Non sappiamo se fra queste hanno incluso pure Salemi. Ma un fatto è certo. Anche la cittadina normanna, fatto insolito per la sua apparente sonnolenza e forse per smentire il vecchio detto “chi tace acconsente”, è stata protagonista di un evento straordinario con cui si è voluto ribadire, che la comunità locale è fortemente dotata di un indissolubile e convinto senso civico. La presenza di numerosi cittadini lo ha plasticamente dimostrato. Sfidando un vento gelido di tramontana, in oltre trecento sono scesi in piazza, dando vita ad un corteo pacifico e civile, smentendo nei fatti i timori del Sindaco della città, Vittorio Sgarbi, che alla vigilia aveva chiamando in causa il Questore di Trapani ritenendolo “personalmente responsabile di eventuali azioni di violenza”. Partendo da Piazza Libertà ( dove campeggiava l’ultimo maximanifesto del Comune che riportava a caratteri di scatola la non tanto allusiva frase “Mafia o Politica? Amministrazioni di Salemi con l’influenza politica di Pino Giammarinaro”, elencando gli ultimi quattro sindaci succedutisi) e attraversato la via Amendola, dopo avere simbolicamente sostato qualche minuto in Piazza Dittatura sede del Municipio, ha infine raggiunto, inerpicandosi tra le viuzze semi buie del centro storico, Piazza Alicia. Ma per capire di cosa si sta parlando, occorre fare un leggero passo indietro. Quando cioè, nei giorni torridi dell’estate, i quattro angoli della città furono tappezzati da manifesti giganti che, negando l’esistenza della mafia, invitavano i cittadini a ribellarsi. Ma senza precisare contro chi, in verità. Il criptico messaggio fu chiarito ai primi di ottobre, nel corso di una pubblica assemblea. La gente avrebbe dovuto manifestare, su invito del Sindaco, in modo visibile contro l’inchiesta giudiziaria denominata “Salus iniqua” che vede coinvolto Pino Giammarinaro e suoi prestanomi.
E più precisamente quella parte che teorizza un presunto condizionamento dell’ex deputato sull’attività amministrativa della giunta. Cosa, questa, che lo ha indotto a denunciare alla Procura il questore Carmine Esposito e il maresciallo Giovanni Teri, colpevoli, a suo dire, di avere sottoscritto delle falsità. Questo episodio è stata considerato insopportabile dalle coscienze più sensibili della città. Costituendo il “Coscienza civica salemitana”, un rassemblement apartitico e trasversale, composta da giovani, donne e uomini che, come sostengono in un loro documento, “hanno visto in se stessi l'unica strategia per sostenere le soluzioni prioritarie della vita cittadina: nella legalità, l'antimafia e la ricerca delle serie, oneste e gratificanti opportunità lavorative”. E coniando la parola d’ordine “ No, nel nostro nome”. Con lo scopo e l’obiettivo di esprimere una tangibile solidarietà alle Istituzioni prese di mira, con una pubblica manifestazione da tenersi per la metà di ottobre. Costringendo Sgarbi a giocare d’anticipo con una “Fiaccolata per la verità”. Che avrebbe dovuto essere un sostegno alla sua scelta e suggellare ulteriormente il legame con il popolo che lo aveva votato. Cosa che è fallita clamorosamente. E non solo perché meno di quindici persone vi presero parte. Ma anche perché il costo preventivato di 7000 euro per la manifestazione, diffusasi rapidamente, ha esacerbato ancora di più gli animi. Considerato da molti un vero e proprio schiaffo per la gente che stenta a fare quadrare i conti familiari e uno sperpero delle esigue risorse finanziarie comunali. In proposito Domenico Venuti del Pd ha chiesto al sindaco di annullare la delibera. Questi i fatti come si sono susseguiti cronologicamente. Ma per Sgarbi quella di sabato sera è stata solo una“contromanifestazione politica promossa dall’ex sindaco Biagio Grimaldi, Pd e Rifondazione Comunista” . Ha pure chiamato in causa persino il Questore di Trapani ritenendolo “personalmente responsabiledi eventuali azioni di violenza” e ha invocato addirittura“per l’ex sindaco Grimaldi, amico del maresciallo Teri e nel 1990 sindaco in quota all’indiziato di mafia Giammarinaro, il trattamento sanitario obbligatorio visto che chiede l’intercessione del Papa”.Tutto alla fine è proceduto nel massimo ordine. La manifestazione si è conclusa, come da programma, nell’abside dell’opera realizzata da Alvaro Suza, con un breve intervento del giovane universitario Salvo Bendici che ha tento a precisare che il Comitato “non è un partito politico, non è la rappresentanza di una casta politica e non è a favore né contro qualsiasi organizzazione politicamente schierata. "No! Non nel nostro nome" è la più genuina rappresentanza dei liberi cittadini e dei tanti giovani di Salemi. Contiamo solo su un'unica grande forza: la coscienza civica delle persone! Questa manifestazione è stata oggetto di pesanti critiche e stupide strumentalizzazioni che nei giorni scorsi sono sfociati in comunicati stampa dalla dubbia paternità. Noi molto educatamente abbiamo ignorato queste provocazioni e continueremo a farlo; ma a chi nei giorni prossimi vorrà cimentarsi nuovamente alla guida della macchina del fango e alla redazione di articoli strumentalizzanti diciamo solo una cosa: Non criticare ciò che non puoi capire.” Parole inascoltate dal primo cittadino. Ricorrendo al suo vecchio armamentario, ha infatti tranciato sulla manifestazione un giudizio più che al vetriolo. L’ha definita “un’adunata di vecchi arnesi della politica locale, ex amministratori e consiglieri comunali, personaggi delusi per un mancato posto in giunta e altri nostalgici di clientele, tutti interessati alle prossime elezioni, aggrappati, come iene alla preda”. Per infine concludere dicendo che “questi becchini politici, pur di avversare il mio lavoro, avrebbero dato solidarietà anche a Bin Laden”.
Franco Lo Re