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24/09/2012 12:29:02

"Ecco perchè noi del Pd votiamo Fava"

Crediamo nell'importanza del militare in un grande partito davvero progressista. Crediamo nella nostra storia, negli esempi di Pio La Torre e di Piersanti Mattarella, esempi e punti di riferimento dei siciliani onesti. Una storia che rischiamo di mortificare con le recenti scelte compiute in Sicilia. La stessa storia, quella del centrosinistra siciliano, che ci piace ricordare per le importanti battaglie condotte contro un sistema di potere fondato su clientelismo e zone grigie di connivenza tra politica, malaffare e mafia. Ecco perché oggi non saremo presenti alla Direzione Regionale. Viviamo in una terra complessa, in cui è una colpa non marcare con nettezza il confine tra la politica che ha messo in ginocchio la nostra terra e la buona politica che è necessario mettere in campo, sopratutto oggi. Non ci arrendiamo all'idea che in Sicilia i nostri valori e le nostre convinzioni non possano essere vincenti. La sfida che ci apprestiamo ad affrontare è troppo importante per permetterci di ingoiare in silenzio un boccone così amaro.
Proprio quando, dopo tanta attesa, si è dinanzi alla possibilità di voltare pagina, compiamo una scelta spregiudicata, che vede il nostro partito rinunciare a rappresentare il cambiamento e quella svolta di cui la Sicilia ha tanto bisogno, abdicando al ruolo di forza che incarna l'alternativa per inseguire una sedicente area moderata che puzza tanto di gattopardismo.
Il nostro continuo arrancare e altalenare ci ha ridotti a essere un partito poco riconoscibile, senza un'identità chiara. Scegliere, poi, dei compagni di viaggio che hanno una forte riconoscibilità e che noi stessi abbiamo definito fino a poco tempo fa come autori e complici dello sfascio nella nostra regione, non corrisponde alla nostra idea di cambiamento. Ritrovarci a combattere una battaglia al fianco di coloro che abbiamo sempre combattuto, non ci pare un buon presupposto per costruire l'alternativa. Parliamo di personaggi come Nino Dina, tramite di Cuffaro e Aiello, come emerso dall'inchiesta che ha portato i due in carcere, o Nello Di Pasquale, ex Pdl, poi leader provvisorio di quel movimento per la gente che oggi sta sotto la bandiera di Micciché. Senza dimenticare tutti quegli esponenti, che sono stati parte integrante del sistema di potere di Lombardo, da cui oggi il Pd siciliano sostiene di aver preso le distanze. Siamo convinti che le nostre elettrici e i nostri elettori non capiranno. Anzi, sono già da tempo perplessi, quando non delusi.
Ci sarebbe piaciuto essere a disposizione del nostro partito in questa battaglia, se il nostro partito fosse stato alla guida di una vera "rivoluzione". Purtroppo pensiamo che si sia compiuta una scelta diversa e non vogliamo prendere parte a un appuntamento fondamentale per la nostra Sicilia turandoci il naso. Forti di quanto sperimentato sul territorio attraverso battaglie civili come il referendum sull’acqua, vogliamo lavorare per una proposta che ci convince davvero. Pensiamo, come il nostro segretario Bersani, che il nostro campo sia quello progressista. In Sicilia più che altrove.

Tra le prime righe del Manifesto dei Valori del Partito Democratico si legge: "È in campo una forza che si propone di dare al Paese, finalmente, una nuova guida. Si riapre una speranza, si può tornare a pensare il futuro". In Sicilia, stavolta, non siamo noi questa forza. Ecco perché sosterremo la candidatura di Claudio Fava.

Mariangela Di Gangi
Manfredi Lombardo
Sergio Petrona Baviera



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