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27/09/2012 04:49:34

La Procura indaga sulle spese pazza dell'Ars. I gruppi gestiscono - senza rendicontare - 60 milioni di euro

Al momento non ci sono indagati né reati contestati. Si tratta di un fascicolo aperto secondo il cosiddetto 'modello 45' per fatti non costituenti notizie di reato.

L'inchiesta è stata aperta dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci in maniera autonoma e senza alcuna denuncia pervenuta ma per approfondire i capitoli di spesa riguardanti i fondi pubblici utilizzati dai gruppi parlamentari.
L'inchiesta, a quanto trapela da ambienti giudiziari, non riguarda i fondi riservati del Presidente della Regione siciliana. "Nell'indagine - spiegano gli inquirenti - non sono inclusi i fondi riservati di cui dispone il Governatore, tuttavia non è escluso che in futuro potremmo occuparcene ma in un altro contesto".
"Sono strasicuro che l'utilizzo dei fondi pubblici 'modello Lazio' da noi all'Ars non c'è mai stato - ha detto all'Adnkronos il presidente dell'Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio - Mi aspettavo che la Procura aprisse un'inchiesta dopo quello che è successo nel Lazio, ma noi offriremo la massima collaborazione agli inquirenti". Francesco Cascio è il presidente dell'Ars uscente in vista delle elezioni regionali anticipate che si terranno il 28 ottobre.
A parlare  è anche Raffaele Lombardo, che si è dimesso il 28 luglio dopo essere stato coinvolto in un'inchiesta antimafia. ''Non ho fatto sprechi negli anni in cui sono stato presidente della Regione siciliana, il mio tenore di vita è stato molto sobrio. Non bevo champagne e le ostriche mi fanno male - ha detto Lombardo - Non ho organizzato né lauti pranzi né cene, ho fatto sempre tutto alla luce del sole. Sono pronto a collaborare con gli inquirenti".

Sulla vicenda è intervenuto il procuratore aggiunto Antonio Ingroia: «Non parlo delle indagini in corso - ha detto -. E’ chiaro che la procura di Palermo farà tutte le verifiche necessarie su tematiche così d’attualità come questa. E’ ben non candidare chi ha pendenze antiche o recenti».

Non è la prima volta che la magistratura mette mano alle spese dei gruppi dell’Ars. Negli anni passati anche la procura regionale della Corte dei conti ha voluto verificare come venissero spesi i fondi assegnati per il funzionamento dei gruppi parlamentari. Fu sollevato conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale che respinse il ricorso dell’Ars, essendo la gestione dei fondi destinati ai gruppi, attività amministrativa. La stessa Corte costituzionale, in un’altra circostanza, invece, negò l’acquisizione degli atti parlamentari, compreso il dibattito d’Aula, sulle concessioni per la riscossione dei tributi, perché si trattava di attività legislativa, che va salvaguardata.

Finora, le spese dell’Ars sono sempre state coperte da una certa aura di intangibilità.
Il bilancio dell’Ars viene varato nel più stretto riserbo dal Consiglio di presidenza ed approvato dall’Aula senza alcuna discussione. 

Negli ultimi 4 anni e mezzo, la durata di queste legislatura interrotta anticipatamente dalle dimissioni del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, i gruppi parlamentari hanno gestito circa 60 milioni di euro.