Che vale la pena riportare in quanto oggi appare come una sorta di metafora premonitrice di ciò che sta precipitosamente accadendo in queste ore nella cittadina normanna. Luogo della scena la piazza principale del paese. Proprio all’imbocco della via principale del centro storico. La cosiddetta “strata mastra”, sempre al centro del controverso dibattito tra chi vede favorevoli ( i cittadini) e chi contrari (i commercianti ) il suo accesso ai mezzi motorizzati. L’ Amministrazione pensò bene di sciogliere il nodo gordiano salomonicamente: installando un dissuasore costituito da un pilastrino pneumatico manovrabile a distanza con un telecomando. Una manovra che si faceva anche stando al volante di un auto. Cosa che avrebbe dovuto fare e che non fece, a quanto pare, il colonnello dei vigili urbani alla guida dell’auto ammiraglia del Comune. L’alto ufficiale in quella occasione aveva accanto il sindaco, che stava accompagnando alla sede comunale. Un attimo e l’imprevedibile! Nell’attraversare il “posto di blocco”, l’auto si ritrovò sospesa nel vuoto con i due all’interno dell’abitacolo. Un boato di stupore degli increduli spettatori si innalzò al cielo. I noti epiteti sgarbiani rivolti questa volta al distratto poliziotto riempirono la piazza. La richiesta di scioglimento della giunta oggi appare i più come quella macchina sospesa e che manda tutto a carte quarantotto. Una richiesta che è stata sufficiente all’assessore più fedele di Sgarbi, il principe Bernardo Tortorici, per annunciare le proprie dimissioni dalla carica scrivendo in una lettera di dimettersi “perché sono un ingenuo come Sgarbi, ma lo sono due volte di più perché, a sua differenza e per mia maggior colpa in quanto siciliano ed avrei dovuto capire, io dovevo sapere. Eppure non mi sono accorto che ero influenzato dalla mafia, che gli atti della giunta favorivano la mafia, che gli uffici amministrativi rispondessero a poteri occulti, che gran parte del consiglio comunale fosse potenzialmente mafioso, che la città di Salemi che ha espresso tali consiglieri fosse di conseguenza mafiosa.” Per poi, con un linguaggio cifrato, concludere “E non avevo capito che l’azione un po’ anarchica sicuramente anti politica che aveva portato alla disgregazione della maggioranza consiliare ed alla morte per consunzione di assessori “politici” avrebbe favorito infiltrazioni e regie occulte. E non avevo capito che le Istituzioni stanno difendendo Salemi da tutto questo; chiedo scusa, sono troppo ingenuo, ho perfino pensato che tutto o quasi tutto il nostro percorso meritasse un riconoscimento, ma non avevo capito niente. Non mi rimane che dimettermi prima di essere dimesso per motivi che non ho capito e chiedo l’onore delle armi per l’ingenuità dimostrata. Che Salemi torni ai furbi.” Vorremmo tanto rammentargli però che, pur riconoscendogli la sua perfetta buona fede, un suo amico palermitano, il giornalista- scrittore Roberto Alajmo, pubblicamente attraverso il di lui blog fece sapere di averlo messo in guardia in tempi certamente non sospetti. Ma è Vittorio Sgarbi che sembra non volersi arrendere. E mentre ha annunciato le proprie dimissioni, dicendo di volerle formalizzare nel corso di un Consiglio Comunale da lui richiesto appositamente, passa al contrattacco. Ha fatto sapere di avere manifestato al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri l’intenzione di “inoltrare un esposto, oltre che al ministro stesso, alla magistratura e al Prefetto di Trapani, per chiedere perché la valutazione delle presunte “infiltrazioni mafiose” sia stata ritenuta “necessaria” soltanto per il Comune di Salemi, dove l’azione dell’ex deputato Giammarinaro è stata legittimata da libere elezioni con presentazione di liste approvate dalla Prefettura e con un programma esposto in liberi comizi alla presenza delle forze dell’ordine, senza che nessuno mettesse sull’avviso il sindaco della, se non illegittimità, della inopportunità di fare attività politica con l’esplicito sostegno e accordo del suddetto Giammarinaro». Non solo. Sgarbi ha anche rivelato che chiederà “l’accesso agli atti in tutti i comuni in cui sia provata l’influenza politica di Pino Giammarinaro e la presenza di rappresentanti della sua corrente politica, tanto più senza la presentazione di liste elettorali, ma solo sul piano della persuasione e delle conoscenze personali.” E per evitare dubbi ed equivoci chiede esplicitamente senza mezzi termini che “ venga verificata l’influenza politica di Pino Giammarinaro a Mazara del Vallo, dove ha appoggiato la lista del candidato sindaco sostenuto dall’ex Pm Massimo Russo, in una singolare coincidenza tra quello che fu il magistrato inquirente e il suo indagato; a Castelvetrano, dove Giammarinaro ha indicato rappresentanti della sua corrente politica in giunta, oltre ad avere consiglieri di suo riferimento; a Marsala, dove vi sono consiglieri e assessori espressione sempre di Giammarinaro; ed ancora ad Alcamo, Calatafimi, Gibellina e Partanna. E alla Provincia regionale di Trapani dove la corrente di Giammarinaro ha espresso consiglieri e assessori che a lui rispondono. Ovvero in quelle città – osserva Sgarbi - in cui sono stati eletti consiglieri o nominati assessori amici, conoscenti, sodali, esponenti politici della stessa area del noto “ex sorvegliato speciale”». Insomma, una sorta di disperato ultimo grido che tanto evoca quello biblico del “Muoia Sansone con tutti i Filistei!”. E all’assessore Massimo Russo che lo ha smentito precisando di avere conosciuto Giammarinaro solo nelle aule giudiziarie ha replicato dicendo che quanto da lui detto “può essere confermato da decine di soggetti politici, e cioè che a Mazara del Vallo, Pino Giammarinaro ha appoggiato la candidata sindaco indicata dall’ex Pm Massimo Russo. Quanto al resto, mi dispiace smentirlo. Sono testimone di un incontro tra lui e Pino Giammarinaro. I due hanno lungamente parlato, qualche tempo dopo la mia elezione a sindaco, all’aeroporto “Falcone e Borsellino” . Ma anche questa volta l’ex PM replicato, ammettendo che all’aeroporto di Palermo incontrò tempo fa Vittorio Sgarbi che era in compagnia di Giammarinaro, precisando però che“ l’incontro è avvenuto dinanzi all’ufficio aeroportuale della Polizia di Stato. Un incontro casuale e pubblico, come magari possono esserne capitati altri, con Giammarinaro o con altre persone sulle quali ho indagato o che hanno pendenze con la giustizia. Ciò che conta, e che non può essere smentito da nessuno, è che non ho avuto nessun rapporto di nessun genere, e meno che mai di natura politica, con Pino Giammarinaro“.
Intanto viene annunciata una conferenza stampa per oggi, lunedì 13 febbraio 2012, alle ore 18,30, presso i locali dell’ex ristorante “La Giummara”, del partito “Italia dei Valori” di Salemi. Interverranno l’On. Ignazio Messina, componente della Commissione Antimafia e il Consigliere Comunale Melchiorre Angelo.
Franco Lo Re