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30/01/2012 05:24:35

Processo omicidio Azzaro. Tocca ai legali di La Grutta

Durante la precedente udienza il pm Giacomo Brandini ha chiesto la condanna per La Grutta a 18 anni di carcere e nessuna attenuante. Su questa richiesta ha influito la condotta dell’omicida che durante la sua reclusione abbia comunque gestito i suoi affari nell’ambito della pastorizia, riuscendo ad impedire, tra l’altro, agli altri pastori di portare i greggi di pecore a pascolare nei terreni utilizzati da lui. Alla richiesta del pm si sono associati anche gli avvocati di parte civile Felicita Tranchida, Stefano Venuti Pellegrino, Rosa Alba Mezzapelle e Vito Cimiotta, che hanno chiesto un risarcimento danni di un milione di euro.

Giuseppe La Grutta, 23 anni, in compagni del cugino omonimo di 32 anni, la sera del 3 marzo si recava a casa della fidanzata di Aldo Azzaro, 29 anni, in contrada Cozzaro, ed ex di La Grutta. Doveva essere una discussione chiarificatrice, ma La Grutta aveva con sé una pistola. La punta all’addome del rivale in amore. Parte un colpo, Azzaro cade per terra, morirà di lì a poco. L’omicida poi dichiarerà che era stato Aldo Azzaro a dirgli, al telefono, di recarsi presso l’abitazione dove la ragazza contesa vive con i genitori per “discutere” la questione. “E Azzaro mi disse di portarmi anche una pistola…”.
I carabinieri seguirono tante piste considerando anche i precedenti penali di Azzaro e La Grutta. Ma la pista giusta era il quella passionale. I due cugini vennero arrestati la stessa notte. La Grutta senior viene scarcerato un mese dopo. I legali hanno sottolineato per lui una posizione più defilata nell’omicidio. Dichiarò che non sapesse che suo cugino fosse armato e che era stato il primo a soccorrere la vittima una volta partito il colpo. La Procura, infatti, per La Grutta senior deve ancora decidere se chiedere o meno il rinvio a giudizio.