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27/12/2011 06:05:21

Processo Rostagno. Brusca: “Conobbi Vito Mazzara nel ’92 assieme a Matteo Messina Denaro”

Brusca ha ricordato la sua carriera all’interno di Cosa Nostra, iniziata nel ’75, quando “venne arruolato” come soldato semplice con il rito dalla pungiutina del dito e della bruciatura del santo tra le mani, alla presenza dei vertici di Cosa Nostra: Totò Riina, Bernardo Provenzano, Nicolò Salamone e Antonino Madonia . Ha raccontato dei suoi interessi e le sue funzioni (la guida dell’area militare), il suo rapporto privilegiato con Riina - di cui era il factotum - e con il “Ministro dei Lavori Pubblici”di Cosa Nostra Angelo Siino. Lo ha ricordato ancora una volta, rispondendo alle domande dei PM Francesco del Bene e Gaetano Paci.

“Ho fatto parte di Cosa Nostra e ho dato la vita per questa organizzazione”. Riguardo all’omicidio del giornalista Mauro Rostagno ha detto: “ ho avuto modo di parlarne direttamente con Riina, a Palermo”, e in quell’occasione mi disse: “ finalmente i trapanesi e i mazaresi si erano tolti questa rottura di scatole, finalmente si levarono sta camurrìa”. Non sa molto sugli esecutori dell’omicidio, ma questo lo ricorda bene, “Riina mi diede la conferma che era stata Cosa Nostra ad uccidere Rostagno”. Ha parlato, come detto, dei rapporti con Angelo Siino che gli ha fatto conoscere Puccio Bulgarella. Del primo ha detto: “ ufficialmente non era un uomo d’onore, ma per quello che era di mia conoscenza lui lo era; le sue modalità, funzioni e regole erano di Cosa Nostra”.

“Spesso, quando Siino non poteva andare lui per la sistemazione degli appalti lo sostituivo io”. Di Bulgarella invece dice: “Puccio Bulgarella era il proprietario dell’ emittente per la quale lavorava Rostagno. Con l’aiuto di Siino e del sottoscritto ha beneficiato di aiuti nell’aggiudicazione degli appalti. A Puccio Bulgarella ho salvato la vita. Dal ‘88-’89 in poi c’era molta ostilità nei suoi confronti da parte di Cosa Nostra, ma non so se era solo perché ospitava nella sua televisione il giornalista Rostagno o per altro. Ricordo che una volta al ristorante “Il Trittico” di Palermo ci disse a me e Siino, che la colpa di quelle trasmissioni televisive di Rostagno non era sua, ma della moglie, perché era lei che gestiva la TV."

“Bulgarella sapeva che io ero un uomo d’onore. Non so cosa Siino gli abbia detto di me, ma io intervenivo con questa funzione, sapeva benissimo chi ero”. Poi continua con il suo racconto Brusca, e ricorda che sin dagli inizi degli anni 80 e fino al ’92 Riina nel periodo estivo si trasferiva a Mazara del Vallo, dove era protetto da Mariano Agate. Ed è in quel periodo che fa risalire la sua conoscenza con i fratelli Minore, Vincenzo Virga e Vito Mazzara. Dell’imputato Vito Mazzara, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio Rostagno dice: “fu Francesco Messina di Mazara del Vallo (detto Mastro Ciccio) a sponsorizzare Vito Mazzara, designato come possibile esecutore dell’omicidio del Dott. Paolo Borsellino”.

Il periodo - continua Brusca – è quello in cui Paolo Borsellino si trovava alla Procura della Repubblica di Marsala. “Si voleva affidare questo omicido a Vito Mazzara - avrebbe utilizzato un fucile di precisione- anche perché abile con le armi, visto che praticava un’attività sportiva con l’uso di armi da tiro”. Ricorda anche la circostanza in cui conobbe Mazzara : “Fu nel 1992 a casa sua e assieme a Matteo Messina Denaro. Messina Denaro stabiliva il luogo e Mazzara ci metteva a disposizione i locali”. Brusca ha ricordato la sua “devozione” totale nei confronti di Salvatore Riina, dicendo che non c’erano intermediari quando gli veniva commissionato un ordine o un omicidio.

Infine si sofferma sugli omicidi compiuti da lui stesso: la strage di Capaci, l’esecuzione di Chinnici, ma non riesce a ricordare il numero esatto. Gli viene chiesto quanti sono in Provincia di Trapani, risponde: “Non ricordo esattamente, 10 -12 -13, mi vennero tutti commissionati da Riina e non ho avuto l’assistenza di Virga. Ad Alcamo uccisi i Greco, a Campobello di Mazara Natale L’Ala, a Marsala Zichittella e Denaro”. Finisce così l’interrogatorio di Giovanni Brusca. Con i suoi tragici riferimenti alle vittime, elencate come numeri e null’altro.

Brusca risponde a molte, a quasi tutte le domande dei Pm e degli avvocati, ma quando gli viene chiesto, il perché della straordinaria attenzione di Cosa Nostra per la provincia di Trapani, risponde: “il motivo? quello lo sa solo Riina”. Si chiude con queste parole l’udienza del processo Rostagno, la prossima - in cui i PM hanno chiesto di ascoltare i testi Rosario Spatola e Vincenzo Calcara - è stata fissata giorno 11 gennaio 2012 alle 9.30, sempre nell’aula bunker del carcere San Giuliano.

Carlo Rallo