Stalking, trapanese condannato a 8 mesi. Pedofilia al Rubino, rigettata l'istanza di libertà degli arrestati
Si era innamorato di una donna di dieci anni più grande di lui e pur di riuscire a conquistarla non ha esitato a mentire dicendole di essere gravemente ammalato ed ormai prossimo alla morte. Ma una volta conquistata s’è trasformato in un compagno geloso ed ossessivo. Il processo è stato avviato a seguito di una denuncia dell’ex compagna. La vicenda è accaduta a Trapani. Nel corso di una lite le aveva alzato le mani provocandole la perforazione di un timpano. Maria stanca delle continue scenate decide di lasciarlo. Ma lui non si rassegna. La spia con un cannocchiale. Maria cede al suo corteggiamento. Ma lui non cambia. Si separano nuovamente. Dopo l’interruzione della relazione inizia a perseguitarla. Si apposta sotto casa. La pedina durante i suoi spostamenti. La chiama al telefono ad ogni ora del giorno e della notte. La insulta e la minaccia anche attraverso Facebook. Finchè la donna decide di denunciarlo.
PEDOFILIA AL RUBINO. Il Tribunale del Riesame ha rigettato l'istanza difensiva per la revoca degli arresti domiciliari per Giuseppa Signorelli, 50 anni, e Vincenzo Galfano, di 48, rispettivamente ex responsabile dell'unità assistenziale e bidello dell'Istituto Rubino, accusati di «violenza sessuale continuata e aggravata di gruppo in danno di una minorenne». Gli arresti risalgono al 3 Ottobre, Ma l'avvocato difensore Stefano Pellegrino non si arrende. Per far tornare in libertà i due arrestati, infatti, ha già presentato ricorso anche in Cassazione. Nel frattempo, il legale di Signorelli e Galfano rivela che sta preparando una richiesta di «incidente probatorio» da tenersi davanti al giudice dell'udienza preliminare. Davanti al magistrato, infatti, la giovane presunta vittima degli abusi sessuali sarà chiamata a ripetere il suo racconto, in modo da «cristallizzare» la testimonianza ai fini del giudizio finale.
Proprio nel corso dell'incidente probatorio, la difesa cercherà di aprire eventuali crepe nel costrutto dell'accusa. Per l'avvocato Pellegrino, infatti, la denuncia sarebbe una «ritorsione» dei familiari della presunta vittima. Il legale parla di «false accuse».
DI GIROLAMO E BIFERA. Querelato per diffamazione da Attilio Befera, presidente di Equitalia, il sindacalista marsalese Angelo Di Girolamo (La Nuova Tutela del cittadino), nonostante la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma, voleva essere processato. Per riportare sotto i riflettori della stampa il modus operandi dell'ente di riscossione. Il Gup però, non l'ha accontentato, disponendo l'archiviazione della querela. «Per noi - commenta Di Girolamo - è l'ennesima conferma che ciò che diciamo sull'operato di Equitalia e Serit Sicilia è verità, se non assoluta, quasi». A Befera il sindacalista aveva inviato una lettera in cui scriveva dei diversi suicidi di imprenditori che non potevano pagare debiti e tasse.
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