera abusiva, acquisita al patrimonio comunale”. Quindi è demolizione. A settembre si riunisce il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, per trattare “l’abusivismo edilizio lungo la fascia costiera”. In quest’occasione il Prefetto evidenzia la necessità che la demolizione debba avvenire contestualmente allo sgombero per evitare possibili  occupazioni da parte di soggetti senza titolo dopo l’avvenuta liberazione degli immobili, e quindi evitare gravi problemi di ordine pubblico con conseguenti ritardi nella demolizione.

LE INDAGINI. Un iter pieno di ritardi, con pratiche stagnanti dagli anni ’90. Se n’è accorta anche la Procura che per due volte ha avviato le indagini per capire se qualcuno ostacolava le procedure. Nel gennaio 2010 qualcosa si muove e chiede le carte all’ufficio della Segreteria Generale e alla Presidenza del Consiglio Comunale. Poi nulla di fatto, pare. In Consiglio riprendono a discutere di abusivismo. Ma già nel 2007 una corposa indagine fu portata avanti dalla Procura. L’inchiesta, partita da strani ritardi, arrivò all’emissione di 210 avvisi di garanzia. I destinatari erano proprietari di immobili abusivi, funzionari comunali e amministratori iscritti al registro per abuso ed omissione d’atti d’ufficio. Ma anche lì non si andò oltre.

GLI ABUSIVI E LA POLITICA. Si sa: il tema abusivismo muove tanti interessi, anche in politica. 509 proprietari di case abusive sono elettori potenzialmente determinanti. Negli anni sono nati i comitati Sanatoria Negata un po’ in tutta la provincia: tutti quei proprietari che si sono visti negare la richiesta di sanatoria del proprio villino abusivo dal Comune. Per le elezioni amministrative del 2007 a Marsala gli abusivi sono “scesi in campo”. Un candidato al Consiglio Comunale della lista “Noi marsalesi”, che appoggiava Carini, in piena campagna elettorale aveva fatto circolare un volantino dal titolo “Salviamo le nostre case”. Il volantino, era stato inviato a tutti gli abusivi costituiti nel comitato “I nuovi vespri”. Il candidato, che si dichiarò "incaricato dal comitato di abusivi di difendere i nostri (dei proprietari, ndr) interessi”, non venne eletto, ma a elezioni concluse Carini decide di dare in comodato le case abusive agli stessi proprietari.  L'iniziativa di Carini però non ebbe seguito. Poi le cose sono cambiate e Carini muta rotta portando avanti le pratiche per le demolizioni. Il comitato “Salviamo le nostre” case non ci pensa affatto a mollare le speranze, e le case abusive. Più volte, infatti, chiede una conferenza di servizio a Carini ringraziandolo per essersi fatto “da tramite tra la legge e le esigenze dei cittadini”.
L’Amministrazione comunale negli anni è sempre stata morbida nella lotta agli abusivismi edilizi. Al di là della lentezza con cui consiglieri e amministratori hanno trattato il tema, la linea da adottare, quella della demolizione, è sempre stata molto cauta. Lo stesso Carini ha più volte ripetuto che “c’è stata una violazione della legge, ma si tratta di cittadini marsalesi che hanno pur sempre speso i loro risparmi per costruire quelle case”.  
Quelle case però hanno violentato una costa che vale più di qualsiasi gruzzolo o villino con piscina e vista sul Mediterraneo.

Francesco Appari