Le trasformazione di Monti e il danno alla Repubblica
La maggior parte degli italiani non sapeva che esistesse, e se un uomo qualunque sentiva per caso il suo nome associato a un convegno di studiosi di economia, si chiedeva: "Monti, chi é costui?" Era un professore della Bocconi di Milano, istituto universitario che fornisce agli studenti lauree prestigiose in economia e commercio. Ha fatto nel mondo accademico brillante carriera. Ha fatto il consulente di enti pubblici e privati. Un giorno di autunno del 2011 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si ricordò di lui, e lo chiamò a formare un governo tecnico che avrebbe dovuto portare il Paese alle elezioni della primavera del 2013. La data di queste elezioni è stata leggermente anticipata al 24 febbraio prossimo. Il motivo per cui il presidente della Repubblica chiamò Monti fu che i partiti al parlamento non riuscivano più a essere d'accordo su nulla. Erano tutti talmente in disaccordo che sembrano essere d'accordo su una sola cosa: non approvare più niente di buono. Se i politici erano arrivati a tal punto - avrà pensato il presidente - conviene provare mandando al governo i tecnici per un periodo limitato. Sperava il presidente - io penso - che si sarebbe approvata la nuova legge elettorale che togliesse i parlamentari dalla porcilaia del Porcellum, e consentisse l'elezione alle Camere di una rappresentanza nuova e migliore del popolo. Intanto, da tecnici avrebbero evitato la recessione economica, che partita da oltre Oceano stava investendo l'Europa e l'Italia.
La principale speranza di quel buon padre di famiglia, che é il nostro presidente Napolitano, non si é realizzata. Si va a votare con il deprecato Porcellum e nemmeno l'economia sta bene. A guardare le statistiche sta più male di come l'ha lasciata l'aborrito Cavaliere. Dopo più di un anno di cura Monti il debito pubblico é aumentato, il PIL é diminuito, la disoccupazione è aumentata, la produzione industriale é diminuita, la recessione é aumentata, la speranza di combinare il pranzo con la cena é diminuita per alcuni milioni di italiani. Insomma tutto quello che si sperava che aumentasse, é diminuito; tutto quello che si sperava che diminuisse, é aumentato.
Monti, quando a novembre del 2011 é andato al governo, non ha trovata una situazione facile, né all'interno né all'estero. Proprio per questo é stato chiamato. Per fare quelle poche cose che, senza aggravare la situazione, portassero l'Italia alle elezioni. A quel punto, come lui aveva assicurato e come pensava il presidente della Repubblica, avrebbe dovuto lasciare il posto a quei politici che si erano fatti da parte e l'hanno giocoforza appoggiato.
Deve essere davvero bello governare, se il prof. Monti nel giro di 15 mesi si é lentamente ma decisamente trasformato da tecnico a servizio della Nazione in politico a difesa della sua poltrona.
Il male che il nuovo Monti sta facendo all'Italia é maggiore dell'esiguo numero dei consensi che dovrebbe prendere secondo gli ultimi sondaggi. Dal 13 al 15% assieme ai ferrivecchi di Casini e Fini. Se non ci fosse stato Monti avremmo avuto due schieramenti più unitari, uno di centro sinistra, capitanato da Bersani, e uno di centro destra capitanato da Berlusconi. Monti e il suo gruppo manderanno alla Camera e al Senato una pattuglia di parlamentari che potranno ostacolare l'approvazione di qualunque legge. Lo schieramento che avesse al parlamento la maggioranza relativa dovrebbe fare i conti con lui. Dalla seconda Repubblica si sta regredendo passo passo all'ultimo più buio periodo della prima Repubblica.
Leonardo Agate
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