Quantcast
×
 
 
21/05/2012 04:30:30

Processo Golem2, "Salvatore Messina Denaro è la testa di l'acqua"

12.25 - Nel corso della testimonianza  resa da Linares, la figura di Salvatore Messina Denaro, definito nel corso delle intercettazioni "testa di l'acqua" si pone come mediatore nella vicenda Piazza. Il fratello del boss latitante incontra Lorenzo Catalanotto e il padre Fortunato,  li rassicura, dicendo loro di non preoccuparsi, di lasciar perdere e che Carlo Piazza in fondo è un amico.

12.00 -  Ci si sofferma ancora sulla vicenda Piazza, di cui sono protagonisti oltre a Salvatore Messina Denaro, anche gli imputati Maurizio Arimondi e Giovanni Risalvato, che intervengono per contattare e mediare con Catalanotto Lorenzo.

Linares: "Il motivo per cui il Catalanotto avrebbe incendiato l'autovettura del Piazza, si individuerebbe (ma nelle intercettazioni gli imputati non ne sono sicuri)  nel fatto che il Catalanotto avrebbe avuto una relazione con l'ex moglie di Carlo Piazza".

11.25 -  Linares: "Salvatore Messina Denaro era diventato il punto di riferimento degli indagati dopo l’arresto di Filippo Guttadauro. Salvatore Messina Denaro Interviene nella controversia tra Carlo Piazza, titolare di un supermercato Despar a Castelvetrano e Catalanotto Lorenzo (imputato di questo processo) uno dei titolari del Bar Mojto di Castelvetrano. Piazza riteneva il Catalanotto responsabile di un incendio alla proprio autovettura, avvenuto il 26 febbraio 2008. La vittima dell'incendio prima sporgeva denuncia ai carabinieri, poi si attivava per contattare Salvatore Messina Denaro".

11.00 - Gli incontri tra Salvatore Messina Denaro (fratello del boss Matteo Messina Denaro )  e l'imputato Andrea Craparotta e Antonino Grigoli, nipote di Giuseppe Grigoli, re dei supermercati Despar, sono al centro dell'audizione del Dott. Giusepope Linares.

9.00 - Riprende, ancora con la testimonianza di Giuseppe Linares, ex Capo della squadra mobile di Trapani, il processo al boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e a tredici suoi fiancheggiatori arrestati nel corso dell’operazione antimafia Golem2, che nel marzo del 2010 permise di smantellare la rete di complicità del latitante castelvetranese.

 

Nelle udienze precedenti sono stati ripercorsi vent’anni di indagini che hanno ricostruito e messo in luce i rapporti e la rete di cittadini insospettabili, burocrati, politici e imprenditori al servizio della criminalità organizzata. E’ stato svelato il collaudato sistema di comunicazione tramite i “pizzini”, e i ruoli fondamentali all’interno dell’organizzazione del boss di Brancaccio Filippo Guttadauro e di Vincenzo Panicola, cognati di Messina Denaro, e del fratello Salvatore Messina Denaro.

Rispondendo alle domande dei Pm Paolo Guido e Marzia Sabella, Linares si è soffermato sull’ importante vicenda che ha riguardato il prof. Vaccarino e i pizzini a firma “Alessio”, pseudonimo usato da Messina Denaro. Linares: “Grazie alle intercettazioni si è capito che tutti gli imputati di questo processo erano coinvolti nella trasmissione dei bigliettini e si adoperavano per garantire la latitanza di Matteo Messina Denaro oltre che il mantenimento delle famiglie di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna”.

Carlo Rallo