Al cinema "Terraferma" di Crialese, ma i marsalesi hanno altro da vedere
Ho già visto, qualche anno fa, il film “Nuovomondo” dello stesso Crialese. Mi è piaciuto. Ma in quest’ultima opera Crialese va molto avanti. Un montaggio secco, essenziale. Non indugia mai, non “ammogghia ‘u panuzzu” nella sequenza che sta scorrendo: t’afferra, taglia e passa alla successiva.
La vicenda racconta cose che sappiamo, noi che viviamo in un porto, con accanto tanti altri porti da cui partono quotidianamente i pescherecci: piccoli da tutti, grandi soprattutto da Mazara.
Il regista raccoglie dagli attori espressioni essenziali; i sentimenti in certi passaggi tumultuosi non hanno bisogno di parole ma parlano “alla siciliana”, con gli occhi; nei “notturni” con effetti-luce che richiamano Caravaggio.
Gli attori mi sembrano tutti bravi. Mi è piaciuto tanto vedere il grande puparo di Palermo, Mimmo Cuticchio, calato splendidamente nella parte del vecchio nonno pescatore. Non c’è nell’elenco degli attori, ma l’attrice nera che interpreta la naufraga etiope è capace di una intensità straordinaria.
La vicenda è in sé semplice, ci racconta ciò che – purtroppo – da anni abbiamo appreso attraverso le cronache: sbarchi, naufragi, respingimenti in mare, gente che nuota nel mare aperto verso la propria morte, la folle legislazione italiana che trasforma in delinquente il naufrago e inventa nuovi reati.
Sappiamo già tutto. Ma un conto è “sapere”, altro è “viverci dentro”. E questo film ti ci butta dentro.
Questa mattina – venerdì 23 settembre – vedo il manifesto del film per le strade di Marsala. Ne avevamo letto nelle cronache della recente rassegna cinematografica di Venezia. Ne parlo con Gabriella. “Andiamo?” le chiedo. “Certo che andiamo”.
Alle ore venti ci in-sediamo. Nessuna difficoltà a trovare posto, mentre in semiluce proiettano pubblicità di futuri film. Conto. Con noi siamo sette. Tre coppie e un isolato. Arriva una nuova coppia. Cavolo! Siamo già in nove. E nove rimaniamo per tutta la proiezione.
A proposito: c’è una bella canzone mentre scorrono i titoli di coda.
Usciamo mentre quattro gatti stanno entrando. Soffio: “…un paese di ottantamila abitanti!…” “appunto…non è una città…è un paese”
E alla fine, ripensandoci, mi sembra che il vero protagonista sia il piccolo peschereccio: il film comincia con la ripresa subacquea, passa lo scafo avvolto nel suo rombare sopra di noi, e intanto si va distendendo la grande rete. E il film termina con la ripresa aerea del peschereccio, piccolo laggiù, a spumeggiare in un mare senza confini: sta navigando verso la “TERRAFERMA”, ma non sapremo mai se ci arriverà.
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