Quantcast
×
 
 
21/10/2011 05:14:14

Cosa succede a Petrosino/2: tutte le carte della Roof Garden, tra ombrelloni e campi da golf

Fate attenzione, perchè glielo scrivono bello chiaro, a Licata: “Questo parere non costituisce alcuna autorizzazione, ma una mera attestazione di fattibilità delle opere”. Prima è necessario acquisire altri pareri, tra cui quello, obbligatorio, della Soprintendenza ai Beni Culturali, ente preposto alla tutela del vincolo paesaggistico. E il parere della Soprintendenza arriva nel Febbraio di quest’anno. Tutto ok? No.
Perchè la documentazione trasmessa da Roof Garden alla Soprintendenza , contiene qualche inesattezza di troppo. E’ scritto testualmente a pagina 24 della “Relazione Tecnica Generale” presentata dalla ditta che a Torrazza “non sussistono specie particolari di flora e fauna, nè il terreno è luogo di nidificazione di specie animali particolari che possano subire mutazioni o danni dalla presenza dell’insediamento produttivo commerciale....”. Insomma, quella zona - secondo i progettisti - non merita alcuna protezione.  Ma la relazione sembra tutto un pasticcio: si parla di villini da realizzare, di piani di lottizzazione, ci sono inesattezze su inesattezze. Qualcuno avanzerà poi un dubbio: forse non si tratta di un elaborato tecnico del tutto originale, ma è il copia incolla di qualche altro progetto. Ad ogni modo, alla Soprintendenza, convinti dalla documentazione, e dalle successive integrazioni (immaginiamo) danno l’ok. E dà l’ok anche la Capitaneria di Porto di Trapani per la costruzione del lido.
La Commissione Comunale per la valutazione dell’incidenza ambientale, istituita dall’amministrazione Valenti, non dà parere positivo. Anche loro vogliono capirci meglio. Anzi, individuano altre due grosse pecche, sfuggite ai più: la prima è che lo studio di incidenza ambientale presentato dalla Roof Garden non è firmato da un professionista in possesso dei requisiti previsti, e chiedono pertanto una nuova relazione, firmata da un professionista vero. La seconda pecca che la Commissione fa notare è che, in effetti, tutto il progetto andrebbe adeguato a quanto prescritto dal piano di gestione delle “Paludi di Capo Feto e Margi Spanò” dove ricade l’area.
Ad Aprile la Roof Garden presenta una nuova relazione, che tiene conto delle riserve che erano state fatte. La Commissione Comunale dà parere positivo, ma pone una serie di paletti “da rispettare rigorosamente”: esclusione dal progetto dell’area dedicata alla sosta dei camper e alla ristorazione; chiusura al traffico; ricostituzione delle dune; rimozione degli sfabbricidi presenti; realizzazione di una recinzione con piante autoctone anzichè con massi; rispetto totale dell’originario ambiente umido della zona. Non solo, tutte queste attività andranno monitorate da un tecnico specializzato in materia ambientale, il cui nominativo deve essere comunicato al Comune di Petrosino prima dell’inizio dei lavori.

Nessuna autorizzazione viene pertanto rilasciata.

Alla ditta arriva anche una nota del 22 Aprile dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, che ricorda che siamo in una zona protetta, che lo stesso piano di gestione individua quell’area, seppur degradata, come un’area di “assoluta conservazione” per via della fauna presente, e che comunque c’è sempre la famosa convenzione di Ramsar da rispettare. Pertanto si dà parere negativo.

Qui finiscono le carte. E cominciano i fatti. Perchè la società del signor Michele Licata, nonostante tutto, comincia i lavori. E che lavori. Arrivano le ruspe. Arriva anche un bulldozer. E per prima cosa, spianano le dune nella spiaggia. Poi, cominciano ad arare il terreno con dei solchi profondi. Livellano il campo fino alle paludi interne. Alla faccia della Zona di Protezione Speciale....
I petrosileni assistono sbigottiti. Com’è possibile? “Dovevamo bonificare l’area - dicono quelli della Roof Garden - lo abbiamo fatto per levare i rifiuti”. Effettivamente nella zona ci sono molte discariche abusive. Ma c’è modo e modo, verrebbe da pensare.
I vigili di urbani di Petrosino il 7 Maggio del 2011 fanno un sopralluogo, e denunciano l’irregolarità dei “lavori di sbancamento e livellamento di un’ampia area costiera ubicata a ridosso della spiaggia”.
Meno male che Roof Garden si era impegnata a  “favorire la vegetazione naturale”....
Per lavori abusivi in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in difformità da quanto raccomandato e stabilito dai vari organi, il cantiere viene sequestrato.
La richiesta di convalida viene depositata dal pubblico ministero il 12 Maggio 2011. Licata fa ricorso. E lo stesso pubblico ministero che aveva chiesto la convalida del sequestro chiede il 17 Maggio che il cantiere venga dissequestrato per “procedere ad approfondimento istruttorio”.
Il 21 Giugno 2011 Roof Garden comunica che si dà inizio comunque ai lavori “per le opere non strutturali”. La direzione è affidata all’architetto Gian Piero Lentini, di Petrosino, le attività sul campo sono monitorate dall’ingegnere di Enna Gianluigi Perrera, l’esecuzione dei lavori è affidata alla ditta di Petrosino “Vinci Michele”.

Roof Garden nel frattempo si muove anche dal punto di vista burocratico. Dà una documentazione integrativa al progetto. Una rimodulazione, che comporta “l’eliminazione di elementi insostenibili”, e, in nome della sostenibilità, la creazione di uno stabilimento balneare in “struttura precaria” e due passerelle in legno. Il 5 Luglio arriva il si dell’Assessorato, che pone delle nuove condizioni: le strutture precarie vanno rimosse ogni anno entro il 30 Settembre, è vietato il traffico veicolare, la recinzione dovrà essere fatta con materiale locale, va bonificato l’arenile, va realizzato un “cannucciato per il birdwatching”, gli ombrelloni devono essere messi a caso, “non allineati”, per non arrecare danni alla vegetazione.

A Petrosino questa estate nasce un comitato: “La spiaggia di Torrazza è di tutti”. Un gruppo di cittadini lancia una petizione: vogliono che la spiaggia diventi pubblica, che sia tutelata e preservata, che non ci costruiscano stabilimenti o ristoranti. Il loro lavoro di sensibilizzazione è incessabile.
Così come il lavoro dei progettisti della Roof Garden, che ancora non hanno il permesso per costruire. Mancano gli ultimi pareri. C’è da capire dove collocare il chiosco. Ma Roof Garden non si ferma. Ad Agosto ha presentato un altro progetto. Non gli hanno ancora approvato il progetto per il lido che si guarda subito oltre. Ed è una cosa importante: la costruzione, nella stessa area, niente di meno che di un campo da golf. Sono nove buche, tre laghetti. Il progetto potete vederlo cliccando qui. In questa immagine avete anche la possibilità di vedere il mare di Torrazza, i punti gialli che rappresentato gli ombrelloni, il campo da golf. E quella costruzione che spunta dietro cos’è? La Club House?