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16/12/2011 12:11:32

Scrive Gioacchino Aldo Ruggeri sulla casta, i sacrifici, il popolo sovrano

diventati materia particolarmente sensibile in questo momento calamitoso nel quale, per altro, ai cittadini, anche ai meno abbienti, si chiedono sacrifici non indifferenti per tentare di rimettere in rotta di buona navigazione la barca Italia che in atto fa acqua da tutte le parti.
Ed è giusto che siano gli stessi parlamentari, che sia cioè la politica, a decidere, a decretare, a stabilire quali dovranno essere i “sacrifici” che deputati e senatori dovranno sottoscrivere nel patto con gli Italiani, e che non sia il Governo del Senatore Monti ad imporre provvedimenti di settore che rischierebbero di accrescere la sfiducia che, purtroppo, serpeggia oggi fra i cittadini nei confronti, appunto, della politica e delle sue azioni: anche a motivo del malaffare che si annida virulento nel mondo politico appunto, con affaristi più o meno vicini al potere il quale se ne scansa fingendo o dichiarando di nulla sapere anche quando i malfattori, indagati o arrestati, sono collaboratori stretti e vicini ai capi o soltanto appartenenti a partiti - se ancora così si possono definire i movimenti e le aggregazioni - con incarichi pubblici di assoluto rilievo; a parte i ladruncoli più o meno visibili in altri settori del pubblico ufficio che aggiungono malessere a malessere.
In questo maremagnum di incertezze e di corse a scansarsi e di Sindacati nuovamente riuniti da interessi collettivi che affranchino, si spera, da un deleterio corporativismo che negli anni ha contribuito ad affossare l’Italia, in questo marasma, che richiama alla memoria, anche per l’Europa, la grande crisi americana del ’28 –’29, come non domandarsi: ma i nostri politici, dai più alti ai peones, dov’erano, dove guardavano quando, mentre la Grecia bruciava, l’Europa e con essa, prima forse, l’Italia si avviava verso il baratro?
Dov’erano quando manovre e manovrine servivano per la continua diatriba, molto personalizzata, tra destra e sinistra con gli intervallamenti di traditori e transfughi e profittatori del marasma?
Quindi siamo stati governati, per un periodo abbastanza lungo - abbiamo dilapidato, ha detto Monti, la notevole ricchezza accumulata dopo il risorgimento morale ed economico del dopoguerra - da una politica che non sapeva o non voleva guardare al di là del suo naso, che si baloccava in diatribe antiberlusconiane, o pro Berlusconi, mentre la casa bruciava e i parlamentari nulla sapevano? Fingevano di non sapere mantenendo ed incrementando i loro privilegi di casta e assecondando le pressioni corporative per contentare questa o quell’altra categoria del popolo sovrano al quale l’unico ruolo affidato era quello di votare liste prefabbricate nelle quali non di rado confluivano anche figuri poco raccomandabili?
Dov’era la politica con la “P” maiuscola?
Quella che c’era era la politica della casta alta e delle caste meno alte ma non meno potenti e agguerrite, quelle anche che hanno contribuito ad affossare il Paese.
Ora i cittadini - il popolo sovrano - attendono un loro collettivo risorgimento e un risorgimento del Paese.
Sono disposti ai sacrifici purché ragionevoli ed equi. Ma l’alta casta dei Parlamentari Nazionali, Regionali - e Siciliani in particolare -e tutti gli altri eletti a cariche pubbliche comunali e provinciali, facciano un esame di coscienza per verificare quanto essi abbiano inciso nel disastro del Paese. Quando io feci – come tanti altri – il Consigliere Comunale non c’era stipendio: il Comune non era ancora diventato un impiego redditizio non sempre produttivo.
Bisogna, dunque, rivedere un po’ tutto. Ma lo deve fare la Politica in una ripresa del sogno Sturziano e Degasperiano, Togliattiano e Nenniano e di tutti i Padri della prima Repubblica per un nuovo risorgimento, anche della morale, anche di quella cattolica come diceva il Manzoni, nella quale ognuno sia lieto di vivere.
Speriamo che ci sia il tempo per questo rinnovamento. Intanto ognuno faccia la sua parte. E la Casta pubblichi, subito, mi auguro, quanto presto delibererà, su tutti i giornali per cominciare, da subito, a riprendere credibilità ed a restaurare la dignità della politica e l’orgoglio della partecipazione civica alla vita della Democrazia.

Gioacchino Aldo Ruggeri