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03/12/2011 16:01:00

Scrivono associazioni di ispirazione cattolica sul registro unioni civili di Favignana

Testo stringato e toni trionfalistici a commento della notizia da parte degli esponenti politici promotori dell’iniziativa che consente alle coppie di fatto “l’accesso ai procedimenti, benefici ed opportunità amministrative di varia natura, alle medesime condizioni riconosciute dall’ordinamento alle coppie sposate o assimilate”.
Potevamo far finta di nulla come abbiamo fatto nel mese di Febbraio in occasione del ddl presentato all’ARS sui medesimi temi da parte di un Onorevole della nostra Provincia e continuare a lasciare “scivolar via insensibilmente ” i nostri principi ed i nostri valori, ma, come ha affermato il Card. Bagnasco al convegno organizzato dalle nostre associazioni a Todi “ in quest’ ora difficile ed al contempo promettente della storia, i Cristiani, massa critica della società civile, devono, con la loro capace visione e le loro reti virtuose, contribuire al bene comune”.
In quest’ottica riteniamo che equiparare quelle forme di convivenza tra singole persone di sesso uguale o diverso (ove i componenti non si assumono nessun impegno pubblico di responsabilità sociale) con la Famiglia propriamente detta (ove i coniugi uniti in matrimonio si assumono una responsabilità verso il bene comune e quindi verso la società nel suo complesso) rappresenti un discredito nei confronti della famiglia intesa come “ società naturale fondata sul matrimonio” (art.29 C.I.) ed un grave danno all’autentica crescita dell’intero corpo sociale.
E’ innegabile infatti che, all’ interno di un nucleo familiare forte e radicato nel patto coniugale, vi siano quelle condizioni favorevoli a far nascere e crescere giovani uomini e giovani donne consapevoli della propria dignità, e custodi di quelle virtù sociali che rendono nobile l’anima dei singoli e di un intero popolo.
La famiglia così intesa assume quindi tutta la sua forza e la sua ragion d’essere, che si concretizza nella procreazione, nella cura, nell’ educazione e in quell ’insieme di relazioni di piena reciprocità dei sessi e delle generazioni, che fanno della famiglia, come ci ricordava il beato Giovanni Paolo II, “luogo primario dell’ umanizzazione della persona e della società”.
Con la presente non vogliamo discriminare nessuno, ma semplicemente vogliamo distinguere ciò che è famiglia (fondata sul matrimonio, vd art.29) da ciò che non lo è (convivenza di fatto non fondata sul matrimonio), ovvero vogliamo porre l’accento sulla diversa “forza e qualità della relazione”.
Come non notare la differenza che esiste tra chi “acquisendo gli stessi diritti e assumendosi i medesimi doveri si promette “fedeltà, assistenza morale e materiale, collaborazione e cura della prole” (artt. 143-144-147 C.C.) rispetto a chi invece non assume vincoli di fronte alla società, demandando i propri propositi e le proprie promesse alla spontaneità, alla volontaria costanza, che potrebbe anche durare per sempre, ma come indefinita precarietà.
Il riconoscimento giuridico delle convivenze di fatto rappresenta quindi l’immagine istituzionale di un matrimonio leggero, ritagliato a misura di chi vuole per se diritti che competono alla famiglia, non assumendo però i doveri che ne sono simmetrici. La convivenza non fondata sul matrimonio non è quella cui il diritto rifiuta rilevanza, ma quella che rifiuta per propria decisione la rilevanza del diritto.
Famiglia forte è sinonimo di uomini forti e di popoli forti, sia dal punto di vista sociale che, non meno importante, considerato il momento drammatico che la società sta vivendo, da quello economico.
Come non sottolineare che il nostro paese possiede dei buoni “fondamentali” grazie alla capacità di risparmio che hanno avuto le nostre famiglie?, come non ricordare che genitori e nonni rappresentano in questo momento i veri ammortizzatori sociali?, come non ricordare che l’Italia con il suo insufficiente tasso di natalità (1,2% rispetto all’1,4 europeo) tra pochi decenni dovrà fare i conti con l’impossibilità a mantenere e garantire il sistema pensionistico?
E’ evidente quindi che, oltre alle varie priorità che affrontiamo e affronteremo, il tema Famiglia deve e dovrà essere trattato con la massima attenzione e rigore intellettuale, a tutti i livelli.
“Non possiamo più navigare a vista tra lettere, decreti e liste di priorità, le famiglie, il Paese stesso, non possono più permettersi questo vivere alla giornata” - ci ricordava Francesco Belletti in un editoriale di Avvenire – “nessun paese potrà mai uscire dalla crisi senza investire sulle nuove generazioni che solo nelle famiglie vengono protette e valorizzate”.
Alle battaglie ideologiche di chi distrugge una delle poche cose che tiene in piedi il nostro paese preferiamo contrapporre il nostro contributo ed impegno a difesa di chi, come dipingeva Chagall nelle sue “nozze”, sotto un sole fiammeggiante foriero di speranze e calore, tenendosi per mano, in volo, danza il loro amore mentre un violino esprime la sinfonia della vita vissuta nella fedeltà e nel dono reciproco.

FIRMATO:
Le rappresentanze Regionali e Provinciali dei movimenti e delle associazioni di ispirazione Cristiano Cattolica:
- Forum della Associazioni Familiari (raccoglie in Sicilia 29 Associazioni e 6 forum locali)
- Azione Cattolica
- ACLI
- Coldiretti
- Confartigianato
- Associazione Nazionale Famiglie numerose
- Movimento Cristiano Lavoratori
- Ordine Francescano Secolare
- Compagnia delle Opere Palermo
- Apostolato della preghiera