Il Comune di Campobello è vicino allo scioglimento, i commissari nominati dal prefetto sono a lavoro ispezionando gli atti comunali. Intanto oggi torna a riunirsi il consiglio comunale, la seduta di ieri è andata deserta, in un clima surreale. Perché mentre molti consiglieri si sono dimessi e altri sono in procinto di farlo, oggi prestano giuramento Giacomo Luppino, Giovanni Schepisi e Giovanni Beltrallo, che prenderanno il posto dei consiglieri dimissionari. Dopo il giuramento dei tre si discuterà ancora sulla situazione politica della città. Consiglio comunale che perde un altro pezzo, però. Ieri infatti si è dimesso Settimo Micciché eletto alle scorse amministrative nella lista civica Democrazia e Libertà, in appoggio a Ciro Caravà. Miccichè molla tutto “perché – scrive - vi è più la serenità politica di poter governare questo paese”. E continua dicendo che si dimette “pur non avendo nulla a che dividere con le azioni giudiziarie messe in atto, ma solo per una questione di dignità personale e politica. Nel pensiero di fare in questo momento l'azione migliore nell'interesse del nostro paese”. Fuori un altro quindi. La cosa di certo non va giù al presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione che ha invitato tutti a rimanere uniti per portare fuori dal baratro la città. Castiglione ci crede: “solo il coinvolgimento di tutti, la collaborazione e il dialogo tra cittadini, maggioranza e opposizione può dare vita a un serio percorso di responsabilità nei confronti della cittadinanza”. Ma la barca ormai è alla deriva. Castiglione trova il coraggio di precisare che anche se si dimettessero tutti non è detto che si andrebbe a votare. “Secondo la normativa vigente sull’Ordinamento degli enti locali né le dimissioni della Giunta, né quelle dell’intero Consiglio comunale porterebbero come conseguenza alle elezioni immediate nella prima tornata elettorale utile, in quanto il Sindaco rimarrebbe sempre in carica. Solo le eventuali dimissioni del sindaco - continua il presidente Castiglione - porterebbero alle imminenti elezioni”. Ma il sindaco è in carcere, e visto che non l’ha fatto finora a quanto pare non nessuna intenzione di mollare la fascia. Quindi? Castiglione tiene duro e ritiene che “piuttosto che parlare di dimissioni di massa e abbandonare il timone in un momento così difficile, sia molto più responsabile portare avanti con alto senso del dovere morale e politico l’amministrazione della cosa pubblica nell’esclusivo interesse della città. Qualsiasi altra scelta oggi sarebbe contro gli interessi di Campobello di Mazara”.
Intanto domani, dopo quella di oggi, ci sarà un’altra seduta in consiglio comunale e abbastanza delicata. Ci sarà infatti l’audizione della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia. E saranno cavoli, perché di sicuro non si mettono bene le cose per tutta la baracca a Campobello. E poi, non cogliendo l’invito del presidente Castiglione, i consiglieri di Grande Sud (che timonati da Toni Scilla hanno smosso il mondo) annunciano che, dopo essere stati sentiti nel corso dell’audizione della Commissione procederanno nella stessa giornata a rassegnare le loro dimissioni nelle mani del Segretario Comunale. Gli arancioni si appellano alle altre forze politiche “alle quali non rimane altro da fare, in questo momento, che staccare la spina a questa amministrazione e ridare ai cittadini campobellesi l’occasione per andare alle urne, scegliendo con assoluta libertà un’Amministrazione ed un Consiglio Comunale che possa ridare dignità e speranza per un futuro migliore”. Il destino di questa legislatura a Campobello sembra essere sempre più segnato.