Morte di Gervasi, l'inchiesta resta aperta. Prostituzione a Trapani, processo per cinque
Il giudice per le indagini preliminari Massimo Corleo ha rigettato la richiesta di archiviazione del procedimento a carico di tre medici dell'ospedale Villa Sofia chiamati a rispondere della morte del giovane, che fu sottoposto, il 23 febbraio dello scorso anno, ad un intervento chirurgico in seguito ad una diagnosi di soffio al cuore. Dopo l'operazione iniziò ad avvertire un dolore al petto. I medici lo dimisero senza disporre ulteriori accertamenti. Poche ore dopo il giovane calciatore fu colto da malore mentre si trovava presso lo studio del suo medico curante, dove si era recato per ottenere il rilascio di una certificazione. Dopo la sua scomparsa, i familiari, assistiti dagli avvocati Agatino Scaringi e Cristina Ciulla, si rivolsero alla magistratura. Il collegio di consulenti, incaricato di accertare le cause della morte, ha escluso responsabilità in capo ai medici che ebbero in cura il calciatore. Il sostituto procuratore Anna Trinchillo ha chiesto, al termine delle indagini, l'archiviazione del procedimento. Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo l'opposizione degli avvocati Agatino Scaringi e Cristina Ciulla, ha deciso però di disporre ulteriori accertamenti ed ha dato ai magistrati novanta giorni di tempo.
PROSTITUZIONE. E' iniziato a Trapani un processo che riguarda un vasto giro di prostituzione, e che vede alla sbarra cinque persone: Francisca Elena Lasso Guerrero, Sarna Luz Dary Camelo, Giuseppe Gruppuso, Olga Lucy Guevara e Dersi Palaceo Buitrago. Ore ed ore di registrazioni. Il procedimento scaturisce da un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza che ha permesso di sgominare, un anno fa, un'organizzazione criminale italo - colombiana dedita allo sfruttamento della prostituzione di ragazze sudamericane. In manette finirono dodici persone. Alcuni indagati hanno definito separatamente le loro posizioni con riti alternativi. L'organizzazione, con base operativa a Trapani, era riconducibile a due sorelle colombiane, giunte in Italia negli anni 90 e più volte sottoposte ad indagini per i reati di sfruttamento della prostituzione e traffico internazionale di stupefacenti, soprattutto nel centro-nord, ove hanno iniziato l'attività criminosa. Nell'ultima udienza il pm Di Sciuva ha chiesto al Tribunale di disporre la trascrizione delle intercettazioni effettuate. Il Tribunale, accogliendo la richiesta dha deciso di affidare l'incarico al perito Giovanni Fontana. Il processo entrerà nel vivo nel 2013 con i primi testi.
LADRO CON LA MAGLIA DI CANNAVARO. Massimiliano Scimemi, 40 anni, trapanese, è sotto processo perchè accusato di aver derubato una donna. Dopo essersi impossessato della borsa, ha spiegato ieri un investigatore, si diede alla fuga. Il ladro indossava una maglia della Nazionale di calcio con la scritta Cannavaro. Così disse la vittima dello scippo ai carabinieri. La vittima riferì che il malvivente s'era allontanato in auto insieme con un complice. Indicò parzialmente il numero di targa. Partendo da questa traccia i carabinieri riuscirono ad individuare l'auto che era nella disponibilità di Scimemi. La maglia e la refurtiva, ha precisato ieri l'investigatore rispondendo all'avv. Donatella Buscaino, non sono stati ritrovati.
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