E' allarme burocrazia in Sicilia. I giovani industriali: "Incide nel 5% del Pil"

 In Sicilia, carte alla mano, nell'anno di grazia 2012 per aprire un'impresa ci vogliono, di media, almeno 70 autorizzazioni e diversi mesi di tempo. Per non parlare del sistema del credito: è inutile dire che "si potranno aprire srl per i giovani con meno di 35 anni quando poi il sistema regionale del credito è totalmente fallimentare. A protestare, adesso, sono i Giovani di Confidustria Sicilia, che negli anni hanno raccolto diversi rapporti, casi, presentato invano denunce contro l'ottusa ostilità della burocrazia siciliana. Qualche anno fa nelle diverse sedi provinciali di Confindustria hanno anche aperto uno sportello "Addio Burocrazia", in grado, dopo tre anni di attitività, di portare una serie di casi tali da far calcolare a Confindustria che "la malaburocrazia incide nel 5% del Pil siciliano".  Il caso più eclatante lo ha raccontato qualche giorno fa Silvio Ontario, Presidente dei giovani di Confindustria Sicilia:  «La multinazionale General Electric decise di avviare un centro di ricerca e sviluppo nella zona industriale. Si rivolse all’Università che rispose prontamente, fornendo 23 giovani e brillanti ingegneri che furono assunti prima di avere l’ok per l’insediamento. Ma la nostra burocrazia, anziché favorire l’arrivo di una realtà che avrebbe significato crescita e occupazione, si chiuse a riccio facendo perdere mesi. E alla fine la Toscana, avendo saputo dell’impasse, offrì alla società tutto ciò di cui aveva bisogno in appena una settimana. Il risultato? General Electric non ha mai più aperto a Catania e s’è portata in Toscana anche i 23 ingegneri siciliani...».

Il “libro nero” di Confindustria Giovani è fitto di segnalazioni. «Uno dei ritardi più decisivi, segnalato soprattutto nel Trapanese e nel Ragusano, è la concessione del Durc (il Documento unico di regolarità contributiva, è l’attestazione dell’assolvimento, da parte dell’impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di Inps, Inail e Cassa edile,) che va ben oltre i 30 giorni previsti per legge. Addirittura ci sono arrivati sul tavolo casi di richiesta di Durc anche per nuove imprese:
ma come si fa ad avere una posizione contributiva se si sta ancora per cominciare e non ha ancora assunto?». Anche in un settore in espansione come quello delle energie rinnovabili la burocrazia dei Comuni rappresenta un muro: «Decine e decine di imprenditori a cui, al fronte di un iter che prevede soltanto una comunicazione con silenzio- assenso, gli enti locali chiedono una montagna di adempimenti ad esempio per l’installazione di impianti fotovoltaici». Anche sul versante delle concessioni edilizie, Confindustria segnala casi di giovani imprenditori che hanno già investito e cominciato l’attività, ma poi arriva l’imprevisto
“boomerang” del ritiro di autorizzazioni per intoppi burocratici.
Il capitolo più dolente è quello dei pagamenti. «I tempi - sostengono dal Gruppo Giovani - sono molto al di là della dignità e del rispetto della libera iniziativa. Confindustria Sicilia ha più volte chiesto alla Regione, oltre a un accelerazione dei tempi, degli accordi col sistema creditizio e dei patti sulla compensazione crediti-debiti, ma senza risposte concrete. E quindi da un lato l’azienda fa da “banca” alle pubbliche amministrazioni, ma poi possibilmente non riesce a incassare
centinaia di migliaia di euro perché non ha la liquidità minima per far fronte ai propri debiti fiscali».

Qualche tempo fa la Regione Siciliana varò un pacchetto di norme per la "burocrazia trasparente" ancora per lo più inattuato. Ecco cosa dichiarò l'assessore regionale Caterina Chinnici.